"Assolutamente no...si dimette una persona che ha qualcosa da farsi perdonare. Se poi dovessi essere un peso, se il Paese non avesse più bisogno di me, me ne andrò". Lo ha affermato il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, a margine del XII congresso dei Radicali a Chianciano Terme. "Se Giulia Ligresti si fosse uccisa, - conclude la Cancellieri - non avrei avuto responsabilità?"
Annamaria Cancellieri è andata al Congresso dei Radicali Italiani a Chianciano Terme, per intervenire sul tema delle condizioni carcerarie. Il ministro della Giustizia è nella bufera per la vicenda Ligresti. Il Guardasigilli si sarebbe adoperata per far ottenere i domiciliari a Giulia Ligresti, per motivi di salute.
"Il governo ha voluto che il chiarimento in Parlamento avvenisse immediatamente perché non devono esserci zone d'ombra. Siamo sicuri che il ministro fugherà ogni dubbio". Così Palazzo Chigi, in una nota, interviene sul caso Cancellieri.
"Siamo sicuri - sostiene Palazzo Chigi in una nota - che le argomentazioni che il ministro Cancellieri svilupperà convinceranno le Camere e fugheranno ogni dubbio. Le parole del procuratore Caselli hanno peraltro già dato un fondamentale contributo di chiarezza".
"Lo rifarei, certo che lo rifarei". Lo ha detto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri rispondendo ai giornalisti che le chiedevano se si fosse pentita della telefonata con la compagna di Salvatore Ligresti. "Io ho la responsabilità delle carceri e sono intervenuta con il Dap dicendo attenzione che Giulia Ligresti potrebbe compiere gesti inconsulti. State attenti".
"Un ministro ha molti doveri ma anche il diritto a essere umano", ha detto il ministro, nel suo intervento al congresso dei Radicali.
"Non vi racconto della mia questione perché la spiegherò davanti al Parlamento" ha premesso il Guardasigilli facendo riferimento alle telefonate con i membri della famiglia Ligresti. Ma, ha aggiunto, "vi dico solo che voglio vivere in un paese libero, voglio vivere in un paese che sia libero, dove l'onesta patrimoniale sia un patrimonio condiviso".
"Io ho la responsabilità dei detenuti, ho fatto oltre cento interventi per persone che ho incontrato nel corso di mie visite in carcere o i cui i familiari si sono rivolti a me anche solo tramite una e-mail". Così il ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri circa le polemiche sul suo intervento a favore di Giulia Ligresti.
"Io non sono mai entrata nella professione e nella professionalità di mio figlio, che nel suo lavoro è bravissimo". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, rispondendo ai giornalisti. "Chi lo ha detto... Giulia Ligresti..." ha poi aggiunto a chi la interpellava sui commenti alla professionalità del figlio.
Infine, a proposito della buonuscita da lui presa da Fonsai, ha aggiunto "se a lei facessero firmare un contratto che le dà diritto ad una buonuscita qualora dovesse andarsene, lei lo firmerebbe?" ha detto rivolgendosi a un giornalista.
E sulla questione carceraria dice: "Ho ascoltato, ascoltato, ed ho capito che occorre un cambiamento culturale nel mondo e nell'inferno delle carceri, e ora sono pronta ad andare a Strasburgo", ha detto il ministro della Giustizia. "Vado a Strasburgo a testa alta, l'Italia va a Strasburgo a testa alta".
Grazie all'apertura di nuove strutture, "entro il mese di dicembre ci saranno 2.000 posti in più nelle carceri italiane che diventerano 4.500 nel maggio 2014", ha detto il Cancellieri.
"Sono serenissima e tranquilla, pronta a rispondere a qualunque domanda. Il mio è stato un intervento umanitario, mosso da un detenuto che poteva morire. Se fosse morta cosa sarebbe accaduto?" Così il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, intervistata dal Tg1, motiva il suo intervento riguardo alle condizioni di salute in carcere di Giulia Ligresti.
Non siamo tutti uguali davanti alla legge? Certo! Non ci sono detenuti di serie A e serie B. Dobbiamo lottare per migliorare il sistema carcerario, ma queste cose non aiutano", aggiunge.
Il ministro ha più volte detto che "non c'è stata nessuna interferenza. Ho fatto lo stesso in tutti gli altri casi analoghi che mi sono stati segnalati". Ma sulla vicenda pesa l'amicizia che da decenni la lega alla famiglia Ligresti e il ruolo del figlio che di Fonsai è stato direttore generale.
Il Guardasigilli non ha nessuna intenzione di mollare. Da quando è scoppiato il caso Ligresti ha più volte ribadito la sua volontà di riferire in Parlamento. E dovrebbe farlo, secondo quanto si apprende, martedì alle 16 in Senato e poi alla Camera.
Dal blog di Beppe Grillo intanto arriva l'accusa a Napolitano e Letta: "Nessun monito da parte di Napolitano per questo scandalo, per l'ingerenza di un ministro su una detenzione, avvenuta grazie a rapporti di lunga data con Ligresti. Non un fiato da Capitan Findus Letta. Hanno paura di essere travolti e credono che il silenzio li salverà, ma sono già condannati".
In un intervento senza firma, che fa da introduzione al testo della mozione di sfiducia presentata dal M5S contro il ministro delle Giustizia, si avanzano dubbi sulla possibilità che lei decida di dimettersi. "La Idem a causa dell'ICI non pagata ha dato le dimissioni in dieci giorni. La Cancellieri - si legge nel post - forse non le darà mai. Il motivo è semplice. Fa parte di quel mondo composto da politici, banchieri, istituzioni, finanzieri, inestricabile come una foresta pietrificata".
