A poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico il mondo della scuola sarda appare già in piena emergenza. I sindacati lamentano anche quest’anno i tagli del personale, le mancate immissioni in ruolo ma anche le preoccupazioni per la situazione degli edifici scolastici e le manutenzioni. Crediamo che la scuola debba essere uno dei settori su cui puntare prioritariamente l’attenzione del governo regionale e non possiamo non rilevare che questi quattro anni di governo Cappellacci hanno peggiorato e di tanto la situazione.
È mancata prima di tutto una riforma complessiva del sistema istruzione che potesse finalmente dare risposte immediate ad un settore in gravissima difficoltà. E quando sono arrivati i tagli del Governo nazionale l’attuale giunta di centro destra non è stata capace di trovare soluzioni per cercare di arginare gli effetti negativi legati alle minori risorse a disposizione. Men che meno è riuscita a difendere gli interessi della nostra Regione, dei nostri studenti, in una parola sola: del nostro futuro.
Alla Sardegna, infatti, è stato applicato un dimensionamento scolastico che non ha tenuto conto delle peculiarità del nostro territorio. Questo ha creato un intollerabile incremento della dispersione scolastica che pone la nostra isola ai vertici nazionali di questa drammatica classifica. A tutto questo si aggiungono scelte scellerate come il commissariamento delle Province che ora rischia di creare non pochi problemi nella gestione delle manutenzioni degli edifici scolastici. Un quadro generale desolante per il quale chiediamo interventi immediati, nella consapevolezza che a questo punto si potrà solo tentare di limitare il più possibile una situazione davvero disastrosa. Com