Stanotte alle tre (ora italiana, le 21.00 negli Stati Uniti) Barack Obama ha rivolto agli americani un discorso di circa 15 minuti, in diretta televisiva, dedicato interamente alla questione siriana.
Il presidente si è impegnato a ponderare con la massima attenzione ogni possibilità di soluzione pacifica collegata alla recente proposta russa di chiedere a Damasco la cessione del controllo del suo armamento chimico alle autorità internazionali. Ma Obama ha voluto rimarcare che Washington non intende mollare la presa su Damasco, intanto perché - per ora - alla Casa Bianca prevale lo scetticismo sul pieno rispetto siriano delle condizioni che renderebbero innocue le armi chimiche, e poi perché gli Stati Uniti devono, ovviamente, fare qualsiasi cosa per prevenire un uso di quegli stessi armamenti contro gli interessi americani e ciò comporta obblighi e conseguenze.
Nel caso si rendesse inevitabile un intervento armato in Siria, si tratterebbe di una operazione di durata e di obbiettivi limitati, senza rischi per gli Stati Uniti di ritrovarsi in situazioni complesse, pericolose e dispendiose come quelle afghane e irachene: "mai nessun soldato americano sul suolo siriano" ha assicurato Obama. Insomma, per ora si tratta di attendere gli sviluppi dell'azione diplomatica, chiarendo che se ci saranno dilazioni o distrazioni, l'America non esiterà a usare la forza per difendere i suoi principi e per evitare che il regime di Bashar al Assad possa nuovamente gassare uomini, donne e bambini.