L'Aula del Senato, riunita per il voto sulla decadenza di Berlusconi previsto intorno alle 17, ha respinto le questioni pregiudiziali e le richieste di sospensiva presentate dal centrodestra. Il presidente della giunta Stefano ha ribadito che sono stati rispettati regolamenti e leggi, ma in aula la tensione è alta.
Attacchi da FI a Ncd ed ai senatori a vita (accusati di essere in aula oggi ma assenti in passato e difesi dal centrosinistra). Berlusconi prepara l'intervento in piazza, poi andrà a Milano. Forza Italia denuncia: ai bus dei manifestanti viene impedito di avvicinarsi al centro di Roma. Polemiche per la rimozione di un cartello con la scritta 'Colpo di Stato'. Sei persone fermate davanti a palazzo Grazioli, due di esse hanno tentato di entrare nella residenza di Berlusconi. I numeri del Senato lo condannano alla decadenza. Il voto in Senato si terrà alle 17 e non più alle 19 come inizialmente previsto. Le dichiarazioni di voto prenderanno il via alle 15.30.
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha giudicato "non accoglibile" la richiesta avanzata da alcuni senatori di Forza Italia di procedere con il voto segreto in relazione alla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Grasso ha sottolineato che la Giunta per il Regolamento del Senato ha stabilito di procedere con il voto palese perché "la votazione sulla decadenza da senatore non è configurabile come voto sulla persona". Subito dopo é iniziata l'illustrazione della relazione del presidente della Giunta per le elezioni e le immunità, Dario Stefano.
Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, presenta in aula una sospensiva sul voto di decadenza, in attesa delle decisioni della Cassazione sul conteggio dei tempi dell'interdizione. "La sentenza, giusta o sbagliata che sia, è sottoposta alle regole dello Stato democratico, che ne impongono l'applicazione" premette Casini, secondo il quale in Senato si intrecciano però "questioni giudiziarie e politiche" e "si segue la vita più impervia, che consente a Berlusconi di ergersi a vittima di persecuzione politica".
Nel dibattito generale che seguirà la relazione del presidente della giunta delle elezioni Dario Stefano si sono iscritti a parlare 25 senatori. Sono ben 22 quelli che parlano contro la decadenza di Silvio Berlusconi, quasi tutti di Forza Italia, Gal e Nuovo Centrodestra.
A favore della decadenza per Berlusconi sono iscritti solo due senatori del M5S. Si è iscritto a parlare anche il senatore del Psi Enrico Buemi, che era a favore del voto segreto e in passato si era espresso a favore della decadenza.
"Ho lavorato per evitare la rottura all'interno del centrodestra. Ma non si può portare il paese ad una crisi al buio. Berlusconi e Forza Italia hanno però deciso in modo diverso. Siamo e restiamo fortemente nel centrodestra, non siamo cespugli del centrosinistra" Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ad Agorà, su Rai Tre secondo quanto riporta una nota diffusa dalla trasmissione. "Noi abbiamo deciso, fino a marzo 2015, di salvaguardare il governo dallo scontro tra le forze politiche".
"Si può e si deve dire - aggiunge - che si sta sbagliando ad applicare la Severino al leader dei moderati italiani, ma si deve altrettanto avere a cuore il destino del paese e continuare a governare. Forza Italia ha scelto una strada diversa e legittima, noi crediamo ci si debba assumere la responsabilità del governo. Abbiamo 171 senatori, senza i senatori a vita, più di quelli che aveva l'ultimo governo Berlusconi. Si tratta poi di farsi valutare sul merito delle decisioni".
Il Popolo Viola rinnova l'appuntamento di oggi, dalle 15 in piazza delle Cinque Lune, per il presidio organizzato in attesa del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi. "Come è accaduto sempre - spiega il blogger viola Gianfranco Mascia - anche questa volta la nostra iniziativa sarà assolutamente non-violenta. Al contrario di quanto accaduto con le performance del pregiudicato Berlusconi. Che anche oggi, non abbiamo dubbi, utilizzerà la sua iniziativa fuorilegge (perché in via del Plebiscito non è permesso alcun tipo di manifestazione) per sciorinare i suoi insulti nei confronti di magistrati, istituzioni democratiche e cittadini italiani. Sembra che Berlusconi voglia seguire fino in fondo la sceneggiatura scritta da Moretti per il finale del Caimano".