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L’ex cavaliere e pregiudicato milanese ritenuto indegno per il Senato: è fuori dal Parlamento.

Giornata storica per la politica italiana. Silvio Berlusconi, dopo diciannove anni di vita parlamentare, è fuori dal Senato. L'Aula, con voto palese, ha alla fine votato la sua decadenza. Dopo un iter complesso, cominciato con la sentenza passata in giudicato che lo condannava per frode fiscale sui diritti tv di Mediaset, il Cavaliere subisce la pronuncia dei suoi colleghi senatori in applicazione della legge Severino.

"E' un giorno amaro e di lutto per la democrazia". Lo ha affermato Silvio Berlusconi parlando a via del Plebiscito. "Il Senato di sinistra con il suo potere ha ordinato al tempo di fare freddo", ha detto Berlusconi aprendo il suo comizio davanti palazzo Grazioli. La magistratura vuole "la via giudiziaria al socialismo contro il capitalismo borghese", ha aggiunto Berlusconi ai militanti di Forza Italia. "Quando la sinistra non è al potere la magistratura fa di tutto per farla tornare al potere". Poi spinge all'entusiasmo la folla: "Noi siamo moderati. Si sono scagliati contro questa manifestazione ma vogliamo tranquillizzarli: questa è una manifestazione legittima e pacifica".

"La sentenza sui diritti tv è una sentenza che grida vendetta davanti a Dio e agli uomini". Quella sentenza, ha aggiunto, "è basata solo su teoremi e congetture e su nessun fatto o documento o testimone. Sono assolutamente sicuro che il finale di questi ricorsi sarà il capovolgimento della sentenza con la mia completa assoluzione", ha detto Berlusconi ai militanti di Fi a via del Plebiscito ribadendo la volontà di presentare domanda di revisione del processo Mediaset. "Non ci ritireremo in qualche convento, noi stiamo qui, restiamo qui, resteremo qui", insiste Berlusconi dal palco.

"Nessuno di noi può stare più tranquillo sui propri diritti, sui propri beni e la propria libertà. E allora restiamo in campo. Non disperiamoci se il leader del centrodestra non sarà più senatore: ci sono altri leader di partito che non sono parlamentari e mi riferisco a Renzi e Grillo che dimostrano che anche da fuori si può continuare a battersi e combattere per la nostra libertà". Attacco agli avversari politici: "Oggi brindano perché sono riusciti a portare l'avversario davanti al plotone d'esecuzione: sono euforici, lo aspettavano da venti anni. Ma non credo abbiano vinto la partita della democrazia e della libertà".

"Ci diamo un appuntamento preciso: l'8 dicembre ci incontriamo per festeggiare i primi mille club che si stanno fondando in Italia": dà questo appuntamento ai suoi fedelissimi. "Altri se ne sono andati...ma noi siamo rimasti qui, siamo sicuri di essere la parte giusta, sicuri che non tradiremo mai i nostri elettori", ha detto il Cavaliere che ha fatto un implicito riferimento ad Alfano e al Nuovo centrodestra. La folla ha rivolto un lungo buuuuu agli alfaniani e il Cavaliere ha chiosato: "Interruzione ruvida ma efficace". Intanto, i senatori di Forza Italia hanno cominciato a invocare il nome di Silvio Berlusconi nell'aula del Senato, durante le dichiarazioni di voto sulla sua decadenza.

Dopo l'intervento di Annamaria Bernini, i senatori di Forza Italia si sono tutti alzati in piedi, gridando "Silvio, Silvio", ritmando il nome con il battito delle mani. L'aula del Senato ha respinto l'ordine del giorno contro la decadenza di Berlusconi. I lavori dell'aula del Senato, dunque, non vengono sospesi. Alle 15.30 sono cominciate le dichiarazioni di voto, dopodiché è previsto il voto sugli ordini del giorno presentati in difformità dalla relazione della Giunta che chiede di non convalidare l'elezione di Berlusconi. Dopo i momenti di tensione, non c'è più grossa aria di scontro né in Aula, né nei corridoi del Palazzo solitamente animati in occasioni così cruciali.

