"Non c'è nessun motivo di allarme". Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni cerca di tranquillizzare dopo le frasi sui conti dell'istituto previdenziale del presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua. "E' un problema tecnico che stiamo valutando", fa sapere da Bruxelles, dove è impegnato per la riunione dell'Eurogruppo. "Ne abbiamo parlato anche con Giovannini, ci sta lavorando la Ragioneria".
Il caso era nato da alcune dichiarazioni rilasciate da Mastrapasqua davanti alla commissione bicamerale sul controllo degli enti previdenziali. Il presidente dell'Inps aveva fatto sapere di aver scritto ai ministri Saccomanni e Giovannini, invitandoli a fare un'attenta riflessione sui conti dell'Istituto previdenziale, "un bilancio unico, essendo il disavanzo patrimoniale ed economico qualcosa che, visto dall'esterno, può dare segnale di non totale tranquillità".
Mastrapasqua aveva spiegato anche quali sarebbero a suo parere le ragioni della "non tranquillità". Aveva parlato di "uno squilibrio imputabile essenzialmente al deficit ex Inpdap, alla forte contrazione dei contributi per blocco del turnover del pubblico impiego e al continuo aumento delle uscite per prestazioni istituzionali".
Secondo Mastrapasqua è necessario rivedere le norme che hanno regolato l'accorpamento dell'Inps con Inpdap ed Enpals. Aveva inoltre ricordato come all'origine del deficit ex Inpdap vi sia stata la soppressione, con la Finanziaria 2008, della norma in vigore dal 1996 che prevedeva l'apporto dello Stato a favore della gestione ex Inpdap per garantire il pagamento dei trattamenti pensionistici statali. A fronte di questo, infatti, l'Inpdap ha fatto ricorso all'avanzo di amministrazione per la coperture del relativo deficit finanziario e soprattutto, alle anticipazioni di bilancio.
Per il presidente dell'Inps occorre dunque abbandonare la pratica delle anticipazioni e ripristinare "una copertura strutturale da parte dello Stato" per il pagamento delle pensioni pubbliche. Senza questo intervento normativo si potrebbero ''innescare rischi di sotto finanziamento dei disavanzi previdenziali e di progressivo aggravamento delle passività".
Nel corso dell'audizione il presidente dell'Istituto aveva ricordato inoltre che l'accorpamento deve ''consentire la realizzazione di una riduzione dei costi complessivi di funzionamento non inferiore a 20 milioni di euro nel 2012, 50 milioni di euro per l'anno 2013 e 100 milioni di euro a decorrere dal 2014''. "Complessivamente per l'Istituto - aveva evidenziato Mastrapasqua - una diminuzione delle spese di funzionamento di 169 milioni di euro per l'anno 2012, 477 milioni di euro per l'anno 2013 ed oltre 530 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2014''.
Immediata la reazione di Luigi Angeletti della Uil, che ha lamentato il ritardo dell'allarme lanciato dal presidente dell'Inps. Angeletti ricorda che nell'incorporazione dell'ente previdenziale dei lavoratori pubblici "il più grande evasore contributivo è lo Stato, perché non ha pagato i contributi per i propri dipendenti per un valore di quasi 8 miliardi di euro"."Oltre a lanciare allarmi - ha commentato il segretario generale della Cgil Susanna Camusso - Antonio Mastrapasqua ci dica che cosa vuole fare". Se ci sono segnali di non tranquillità riguardo i bilanci dell'INPS, ha ribadito Susannna Camusso, "questo non può essere un alibi per aumentare l'insicurezza del problema previdenziale".