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Mauro: la strada è quella indicata dal capo dello Stato

Al Meeting di Rimini il ministro della Difesa Mario Mauro conferma il ruolo dell'Italia nelle 36 missioni all'estero in altrettanti Paesi. "Quando succede qualcosa - ha sottolineato nel corso del suo intervento - serve qualcuno che si metta in mezzo. Quando si fa interposizione, esattamente come succede nel vicolo di un paese, è ragionevole non essere mingherlini". Gli equipaggiamenti e la forza militare, per Mauro, servono non "per esibizionismo o logica muscolare, ma per una ragione di opportunità". Ragioni spiegate pochi minuti dopo, su Rainews24, nell'intervista concessa al direttore Monica Maggioni.

"Nell'agosto 2003 è cominciata la missione Isaf in Afghanistan- ha detto il ministro Mauro - Da allora abbiamo agevolato il contenimento del conflitto, che sarebbe costato molte vite umane in più. Gli studenti erano 800mila e tutti maschi, ora il 35% sono donne e gli studenti sono più di 4,5 milioni. Garantire la sicurezza costa: abbiamo 5mila italiani all'estero", ha ricordato il ministro Mauro.

"Le commissioni parlamentari devono prendere conoscenza di cosa comporta la nostra presenza in Libano, Kosovo, Bosnia: cosa siamo chiamato a fare è sotto gli occhi di tutti".

"In India si sta concludendo l'indagine sul caso dei nostri marò, io credo però che rallentamenti dei tempi della giustizia possano accadere dappertutto", ha detto Mauro non pronunicandosi sui tempi della conclusione del precesso ai due fucilieri di marina italiani in India.
Inevitabile uno sguardo al difficile contesto politico nel quale si muove il governo Letta: "Tutti sono ben consapevoli che non possono ribaltare il giudizio di pochi mesi fa: l'Italia ha bisogno di un Governo stabile - è la convinzione di Mauro - Questo aiuta a comprendere il senso di responsabiiltà con cui dare risposte ora. Poi siamo più che consapevoli che il tema dei rapporti fra giustizia e politica pesa sui destini del Governo ma sarebbe un errore far dipendere da questo il futuro del Governo".

Come se ne esce? "C'è una strada - risponde Mauro al direttore di Rainews24 Monica Maggioni - né Senato né Camera sono il Quarto grado di giudizio.  Ma nelle ciricostanze attuali, riconoscendole come straordinarie, c'è la strada indicata dal capo dello Stato: riflettere sulle condizioni del nostro sistema di giustizia e laddove si trovassero convergenze, io troverei del tutto plausibile che le convergenze votate insieme dal Parlamento siano poi introdotte nella vita politica del Paese attraverso atti di clemenza. In altri momenti straordinari della propria storia il Paese ha saputo emanare provvedimenti di amnistia", ha ricordato il ministro Mauro.