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Il ministro Cancellieri in Senato e poi alla Camera: mai sollecitato scarcerazione di Giulia Ligresti

Quasi venti minuti di intervento in cui risponde punto per punto alle accuse che le sono state mosse nelle ultime settimane. Il ministro della Giustizia Cancellieri parla in Senato e assicura: "Non ho mai sollecitato nei confronti di organi competenti la scarcerazione di Giulia Ligresti e non ho mai indotto altri ad agire in tal senso". La concessione dei domiciliari, "non è avvenuta a seguito o per effetto di una mia ingerenza, ma per indipendente decisione della magistratura torinese".

Un comportamento, precisa il Guardasigilli, confermato dal procuratore Caselli: "Ho sentito che sarei venuta meno ai miei doveri d'ufficio, ma non posso non ricordare le ripetute affermazioni del procuratore di Torino Giancarlo Caselli, per il quale tutte le risultanze del fascicolo del procedimento relativo a Giulia Ligresti testimoniano in modo univoco e incontrovertibile che la concessione degli arresti domiciliari è avvenuta esclusivamente in base alla convergenza di decisive circostanze obiettive: le condizioni di salute verificate con consulenza medico-legale e l'intervenuta richiesta di patteggiamento da parte dell'imputata risalente al 2 agosto e perciò di molto antecedente le conversazioni telefoniche oggetto della notizia". "Secondo Caselli sarebbe arbitrario e del tutto privo di fondamento ogni illazione che ricolleghi la concessione degli arresti domiciliari a circostanze estranee di qualunque natura", ha concluso Cancellieri.

Insomma "nei miei comportamenti non ho mai assunto alcuna iniziativa, se non raggiunta da informazioni sulle aggravate condizioni di salute" di Giulia Ligresti ed "ho sempre agito senza mai derogare dai miei doveri di ministro".

Cancellieri ammette di essere amica di Antonino Ligresti ma questo non vuol dire in nessun modo che la sua carriera "è stata influenzata nè da questo ne da altri rapporti personali, sono una persona libera che non ha debiti di riconoscenza".

Il Guardasigilli non ci sta ad andare avanti se non ha il sostegno delle Camere: "Considero la fiducia del Parlamento decisiva per il prosieguo del mio mandato": se, dunque, "capisco che è venuta meno o si è incrinata la stima istituzionale su cui deve fondarsi il mandato ministeriale", allora "non voglio essere d'intralcio e pertanto non esiterò a fare un passo indietro".
Poi difende il figlio ex direttore generale della Fonsai. "E' stato trascinato indebitamente in questa vicenda. Mio figlio è stato assunto in Fonsai quando io avevo cessato l'incarico di commissario straordinario a Bologna ed ero una tranquilla signora in pensione che mai immaginava che sarebbe diventata ministro".

Quanto a un suo presunto interessamento alla vicenda di Jonella Ligresti, sorella di Giulia dice, "mai, dico mai, me ne sono occupata. Dalle verifiche effettuate con il Dap - ha aggiunto - è emersa l'assoluta linearità delle procedure seguite per Jonella Ligresti".

Infine il Guardasigilli conferma di aver ricevuto in passato segnalazioni analoghe. E ribadisce il suo impegno per risolvere il problema delle carceri. "Ogni vita che si spegne in detenzione è una sconfitta per lo Stato e per il sistema carcerario. Io ne sento il peso e per questo ho dedicato parte rilevante mio impegno al problema carcere". Il Guardasigilli alle 17.30 si sposterà alla Camera per ribadire la sua posizione nella vicenda della scarcerazione di Giulia Ligresti.

Un intervento, quello della Cancellieri, accolto da un applauso dall'Aula del Senato per lo meno da parte di Pd, Pdl e Scelta Civica. Consenso arriva anche dal premier Enrico Letta e i ministri dai banchi del governo. Braccia incrociate invece per M5S e Lega, che accolgono con freddezza le parole del guardasigilli.

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