Quattro ore di sciopero con manifestazioni territoriali da mettere in campo da qui a metà novembre: l'annuncio di Camusso, Bonanni e Angeletti per chiedere il cambiamento della manovra in Parlamento. Bocciatura immediata dal viceministro Fassina verso i sindacati: 'Il governo ha chiarissimi i problemi, lo sciopero generale non è utile. Letta ha una grande attenzione per le domande delle forze sociali'. Il presidente di Confindustria Squinzi dice chiaro e tondo di temere che nel 'passaggio da decreto a legge saltino fuori le solite porcate'. Rispondendo poi all'appello di Napolitano, sostiene che 'il coraggio manca al governo, non alle imprese'. E tuttavia si augura che l'esecutivo regga fino al 2015. Timori anche da Epifani: 'No a troppe richieste, puntare sul bene del Paese'. In mattinata Brunetta aveva definito 'indecente' il fatto che della manovra non si conosca ancora il testo definitivo.
"In questi mesi ho imparato che si blocca tutto quando non si scioglie alla radice il problema dei cosiddetti concerti, quando non si riesce a dire 'no' a un ministero. La prima cosa è quella di stilare le priorità e dire chi comanda. Meno concerti ci sono e più una cosa funziona". Lo ha detto il presidente del consiglio Enrico Letta intervenendo stamane ad un convegno della Confindustria sull'agenda digitale- "Bisogna partire sciogliendo una serie di nodi", ha detto Letta, "stabilire le gerarchie, chi comanda. Questo per la Pubblica amministrazione è il più grande dei problemi. Meno concerti ci sono, più le cose funzionano. Bisogna dire con chiarezza chi comanda: in prima, seconda e terza battuta".
Scioperi di quattro ore con manifestazioni gestite a livello territoriale contro la legge di stabilità. Lo hanno stabilito i leader sindacali, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti al termine di un vertice congiunto. Gli scioperi si terranno il prossimo mese e a metà novembre saranno promosse delle riunioni dei consigli nazionali dei tre sindacati per "fare il punto - ha detto Angeletti - e verificare che la pressione che si è voluta esercitare su partiti e governi abbia prodotto dei risultati".
Intanto è cominciato l'iter parlamentare della legge di stabilità, con un percorso che inizia dal Senato dove martedì parte la sessione di bilancio. Una manovra per il 2014 da 11,6 miliardi per la quale si annuncia una vera e propria corsa a ostacoli con il pressing di forze politiche e parti sociali per i numerosi i cambiamenti, annunciati e richiesti; perché, se è vero, come detto al momento del varo dal premier Letta, che per la prima volta da anni non si aumentano le tasse, proprio sulle tasse si concentrano gli strali di alcuni partiti. E senza contare il capitolo lavoro con le parti sociali, imprese e sindacati, sul piede di guerra.
Sul costo del lavoro la legge prevede meccanismi di contenimento della spesa in tutti i settori, con misure orizzontali che riguardano tutto il pubblico impiego. A proposito del cuneo fiscale, il premier Enrico Letta ha ribadito, a chi lo ha sentito, di essere favorevole a una modulazione che tenga conto dei figli e del carico familiare. E, sotto il profilo delle tasse sulla casa, il governo ha precisato in merito a vecchie e nuove imposte che i 3,7 miliardi previsti come gettito dalla nuova Tasi sono meno dei circa 4,7 miliardi garantiti dalla vecchia Imu e dalla componente Tares servizi indivisibili, rispondendo così ad un'ennesima polemica sull'ipotesi "nuova stangata" evocata da diversi falchi del Pdl.
Una polemica alla quale replica dallo stesso Pdl il presidente della Commissione Bilancio Azzollini: "Basta con i giudizi affrettati, bisogna leggere il testo definitivo". Il minor gettito per i Comuni, ha precisato il ministero delle Finanze, è compensato da trasferimenti dallo Stato. Insomma i conti della relazione tecnica sono chiari ma indubbiamente i cambiamenti che il provvedimento, che per la prima volta dopo diversi anni approda in Parlamento sotto forma di testo aperto, sono numerosi. A patto, come sottolineato dall'esecutivo, di restare a saldi invariati.
Il governo dovrà quindi districarsi tra mille richieste cercando di evitare quell'effetto peggiorativo, il "pateracchio" come lo ha definito il leader degli industriali e mantenendo quel rigore necessario per il risanamento con la Commissione Ue che entro metà novembre si pronuncerà sul lavoro messo a punto dal governo. Si vedrà allora come incidere su quei 11,6 miliardi messi a disposizione. Di migliorarla con "idee coraggiose" parla il presidente dei senatori Pdl Renato Schifani, il quale si dice certo che anche i ministri del Pdl faranno la loro parte e che il governo Letta saprà far suoi tutti i suggerimenti a parità di saldi" mentre il vicepresidente del Senato Gasparri chiede che il Pdl testo alla mano si riunisca per esaminare la legge e punti alle modifiche possibili su casa, lavoro, risparmio, sicurezza.
Dal Pd intanto un suggerimento arriva dal candidato alle segreteria Gianni Cuperlo il quale parla di "alcuni punti fermi irrinunciabili" dei quali si dovrà tenere conto nell'iter parlamentare come l'indicizzazione delle pensioni fino a sei volte il minimo, che deve essere integrale. Quanto agli esodati "non va bene che siano solo seimila quelli messi in sicurezza. Abbiamo detto che è un impegno morale quello di ricomprendere tutti".