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Alluvione in Sardegna, aperte le prime due inchieste: domani lutto nazionale

Dopo le sedici persone morte e la catastrofe causata dal ciclone in Sardegna sono scattate due inchieste per disastro colposo, una nella Procura della Repubblica di Tempio Pausania, l'altra in quella di Nuoro. La magistratura inquirente ha richiesto alle amministrazioni maggiormente coinvolte nella catastrofe di lunedì scorso i progetti, le delibere e tutto quanto possa consentire di far chiarezza su opere stradali, manufatti, edifici, strutture e pianificazioni urbanistiche che hanno visto la luce negli ultimi anni.

La comunità sarda ha sofferto danni per ora non quantificabili e così anche la magistratura vuole vederci chiaro su quanto accaduto: catastrofe naturale, oppure anche la mano dell'uomo ha fatto la sua parte, come ha detto durante l'omelia ai funerali delle vittime il vescovo di Tempio Pausania, Sebastiano Sanguinetti. Così sono state avviate le inchieste. Le Procure hanno avviato i primi accertamenti, che saranno comunque lunghi, ma la prima pietra è stata posta. Così si cercheranno eventuali responsabili, se vi sono stati quindi azioni colpevoli da parte di chi avrebbe dovuto gestire e tutelare il territorio con una pianificazione attenta e scrupolosa. Per ora sono fascicoli di indagini senza un nome.

Lo aveva detto martedì mattina il sostituto procuratore del Tribunale di Tempio Pausania, Riccardo Rossi, che aveva raggiunto il Centro di coordinamento dei soccorsi a Olbia, poche parole ma incisive: "Questo è il momento della misericordia, poi arriverà quello della giustizia", e ora è arrivato. "Questa vicenda ha posto in luce delle carenze strutturali che passata l'emergenza - aveva aggiunto Rossi - dovremo valutare se potevano essere evitate".

Sono iniziati con l'arrivo delle sei bare, due bianche, del piccolo Enrico di tre anni e di Morgana di due, i funerali al Geopalace di Olbia. La bara di Francesco Mazzoccu, il papà travolto dalle acqua del ciclone Cleopatra, è stata portata a braccio dai suoi compagni di kickboxing. Centinaia le persone arrivate per rendere omaggio alle salme, in un'atmosfera di grande commozione. Ai funerali ha partecipato anche il ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge in rappresentanza del governo. "La mano dell'uomo non è estranea a questa catastrofe. Bisogna imparare a rispettare il creato, le sue leggi e i suoi ritmi. Far tesoro della storia che gli eventi ci stanno consegnando", ha detto il vescovo di Tempio, mons. Giovanni Sanguineti, durante l'omelia.

"Il territorio è in ginocchio, tante, troppe famiglie piangono i loro morti. Riprendiamoci il nostro futuro. Rimbocchiamoci le maniche. Basta con le divisioni", ha aggiunto. "Aiutiamoci reciprocamente a rialzarci e a ricostruire il nostro futuro. Ripartiamo insieme, senza lasciare solo nessuno. Con carità, solidarietà, in modo equilibrato", ha detto ancora Sanguineti. Parlando delle morti dei piccoli Enrico e Morgana, le ha indicate come "il frutto più amaro e cocente" del disastro che si è abbattuto sulla Sardegna. Intanto, si contano anche venti depuratori devastati e sei potabilizzatori fuori uso in tutta l'isola. Sono gli effetti del ciclone Cleopatra che rischiano di trasformarsi in un'immensa catastrofe ambientale.

Lo denuncia Abbanoa, gestore unico del servizio idrico integrato in Sardegna. Prosegue senza sosta, a Olbia, il lavoro dei soccorritori, nel tentativo di restituire fiducia alla popolazione. Si aiuta la gente a sgomberare le case e a svuotare le cantine. In tutto sono 150 i volontari attivi in città, mentre i giovani delle scuole si sono disseminati in giro fra le zone più colpite, per portare il loro aiuto. Inoltre è stato individuato un centro di stoccaggio per il deposito del mobilio e degli elettrodomestici messi fuori uso dagli allagamenti, che sono stati riversati in strada, ed è stato attivato un servizio di rimozione dei cumuli, con l'intento di cercare di tornare al più presto possibile alla normalità.

Sulla Sardegna la pioggia non si ferma. La Protezione civile regionale ha emesso una nuova allerta meteo nell'isola per le prossime 24-36 ore. Si prevede il livello di moderata criticità per rischio idrogeologico nell'Iglesiente, Campidano, Logudoro, Gallura, e nei bacini Flumendosa Flumineddu, Montevecchio Pischilappiu e Tirso. Si prevedono precipitazioni a carattere di rovescio o temporale, anche di forte intensità, e raffiche di vento. La tregua concessa nelle ultime ore dal maltempo sta facendo tornare lentamente alla normalità le varie zone della Sardegna colpite dal nubifragio. Lo confermano gli ultimi aggiornamenti forniti dalla Protezione civile regionale sulle persone evacuate che sono in netta diminuzione.

Attualmente gli sfollati, infatti, sono 747, di cui 270 alloggiati nei vari centri di accoglienza creati in palestre, scuole, parrocchie e strutture alberghiere. Sono, invece, scese a 477 le persone che hanno trovato rifugio a casa di amici, parenti o conoscenti. Al bilancio manca il dato degli sfollati della zona che ha visto il maggior numero di morti, Olbia, ma anche nella città gallurese, assicura la Protezione civile, il trend è in costante diminuzione. Continuano, intanto, gli interventi di messa in sicurezza della zone flagellate dal nubifragio, in particolare nell'Oristanese, nel Nuorese e in Gallura.

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