"L'intervento del ministro a favore della scarcerazione di Giulia Ligresti 'per motivi legati all'anoressia' presenta aspetti molto discutibili e che devono essere chiariti sul piano politico e non solo su quello giudiziario, in quanto risulta grave che l'intervento in questione sia stato richiesto da una telefonata privata e che abbia riguardato una classica detenuta eccellente" si legge in uno dei passaggi della lunga e articolata mozione di sfiducia.
E anche il Pd fa pressioni sul ministro della Giustizia e chiede un chiarimento in Aula. "Il ministro riferisca in Aula e poi, a seguito di quanto dirà, ciascun partito farà le sue valutazioni, il Pd farà le sue" spiega Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd. Leva dice "no a strumentalizzazioni" ma chiede "chiarezza in tempi rapidi" per "fugare ogni dubbio che in Italia vi siano detenuti di seria A e di serie B".
"Noi siamo i primi a non accettare facili strumentalizzazioni della vicenda ma, allo stesso modo, non ne consentiamo una sua minimizzazioni": Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd, replica al ministro Cancellieri insistendo sulla necessità di fare chiarezza.
"Il ministro Cancellieri oggi, nel corso di un intervista al Tg1, afferma 'che certe cose non aiutano'. Probabilmente - dice Leva - si riferiva alle reazioni provocate dalla sua telefonata". No a strumentalizzazioni ma anche a minimizzazioni, afferma per poi aggiungere: "Le carceri sono piene di migliaia di persone, poveri Cristi, che non hanno il numero di cellulare del ministro o di altri parlamentari da poter chiamare. Per loro e per i loro familiari c'è bisogno di chiarezza e trasparenza. Il passaggio alle Camere è necessario proprio per tutelare la credibilità delle Istituzioni che tutti insieme rappresentiamo".
"Io non ho problemi né a spiegare né a non minimizzare". Così il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ai cronisti che le chiedevano cosa rispondesse alla richiesta del responsabile Giustizia del Pd, Danilo Di Leva, di fare chiarezza sulla vicenda Ligresti.
Cancellieri - Ligresti, bufera sul ministro e M5S presenta mozione di sfiducia
"Il ministro riferisca in aula e poi, a seguito di quanto dirà, ciascun" partito "farà le sue valutazioni, il Pd farà le sue". Così Danilo Leva, responsabile Giustizia alla stampa. Leva dice "no a strumentalizzazioni" ma chiede "chiarezza in tempi rapidi" per "fugare ogni dubbio che in Italia vi siano detenuti di seria A e di serie B".
"Serve chiarezza in tempi rapidi - aggiunge il responsabile Giustizia del Pd - sia perché ci sono intercettazioni e va ben chiarito il senso di quelle parole, sia perché bisogna fugare ogni dubbio che in Italia vi siano detenuti di seria A e di serie B".
"Ho fatto lo stesso in tutti gli altri casi analoghi che mi sono stati segnalati", afferma la Cancellieri, ma sulla vicenda pesa l'amicizia che da decenni la lega alla famiglia Ligresti e il ruolo del figlio che di Fonsai è stato direttore generale.
Il ministro Cancellieri non può certo essere criminalizzata per una telefonata da giustizialisti a corrente alternata che continuano a far danni di ogni tipo. Il ministro non può essere attaccata perchè si è preoccupata per una persona che in carcere rischiava la vita per anoressia". Lo afferma Fabrizio Cicchitto del Pdl. "Questa preoccupazione è stata espressa - sostiene Cicchitto - in forme di estrema correttezza. Da un lato un magistrato come il dottor Caselli che a Torino svolge un ruolo assai importante ha affermato che non c'è stata pressione di alcun tipo e che tutto si è svolto in modo regolare come avviene in tutti i casi dello stesso tipo.
E' evidente la strumentalità anti-governativa di certi titoli di giornale e di alcuni interventi parlamentari. D'altra parte sul terreno parlamentare fa fede quello che ha dichiarato il Presidente della Commissione Speciale sui diritti umani al Senato Luigi Manconi, personalità assai sensibile per i diritti dei carcerati sia che essi si chiamino Ligresti sia che si chiamino Rossi o che abbiano il nome di un immigrato".
"La vicenda legata al passaggio di Giulia Ligresti dall'arresto in carcere, durato un mese, ai domiciliari, induce il MoVimento 5 Stelle a presentare la mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri". Lo dichiara, in una nota, il Gruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera.
"Con questo atto, dovuto al cospetto di azioni svolte interamente in ambito privato e informale da parte del Guardasigilli, il MoVimento 5 Stelle intende non solo mettere il ministro di fronte alle proprie responsabilità, ma anche ricevere tutte le informazioni del caso rispetto alla rete che, alla sua richiesta di attivazione, ha tradotto i suoi desideri in azioni. Questa mozione non è dunque un atto circoscritto - conclude la nota - ma riguarda una vicenda la cui ampiezza ha contorni che restano al momento ancora indefiniti".
"Ogni ora che passa senza che il ministro della Giustizia venga in Parlamento a chiarire la vicenda che la vede coinvolta, serve solo ad alimentare i sospetti di un episodio quantomeno ambiguo". Lo scrive in una nota il capogruppo della Lega Nord in commissione Giustizia, Nicola Molteni. "Alcune dichiarazioni inquietanti che stanno uscendo dalle intercettazioni non possono passare in secondo piano, e non basta certo una letterina inviata ai capigruppo di Camera e Senato per mettere fine alla questione. Il ministro Cancellieri venga in Parlamento e dimostri rispetto verso la giustizia e le istituzioni", conclude.