Letta riceve l'ok di Napolitano: da mercoledì in Parlamento il voto di fiducia, che il capo dello Stato definisce "risolutivo". Spaccato il Pdl: mentre Berlusconi punta al voto i suoi ministri si dissociano da una deriva "estremista e radicale", con Alfano che rivendica il diritto ad essere "diversamente berlusconiano". Oggi riunioni Pdl col Cavaliere a Palazzo Grazioli e alla Camera.
"Dobbiamo vedere se possiamo creare una nuova formazione dove sia possibile essere diversamente berlusconiani. D'altra parte in Francia di partiti gollisti ce ne furono tre, qui da noi potremmo averne due". Lo afferma il ministro Gaetano Quagliariello intervistato dal Messaggero, convinto che nel Pdl sia il momento "di tenere insieme i moderati che devono essere guidati da moderati. Non esiste che siano diretti da un gruppo di estremisti".
"Berlusconi - spiega - mi sembra abbia aperto alla possibilità di andare avanti votando la legge di stabilità". Se Angelino Alfano non riunisce gli organismi dirigenti del partito è perché "nella riunione dove hanno deciso le dimissioni dei ministri Alfano non c'era - spiega Quagliariello. - La decisione di lasciare il governo si sarebbe dovuta prendere insieme, magari nell'ufficio di presidenza del partito".
Il ministro per le Riforme sottolinea che "le dimissioni dei parlamentari saranno anche stato un atto simbolico", ma sono "un atto di una inusitata gravità. Forza Italia è stata il partito della maggioranza silenziosa del Paese e questo lo si deve a Silvio Berlusconi. Invece nell'ultima settimana è sembrata una riedizione di Lotta Continua.
Questo è inaccettabile e se Forza Italia sarà questo io non posso riconoscermi". Quanto alla tenuta del Governo, "aspettiamo di sentire cosa dirà Letta in aula. Dipende molto da cosa metterà nel programma. Poi decideremo". Certo è, aggiunge, che all'Italia "non serve un governicchio che fa solo la legge elettorale o la legge di stabilità", serve un esecutivo "che abbia l'ambizione di fare le riforme".
"Abbiamo ancora due-tre giorni di tempo per usare la forza delle nostre proposte e continuare a far lavorare questo governo con un rinnovato programma". Lo afferma in un'intervista al Corriere della Sera Maurizio Lupi che, pur avendo firmato la lettera di dimissioni da ministro, pensa "sia giusto e doveroso dire che la strada che abbiamo imboccata è sbagliata".
"Siamo stati nominati dal presidente Berlusconi in un governo politico per un momento eccezionale e se il nostro leader ci chiede di dimetterci, serietà ci impone di farlo". Tuttavia, aggiunge, è la strada sbagliata "perché così non si fa il bene del Paese. Proprio perché siamo leali e non fedeli al presidente Berlusconi, alla sua storia, ai suoi ideali e valori, dobbiamo denunciare con forza i rischi che stiamo correndo. In questo momento stiamo rilanciando Forza Italia: un partito nato perché voleva bene al suo Paese, perché voleva aprirsi alla società civile e mettere l'interesse della nazione davanti a tutto".
Lupi intravede però il rischio che "Forza Italia diventi un partito estremista, che urla, strepita, insulta le istituzioni e mette in secondo piano il bene del Paese". "Il gesto delle nostre dimissioni può essere una grande opportunità per chiarirci all'interno del partito - spiega. - Sono stati convocati i gruppi parlamentari e decideremo con i gruppi e con il presidente Berlusconi la linea che Forza Italia dovrà tenere". "Forza Italia è parte della mia storia e ci sono convintamente. Ma lavoriamo perché Forza Italia possa essere il movimento che in futuro vorrà rappresentare la grande area dei moderati guidata da Silvio Berlusconi". "Il problema sono i cattivi consiglieri che stanno intorno al presidente, che sono estremisti e non rappresentano l'identità di Forza Italia".
"Non lascio il mio partito, ma non sono disposta a stare in una formazione guidata da estremisti contrari allo spirito e alle idee che abbiamo professato in questi 19 anni". Lo afferma il ministro Beatrice Lorenzin al Corriere della Sera sottolineando che le dimissioni dei ministri Pdl sono un errore e di non poter "accettare l'idea di un partito alla Alba Dorata che considera traditori chi la pensa diversamente". Lorenzin spiega che intende battersi affinché nel suo partito "ci sia spazio per i moderati", "ci sono poche ore per decidere quale strada prendere".
"Sono tra i più berlusconiani del Pdl", afferma, "in questo momento drammaticissimo sono vicina a Silvio Berlusconi e difendo la sua posizione. La Storia giudicherà quello che gli stanno facendo. Però domando: è possibile essere berlusconiani senza mandare il cervello all'ammasso?".
"Mi è stato chiesto di dimettermi da ministro della Salute, e così ho fatto, come atto di lealtà - rimarca. - A questo punto posso esprimere il mio giudizio politico su quei consiglieri di Berlusconi che hanno spinto alle dimissioni duecento parlamentari e poi, mentre il capogruppo annunciava alla Camera il nostro sostegno al governo e senza neppure una telefonata, ci hanno detto di lasciare i dicasteri. Denis Verdini, Daniela Santanché, Daniele Capezzone e Sandro Bondi non rappresentano i valori di Forza Italia delle origini. Non sono portatori di uno spirito positivo per lo sviluppo del Paese. Rappresentano la minoranza della minoranza... E io non ci sto". "Le persone che in questo momento stanno tenendo in mano il partito non sono attrezzate culturalmente per guidarlo".