Persone costrette ad abbandonare le proprie case. Strade e intere città allagate per l'esondazione di fiumi, centinaia di sfollati. E' una tragedia senza precedenti quella che ha colpito la Sardegna messa in ginocchio dal passaggio del ciclone Celopatra. Un vero bollettino di guerra: dopo che è stato ritrovato vivo uno dei due dispersi, il bilancio provvisorio dell'alluvione in Sardegna è di sedici vittime accertate e di un uomo che manca ancora all'appello. Tredici i morti nella provincia di Olbia; due in quella di Nuoro, dove vi è anche l'unico disperso; una vittima, infine, nella provincia di Oristano. Fra le vittime, anche quattro bambini. Due persone risultano ancora disperse e 2.737 quelle costrette ad evacuare.
"Lo Stato c'è e sta facendo il massimo. Sono venuto qui anche per dire questo: i venti milioni messi stamani sono una prima parte per uscire da questa emergenza e poi seguiremo con la ricostruzione". Così il premier Enrico Letta a Olbia. "I sindaci dei territori colpiti dall'alluvione chiedono giustamente l'esclusione dal Patto di Stabilità. Sono sicuro che usciremo da questa situazione drammatica", ha detto il premier al termine di una riunione con il capo della Protezione civile Franco Gabrielli e le istituzioni locali, per fare il punto sulla tragica alluvione che ha colpito la Gallura.
"Bisogna lavorare, si sta lavorando col massimo impegno, coordinamento, tanta tanta determinazione. La comunità nazionale tutta, oggi è vicina alle popolazioni che sono state colpite così duramente da un evento straordinario".
Anche Papa Francesco si è detto "Profondamente commosso dall'immane tragedia che ha colpito la Sardegna, chiedo a tutti di pregare per le vittime specialmente per i bambini".
Arrivato nelle zone alluvionate, il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli ha spiegato che sulla Sardegna sono caduti 440 millilitri in 24 ore: "La quantità di pioggia che nel nostro Paese arriva in sei mesi".
Per il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, si tratta di un dramma di "dimensioni apocalittiche". I valori massimi delle precipitazioni cadute lunedì sulle zone più battute dal maltempo sono eccezionali nel senso stretto della parola, perché non hanno precedenti storici, ha precisato il ministro dell'Ambiente Orlando. "Il settore meteo della Protezione Civile, sulla base delle previsioni, domenica 17 novembre ha emesso un avviso di avverse condizioni metereologiche, in cui a decorrere dalla mattina di lunedì 18 e per le successive 24-30 ore si prevedevano precipitazioni diffuse", ha riferito. "In base alla classificazione dei livelli di criticità, le previsioni del maltempo erano ritenute dagli esperti, di 'massimo rischio'", ha spiegato Orlando.
La parte più colpita dell'isola è quella centrale e settentrionale. In Gallura si registrano almeno tredici morti: tre nel crollo del ponte tra Olbia e Tempio, in località Monte Pino, due in località Raica nella strada che porta a Telti, dove le vittime sono un padre 35enne e il figlio. Fra le vittime anche Patrizia Corona, 42enne, e la figlioletta di due anni Morgana Giaconi, in località Bandinu, a Olbia, vicino allo stadio Nespoli; mentre in via Lazio è morta Anna Ragnedda, 83enne, e un'altra donna che è stata trovata in casa senza vita.
Ad Arzachena, in località Vecchio Mulino, i quattro membri di una famiglia di origine brasiliana, madre, padre e due ragazzi di 20 e 16 anni, sono morti nel seminterrato, sommerso da tre metri d'acqua. In provincia di Nuoro è morto Luca Tanzi, 44enne poliziotto in servizio alla squadra mobile, mentre scortava con tre colleghi un'ambulanza, nella strada tra Oliena e Dorgali.
A Torpè ha perso la vita Giuseppina Franco; a Onanì è stato ritrovato il corpo di Giuseppe Farre, trascinato dalla furia di un torrente. Vannina Figus, 64enne, è invece morta a Uras nello scantinato allagato della sua casa.
E' stata invece ritrovata viva una delle due persone ancora disperse. E' un allevatore di Torpè (Nuoro) che è stato rintracciato dalla Protezione civile ma ha rifiutato di lasciare il suo podere. Manca ancora all'appello una persona di Onanì.
Sull'isola si contano molti paesi isolati e almeno diecimila utenze senza corrente. Più di cinquecento chilometri di strade provinciali colpite dall'alluvione. I dati sono stati confermati dal ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, nel suo intervento alla Camera. Migliaia gli sfollati a Olbia, Galtellì, Uras, Terralba, Torpè, Arzachena, Orosei dove sono esondati i torrenti. Per loro sono stati requisiti dieci alberghi in Gallura, in molti sono ospitati in scuole e palestre in tutta la Sardegna.
In moto la macchina dei soccorsi, con vigili del fuoco, protezione civile, Forestale regionale, carabinieri, polizia, Gdf, 118 e volontari. In campo anche il Genio della Brigata Sassari. E, da martedì mattina, sono stati schierati 85 militari e mezzi speciali dell'Esercito per la ricerca di eventuali dispersi nella zona di Olbia. Entrato in azione anche un plotone speciale del genio con macchine movimento terra e mezzi speciali per l'aspirazione delle acque. La forza armata, spiega una nota dell'Esercito, "ha inoltre reso disponibili altri assetti speciali quali barchini planant, normalmente in dotazione alle unità del genio, gruppi elettrogeni, torri di illuminazione e 8 elicotteri dei quali già 3 schierati all'aeroporto di Cagliari Elmas.
Ma "dobbiamo abituarci all'idea - avverte il climatologo Giampiero Maracchi, direttore dell'Istituto di biometeorologia del Cnr - eventi come questo sono destinati anche in Italia a essere sempre più frequenti. Colpa del riscaldamento dell'Oceano e della conseguente, maggiore evaporazione". Per l'Esperto "fenomeni di un certo tipo nel nostro Paese ce ne sono sempre stati, di violenza anche simile: solo che prima avvenivano in media ogni dieci anni, adesso ne abbiamo praticamente almeno uno l'anno: basta ricordare gli esempi di Genova due anni fa e della Maremma l'anno scorso". A colpire è l'intensità di queste 'bombe d'acqua', capaci di raggiungere i 400 millimetri: "E' come se su un'area di un ettaro, poco più estesa di un edificio medio, cadessero 4mila tonnellate d'acqua - spiega Maracchi - sono quantità difficili da immaginare e la gente non mette abbastanza attenzione nelle situazioni a rischio: in presenza di un allarme meteo di grado elevato chi è vicino ad un corso d'acqua, chi abita a pianoterra o, semplicemente, chi deve mettersi in viaggio dovrebbe usare moltissime cautele". Per il climatologo, in questo modo "si potrebbero almeno salvare delle vite umane, visto che quasi tutte le vittime di questo genere di disastri sono sorprese per strada".
Intanto "Cleopatra" si sta spostando verso la penisola. La situazione è critica in Calabria, nel Crotonese e nel Catanzarese: la strada provinciale 25, che collega i centri della Presila Catanzarese con Catanzaro, è completamente crollata in più punti. Il cedimento è avvenuto a causa dell'ondata di piena del fiume Alli che costeggia la
stessa arteria. Il crollo ha provocato l'isolamento dei Comuni di Fossato Serralta, Maranise, Sorbo San Basile e Albi. Restano molto critiche le condizioni di buona parte della viabilità del Catanzarese tra crolli, smottamenti, frane e allagamenti.