Pier Luigi Bersani resta lontano da Matteo Renzi. L'appoggio al sindaco di Firenze non lo coinvolge. Anzi lo boccia, insieme al suo sostenitore dell' ultima ora, Dario Franceschini. Dallo stesso palco dove appena 48 ore fa il sindaco di Firenze, davanti ad una folla entusiasta, ha in pratica fatto partire la sua corsa alla segreteria del Pd, ottenendo l'adesione del ministro per i rapporti con il Parlamento, esterna tutte le sue perplessità.
"L'operazione non mi convince", dice secco davanti alla platea che l'accoglie con una standing ovation. "Non possiamo solo organizzare tifoserie e plebisciti senza contenuti", aggiunge. Per Bersani, insomma, Renzi non si è ancora Addentrato nelle vere questioni di chi si propone come leader "del primo partito in Italia".
E tra una valutazione e l'altra trova anche il modo per replicare scherzosamente ad alcune battute del sindaco su di lui. Mi ha visto un po' spompo? Ma se sono anche abbronzato....". E la foto che ritrae Renzi con una maglietta a messa a come una bandana? Sta meglio a me, replica divertito Bersani. "Chi si candida a segretario - osserva rifacendosi serio l'ex leader del Pd - deve dire qualcosa di preciso sulla sua idea di partito e quindi anche di sistema politico e di Italia, senza concedere troppo al difetto degli ultimi anni", quando "i partiti" sono stati considerati alla stregua di "appendici, specie di protesi dei leader".
Bersani rivendica un ruolo preciso alla sinistra, che non vede nell'impostazione di Renzi: "Deve essere non una componente, ma il lievito del Partito Democratico". Un taglio con gli "ultimi tempi" nei quali - sostiene Bersani - "la sinistra è stata considerata un po' l'abbellimento della destra, mentre invece ha una sua visione". "Non c'è un solo candidato, come pensa Fioroni, che ha fatto una curva sovietica sull'unico candidato. In corsa per la segreteria del partito, quando le candidature saranno ufficiali - prosegue - ci saranno 4-5 persone. Ci sarà una maggioranza ed una minoranza, forse più minoranze, nessun problema, anzi sarebbe tutta salute".
Ma il candidato 'di' Bersani resta un mistero. I cronisti insistono, a chiederglielo, l'ex segretario risponde sempre con un sorriso e la bocca cucita. Anche se le indiscrezioni parlano di una possibile convergenza su Cuperlo. Quanto alle primarie "quelle per il segretario devono essere aperte a chi aderisce al Pd", quelle per il candidato premier della coalizione "aperte a tutti quelli che si dichiarano di centrosinistra", spiega. Si avvicina il 9 settembre, quando si discuterà della decadenza di Berlusconi: "La palla è nel loro campo, mi auguro che riflettano ed evitino, se le cose andranno come pare, traumi al Paese. Noi non potremmo concedere a Berlusconi quello che non concederemmo a nessuno dei nostri. Deve prevalere lo stato di diritto, le leggi devono essere applicate".
La folla applaude. Poi Bersani fa il canonico giro tra gli stand: qualche applauso, e tra la gente che lo segue, un paio di giovani reclamano: "Dicono che a sentire Bersani, a pensarla come lui ci sono solo anziani. Non è vero, noi chi siamo? Abbiamo 22 e 28 anni, siamo d'accordo con l'ex segretario". Arriva Rosi Bindi, anche lei non è stata ammaliata dal rottamatore: "Adesso sembra che se c'è Renzi si vince, altrimenti si perde. Io voglio battere il centrodestra con un programma di centrosinistra che strappi voti anche agli elettori di destra", dice.