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Fiducia al Governo Letta, Napolitano: vinta la sfida

Il colpo di teatro arriva verso le 13, quando si stanno esaurendo le dichiarazioni di voto. Berlusconi fino ad un'ora prima è rimasto seduto al suo scranno al Senato, con un foglio di carta davanti agli occhi e l'orecchio prestato a Gasparri, Bonaiuti e Calderoli.

Esce durante la replica di Enrico Letta, e tutti pensano che sia il sigillo della rottura. Invece poi riappare e prende la parola. Per dire, per l'appunto, che voteranno la fiducia, lui e il suo partito. Il punto però è proprio questo: cosa resta del suo partito. Perché se la votazione termina con cifre lusinghiere per l'esecutivo (235 si, 70 no), nel frattempo il gruppo del Pdl si è nettamente assottigliato.

Nasce, pronto a posizionarsi sul centro, un gruppo dei dissidenti. Nasce sia a palazzo Madama sia alla Camera. Secondo i primi conteggi sarebbero rispettivamente 25 e 26 parlamentari, sotto la guida politica di Angelino Alfano, Roberto Formigoni e Fabrizio Cicchitto.

Incassa il successo Enrico Letta, mentre Alfano, seduto a fianco del premier al momento dell'annuncio di Berlusconi, tira fuori un enorme sorriso e applaude convinto. Poi la scena si sposta alla Camera, ma ormai ogni pathos è sparito. Si tratta solo di aspettare una conferma, anzi due. La prima quella fiducia, la seconda quella della rottura. Quest'ultima viene certificata da Fabrizio Cicchitto, che prende la parola a nome del neonato gruppo (talmente neonato che ancora non ha un nome ufficiale, anche se si parla di "Popolari").

La Camera ha approvato intorno alle 21.30 la mozione di fiducia al Governo Letta con 435 voti favorevoli e 162 voti contrari. Sono stati presenti e votanti in aula 597 deputati.

"L'essenziale è che il governo ha superato la prova, vinto la sfida e innanzitutto per la serietà e la fermezza dell' impostazione sostenuta dal Presidente del Consiglio dinanzi alle Camere". E' quanto scritto in una nota diffusa dal Quirinale, che aggiunge: "In quanto alla prospettiva che si apre in uno scenario politico in via di mutamento, chiaramente il Presidente del Consiglio e il governo non potranno tollerare che si riapra un quotidiano gioco al massacro nei loro confronti".