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Ad Arcore Berlusconi fa i conti senza l’oste: tra poco andrà agli arresti ma nel frattempo è tentato dal voto anticipato.

Gli italiani ancora non si rendono conto di quanto possa essere pericoloso l’ex cavaliere. Un pluripregiudicato che pretende la grazia e poi voler continuare ad essere un punto di rifermento per milioni di italiani (sono da compatire se si fanno guidare da uomo, ormai riconosciuto pienamente come persona atta abitualmente a delinquere) dopo i suoi furti (come hanno stabilito tre gradi di giudizio) ai danni degli azionisti delle sue aziende che gonfiando i prezzi sugli acquisti si procurava fondi neri per poter poi corrompere, comprare sapendo che molti esponenti del nostro famigerato corpo politico sono lì solo per fare soldi e basta. E questi intontiti suoi elettori sono sicuramente abbacinati da questa poco degna persona e inconsciamente pensano che veramente sia un perseguitato dalle toghe rosse. Poveri loro che non sanno quello che fanno. E poveri loro che non sanno dove stanno.

Il neo condannato e pregiudicato, pretende anche l’autodistruzione del Pd (cosa facile dal momento che quando c’è da fare la cosa giusta sbaglia sempre e, infatti, ha salvato più volte dalla morte politica il re del ‘bunga bunga’) ma al momento il partito voluto da Romano Prodi che poi è stato da esso ‘ucciso’ come presidente della repubblica, pare graniticamente orientato a far rispettare la legge affermando che è uguale per tutti. Chi ruba va in galere e basta. Se poi a delinquere è un presunto uomo di stato, questi dovrebbe andare in galera più degli altri perché doppiamente responsabile.

Quindi, essendo appunto la legge uguale per tutti, il berlusca deve essere messo agli arresti senza se e senza ma. Come tutti i normali cittadini. Ed essendo egli meno uguale perché si è macchiato di gravi delitti. sarebbe stato opportuno dargli il doppio della pena. In attesa che il potere divino ce lo tolga dagli occhi. Bastaaaa!!!. Siamo stanchi di leggere solo delle malefatte di quest’uomo. Dopo vent’anni allora diciamo basta, portatecelo via per sempre. Vogliamo vivere in un paese normale da cittadini normali che lavorano per far rinascere la nostra bella nazione sperando che per sempre possa essere deberlusconizzata.

Nel frattempo sentiamo parlare ancora di un approfondito giro d'orizzonte sul quadro politico attuale. Infatti, con questa, astrusa formula di rito con la quale le agenzie descrivono l'incontro serale, ieri, ad Arcore, tra Angelino Alfano e Silvio Berlusconi. Dietro le frasi di circostanza, un braccio di ferro durissimo fra PdL e Pd, la determinazione di Berlusconi di non farsi estromettere da un ruolo attivo in politica, la fermezza del premier Enrico Letta nel proseguire l'attività di Governo.

E soprattutto, il ruolo ancora una volta determinante del capo dello Stato Giorgio Napolitano. Che in caso di crisi di governo potrebbe tentare la composizione di una nuova maggioranza mettendo a rischio la coesione del PdL.

"L'obiettivo del Cavaliere - scrive Ugo Magri su La Stampa - è invece proprio quello di provocare la crisi e di tornare alle urne il più presto possibile, senza perdere altro tempo. Questa frenesia ha una spiegazione. Prima incomincerà la campagna elettorale, e più a lungo Berlusconi vi potrà partecipare a piede libero; dopo il 15 ottobre, invece, penderà sul suo capo la condanna a un anno di carcere (nove mesi effettivi da scontare), per cui un ritardo delle urne lo costringerebbe a guardarsi gli ultimi comizi dalla televisione. Poi c'è un altro calcolo che spinge l'uomo a stringere i tempi della crisi: da novembre gli scatteranno come una tagliola le pene accessorie, tra cui l'interdizione dai pubblici uffici".

"Berlusconi ieri è tornato a valutare anche l'ipotesi estrema - scrive Paola di Caro sul Corriere - le dimissioni di massa dei suoi deputati, se Napolitano insistesse a non voler sciogliere le Camere. Perché appunto il voto sarebbe l'extrema ratio per provare a resistere, quando tutto venga a mancare, nonostante le immense difficoltà che ci sarebbero per ottenerlo, per gestirlo, per vincerlo".

"Ed è proprio su queste difficoltà che l'ala morbida, capeggiata da Alfano, sta tentando in queste ore di spiegargli, per farlo arrivare al vertice previsto per domani ad Arcore senza decisioni drammatiche già prese. È proprio su questi tasti, sulla necessità di estrema cautela che ha battuto ieri sera Angelino Alfano: «Le elezioni non sono affatto scontate, tutt'altro. Napolitano farà di tutto per non concederle, visto che è quello che ha sempre detto», ha insistito il segretario, spiegando quello che per tutto il giorno hanno ripetuto le colombe del partito: per andare al voto subito bisognerebbe sciogliere le Camere entro la fine di settembre, tempi quasi impossibili".

Se si votasse oggi Silvio Berlusconi, a dispetto delle vicende giudiziarie, avrebbe quasi il doppio dei seggi in Parlamento. Lo rivelano tre sondaggi effettuati tra 30 luglio e 5 agosto dagli istituti di ricerca Swg, TecnF e Ipr Marketing, secondo i quali il centrodestra ha un vantaggio che oscilla tra il 5,5% (Swg) e l'1,5% (Ipr). Il cavaliere avrebbe quindi un 36% di consensi contro il 33% del centrosinistra, con un'arma in più, l'attuale legge elettorale.

Se la spaccatura tra Pdl e Pd sull'agibilità politica dell'ex premier portasse gli italiani alle urne con il Porcellum, al centrodestra andrebbero 340 seggi alla camera e 200 al Senato. In picchiata invece i seggi al centrosinistra da 339 a 159, con il Pd che passerebbe da 293 a 123 alla Camera. Il Movimento 5 Stelle invece avrebbe perso molta della fiducia degli italiani, sempre secondo i tre istituti di ricerca. I grillini al momento potrebbero conquistare a Montecitorio solo 87 seggi invece degli attuali 106.