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Sparatoria all’aeroporto di Los Angeles, morto un agente

Si chiama Paul Anthony Ciancia, 23 anni, l'uomo armato che ha aperto il fuoco nell'aeroporto di Los Angeles uccidendo un agente e ferendo diverse persone: la polizia lo ha identificato. Si tratta di un cittadino americano residente a Los Angeles e in New Jersey. I media locali riferiscono che Ciancia in una nota scritta a mano ha spiegato che era sua intenzione "uccidere Tsa (agenti della Transporty Security Administration) e maiali".

Ciancia, inizialmente dato per morto dal Los Angeles Times, sarebbe il ferito in condizioni gravi ricoverato in ospedale insieme ad altre due persone non in pericolo di vita. La polizia lo ha definito "un lupo solitario" e ha escluso al momento l'ipotesi che potesse avere complici.

A questo punto il bilancio ancor provvisorio della sparatoria al termina 3 dell'aeroporto è di un agente della sicurezza (Tsa) ucciso, uno ferito e altri sei feriti, incluso l'aggressore.

Prima che il giovane scatenasse la sua ira il padre aveva contattato le forze dell'ordine, pregandole di individuare il figlio e di controllarne le condizioni, perché temeva potesse succedere qualcosa di irreparabile: a riferirlo èstato Allen Cummings, capo della polizia di Pennsville, cittadina del New Jersey situata una quarantina di chilometri a sud-ovest di Filadelfia, di cui Ciancia é originario e dove la famiglia risiede tuttora.

La Transportation Security Administration (Tsa), l'agenzia che cura la sicurezza negli scali Usa, ha negato che il killer che ha ucciso un suo agente e ne ha ferito un altro fosse a sua volta un dipendente della Tsa, come alcuni media avevano riportato. L'uomo, è entrato alle 9.30 nel Terminal 3, ha aperto una borsa che aveva a tracolla, ne ha estratto un potente fucile d'assalto e ha iniziato a sparare.

La polizia, i responsabili dello scalo e le autorità di Los Angeles si sono finora limitati a riferire che si è trattato di un incidente isolato, e che, sparando, "il sospetto" ha superato la zona del controllo passeggeri ed è arrivato in profondità nell'area di imbarco, dove è stato affrontato dagli agenti della sicurezza dello scalo, e quindi neutralizzato. Ovvero, secondo quanto riferisce la Cnn, è stato colpito più volte al torace.

Numerosi testimoni hanno raccontato di aver vissuto attimi di terrore puro. Qualcuno ha detto di aver sentito degli spari e che immediatamente tutti i passeggeri in attesa di partire hanno iniziato ad urlare e a cercare un riparo, sotto le sedie, sotto i banchi di accettazione, nei bagni o ovunque fosse possibile. Altri hanno raccontato che all'improvviso degli agenti della sicurezza hanno fatto irruzione urlando nella zona di imbarchi che c'era un uomo armato, esortando tutti a mettersi al sicuro. Ne è nata una vera ressa, le persone hanno iniziato a spintonarsi, a passarsi l'una sull'altra e alla fine molti passeggeri sono persino entrati dal gate sulla pista. Qualcuno ha anche detto di aver visto il killer, descritto come un giovane bianco, che indossava un tuta mimetica di tipo militare, cercare esplicitamente agenti della Tsa.

L'intero aeroporto, uno dei più trafficati del mondo, è andato immediatamente in emergenza. Il traffico di voli in arrivo e in partenza è stato sospeso e le strade di accesso allo scalo sono state bloccate. Solo dopo alcune ore la morsa è stata allentata e i voli, seppur con notevole ritardo, sono ripresi, tranne ovviamente che dal Terminal 3. Ci vorrà diverso tempo prima che venga riaperto al pubblico. Al termine della sparatoria, quando oramai il killer era stato "neutralizzato", i passeggeri che sono usciti dai loro rifugi sono stati fatti passare con molta cautela verso l'uscita, con l'esortazione da parte della polizia a guardare bene dove camminavano, a "non calpestare vetri o sangue", perché è stato spiegato, "si tratta di prove nella scena del crimine".

La Farnesina in serata ha escluso che ci siano italiani tra i feriti. Il presidente americano, Barack Obama, si è detto "preoccupato" per la sparatoria avvenuta all'aeroporto di Los Angeles, senza commentare però alcun dettaglio della vicenda. "Lasciamo lavorare le forze dell'ordine",

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