Ascoltando alcuni esponenti di Forza Italia sembra quasi che l'attenzione si sia spostata ormai fuori dal Palazzo, dando per scontato questo "inutile e vergognoso" passaggio parlamentare con il quale si confermerà l'addio dell'ex premier alle Camere. Nel dibattito generale si erano iscritti a parlare 25 senatori. Ben 22 quelli che parlano contro la decadenza di Silvio Berlusconi, quasi tutti di Forza Italia, Gal e Nuovo centrodestra. A favore della decadenza per Berlusconi si sono iscritti solo due senatori del M5S. Si è iscritto a parlare anche il senatore del Psi Enrico Buemi, che era a favore del voto segreto e in passato si era espresso a favore della decadenza.

"Tutti a casa". E' il nome di una linea per la connessione wi-fi che spunta nell'aula del Senato nel giorno in cui si vota la decadenza di Silvio Berlusconi. Il pensiero immediato va ai senatori del Movimento 5 Stelle, che dello slogan "Tutti a casa" hanno fatto il proprio cavallo di battaglia; ma dall'ufficio stampa del gruppo fanno sapere che non si tratta di un'iniziativa del M5S. "I vostri sono voti appiccicosi. Se fossi stata io la capigruppo non li avrei accettati. Siete dei poltronisti, come dice Berlusconi, siete arrivati a un punto di non ritorno. Alfano è un piranha e preferisco chiamarlo Lino perché di Angelino non ha proprio nulla".

La senatrice di Fi Alessandra Mussolini attacca a testa bassa i "cugini" di Ncd durante la discussione sulla decadenza del Cavaliere e grida ai loro banchi più volte: "Non vogliamo i vostri voti". "Il classico colpo di Stato si fa con carri armati e fucili, questo lo si fa in modo più soft ma in maniera ancora più grave, perché i blindati li vedono tutti mentre le forzature giudiziarie sono un po' meno facili da vedere". Così ha dichiarato il senatore di Forza Italia Lucio Malan. "Quando nella sentenza c'è scritto che non ci sono prove di neppure un centesimo passato da Agrama a Berlusconi si fa una forzatura senza contare lo stravolgimento del regolamento del Senato sul voto che considero una spudorata, sfacciata violenza di quella legalità di cui tanti si sciacquano la bocca", aggiunge Malan.

Malan ha poi annunciato una richiesta di annullamento della seduta della giunta per violazione del segreto. "Se ci sarà un minimo di quel senso di legalità - ha aggiunto - si pretenda un voto segreto. Non tenterete nessuna strada di ostruzionismo? No, il nostro impegno continua, nonostante il nostro leader, l'uomo più votato della storia della Repubblica, venga messo fuori dal Parlamento per un presunta e non provata evasione fiscale", ha concluso il senatore. Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, presenta in aula una sospensiva sul voto di decadenza, in attesa delle decisioni della Cassazione sul conteggio dei tempi dell'interdizione.

"La sentenza, giusta o sbagliata che sia, è sottoposta alle regole dello Stato democratico, che ne impongono l'applicazione" premette Casini, secondo il quale in Senato si intrecciano però "questioni giudiziarie e politiche" e "si segue la vita più impervia, che consente a Berlusconi di ergersi a vittima di persecuzione politica". "Il parere della Giunta del regolamento non è vincolante e chiedo che lei possa intervenire per ristabilire il voto segreto". La richiesta è del capogruppo del Nuovo centrodestra, Renato Schifani, che condivide la richiesta della senatrice Casellati e di Nitto Palma di Forza Italia.

Schifani parla di una "interpretazione innovativa" rispetto alla prassi del voto segreto, rivendicando che "riguarda una persona che ha diritto alla segretezza del voto". "La democrazia è stata espulsa dal Parlamento e dalle istituzioni. Solo il popolo può rifondare dalle fondamenta uno Stato democratico". Lo dichiara Sandro Bondi in una nota.

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