Anche il rinvio del via libera alla 'manovrina', che renderà quasi inevitabile l'aumento dell'Iva, è l'esito di un'inagibilità del campo politico che, spiegherà il premier, impedisce di "impegnare il bilancio su operazioni che valgono miliardi di euro". Sono ormai sfocate le fotografie che ritraevano ministri degli opposti schieramenti scherzare e ridere in una pausa del consiglio dei ministri.
Le tre delegazioni, Pd-Pdl e Scelta Civica, arrivano determinatissime alla riunione a difendere le proprie ragioni. Per muoversi come un sol uomo, Dario Franceschini riunisce i ministri dem e la stessa cosa fanno i membri di Scelta Civica. Mentre non hanno bisogno di pre-riunirsi i ministri Pdl che, con più o meno entusiasmo, seguono le decisioni del partito e del leader Silvio Berlusconi.
Ed infatti anticipano il loro ingresso in cdm facendo sapere che la verifica non potrà "prescindere dalla questione giustizia" Prima di riunire tutta la squadra, di rientro dal Quirinale, il presidente del consiglio incontra, per la seconda volta nella giornata, Angelino Alfano, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello e Dario Franceschini. Riferendo, come poi farà in cdm, che lui e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano hanno stabilito che martedì il premier chiederà la fiducia sul governo.
Davanti ai suoi ministri, il premier non indora la pillola: "così non si può andare avanti, non ho alcuna intenzione di vivacchiare, un'efficace azione di governo è incompatibile con le dimissioni in blocco dei membri di un gruppo parlamentare" che sostiene l'esecutivo. "O si rilancia l'azione del governo o tutti a casa", è la sfida di Letta. Linea che sposano in pieno i ministri del Pd, come Andrea Orlando, che chiede provocatoriamente al Pdl come fa a coniugare un'iniziativa che mira ad interrompere la legislatura "con la fiducia ad un governo che dice che non deve limitarsi a vivacchiare".
Il governo "l'ha voluto il Pdl e il Pdl non si fa scaricare le responsabilità di un'eventuale crisi", ribatte, a quanto si apprende, il vice premier Angelino Alfano. Il segretario Pdl rilancia la richiesta di chiarimento fatta dal premier. "Non vogliamo chiarimenti - assicura - che servono per tirare a campare. Il governo va avanti se centra gli obiettivi. Occorre mettere la giustizia dentro il chiarimento. Senza questo sarebbe ipocrita".
E, in un botta e risposta con pochi peli sulla lingua, Dario Franceschini ribatte che per il Pdl parlare di giustizia è sinonimo dei problemi giudiziari del Cav e che non è possibile barattare la durata del governo con cedimenti su regole. Prova a mediare, ma sembra inutilmente, Gaetano Quaglieriello che ricorda come sulla giustizia ci siano riforme "condivise e molte incisive". Ma alle unidci di sera il governo è sempre piu' appeso ad un filo.