I redditi disponibili delle famiglie italiane sono ritornati ai livelli di 25 anni fa. E' quanto stima l'ufficio studi di Confcommercio.
"Anche se ci sono indicatori, come l'export e la fiducia delle imprese, che iniziano a dare qualche segnale di risveglio, ancora non ci sono effetti di contaminazione sull'economia reale: la ripresa è solo un annuncio, mentre le famiglie e le imprese restano in attesa", ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nella conferenza stampa per la presentazione dei dati dell'ufficio studi.
La parte di consumi che le famiglie hanno destinato a beni e servizi obbligati (abitazione, sanita, assicurazioni, carburanti e servizi finanziari) tra il 1992 e il 2012 è più che raddoppiata, stando a una stima dell'ufficio studi di Confcommercio. "Nel 2013 - si legge nello studio - la spesa pro capite in valore per le spese obbligate sarà di oltre 6.500 euro a fronte dei 2.700 euro che si spendevano nel 1992".
Tra il 1992 e il 2012 la parte di consumi che le famiglie destinano a beni e servizi obbligati, inclusi gli affitti imputati (cioè la spesa teorica per l'abitazione attribuita alle famiglie che vivono in case di proprietà) è costantemente aumentata passando dal 32,3% al 40,5%. Allo stesso tempo è crollata la parte di spesa che le famiglie orientano all'acquisto di beni commercializzabili, passata dal 51,4% del 1992 al 39,8% del 2012. Parte dell'aumento dell'incidenza dei consumi obbligati registrato negli ultimo 20 anni, secondo l'ufficio studi di Confcommercio, "è derivato da una dinamica dei prezzi particolarmente accentuata" delle spese obbligate. I consumi obbligati hanno infatti mostrato un'inflazione media annua superiore del 66% rispetto a quella dei commercializzabili e del 34% rispetto al dato medio.