I sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi hanno iniziato a marciare verso la sede della Corte Costituzionale al Cairo. Le forze di sicurezza ed i militari egiziani sono stati schierati intorno all'edificio. La manifestazione è stata quindi confermata, mentre i Fratelli Musulmani hanno cancellato altre dimostrazioni che erano previste nell'area di Roxy, vicino al palazzo presidenziale, per motivi di sicurezza.
I militari non resteranno "in silenzio di fronte alla distruzione dell'Egitto".
L'avvertimento arriva da Abdel Fattah al-Sisi, capo delle forze armate e uomo forte del paese arabo. "Chiunque pensi che la violenza metterà in ginocchio lo Stato e gli egiziani, riconsideri le proprie posizioni", ha sottolineato al-Sisi nel corso di un incontro con militari e comandanti della polizia.
"Non possiamo stare fermi e silenti rispetto a ciò che sta accadendo, non è possibile". Lo ha detto il premier, Enrico Letta, commentando la situazione in Egitto al Meeting di Cl a Rimini. "E' il dramma dei nostri giorni - ha aggiunto -: si vedono quelle immagini e si discute dei turisti in vacanza".
Mentre continua in Egitto la violenta repressione dei Fratelli musulmani, che ha già provocato da mercoledì oltre 800 morti, da alcuni giorni sono aumentati nel Paese gli attacchi che prendono di mira la comunità cristiana. La scuola francescana di Bani Suef, in Egitto, è stata data alle fiamme da un gruppo di islamisti, che hanno poi fatto sfilare tre suore per le strade come se fossero prigioniere di guerra, prima che una donna musulmana offrisse loro rifugio.
Altre due donne che lavoravano nella scuola hanno inoltre subito molestie sessuali mentre provavano a farsi largo tra la folla. A raccontarlo è suor Manal, la direttrice della scuola, che in un'intervista telefonica di circa un'ora ad Associated Press ricostruisce quanto accaduto mercoledì, poco dopo i brutali raid delle forze di sicurezza per sgomberare due sit-in pro Morsi al Cairo, che hanno provocato un bagno di sangue.
Da allora gli islamisti hanno attaccato decine di chiese, oltre che case e negozi di proprietà della minoranza cristiana, e sono già due i cristiani uccisi. Sembra trattarsi di una campagna di intimidazione mirata a intimare ai cristiani fuori dal Cairo di restare fuori dall'attivismo politico.
Nelle province a sud della capitale, come appunto Bani Suef e Minya, la comunità cristiana teme ora attacchi imminenti e in due monasteri a centinaia si sono raccolti oggi perché intendono difendere le strutture.
Moschee danneggiate, musei saccheggiati, reperti inestimabili rubati. La crisi egiziana non ha lasciato solo morti sul terreno ma anche una scia di devastazione nei luoghi del patrimonio storico dell'Egitto.
Il Malawi National Museum, uno dei più famosi del Paese, sito nella città di Minya (250 km dal Cairo), è stato saccheggiato e danneggiato da vandali che, oltre a rubare alcuni preziosi, ne hanno distrutto altri e aperto i sarcofagi, secondo quanto ha riferito il ministero delle Antichità che ha puntato il dito contro i sostenitori dei Fratelli Musulmani.
Questi ultimi, riferisce il ministero, avevano organizzato un sit-in nel giardino del museo, ma poi sono entrati con la forza nell'edificio distruggendo anche le camere di sorveglianza. Una stima ufficiale dei danni non è stata resa nota mentre il ministero sta ancora compilando la lista per evitare che i preziosi vengano contrabbandati nel Paese.
L'Unesco e l'Interpol prevedono di inserire le opere rubate su una 'lista rossa' per evitare che siano commercializzati fuori dal Paese. "E' una grande perdita, sono molto rattristato da ciò che hanno fatto", ha detto il ministro delle Antichità, Mohamed Ibrahim. Il museo rimane chiuso, ha precisato il ministro, mentre tutti i siti archeologici e gli altri musei del Paese continueranno a stare aperti, ma chiuderanno due ore prima del previsto a causa dell'instabilità del Paese.
In questi ultimi giorni sono state bruciate e razziate oltre 40 chiese cristiane, cattoliche, ortodosse ed evangeliche; danneggiate anche alcune moschee: sul web circolano diverse foto che mostrano la devastazione nella moschea di Rabaa al-Adawiyah, a Nasr City (distretto del Cairo) dove sono visibili i danni provocati alla struttura; danni ingenti anche alla moschea di al-Fatah al Cairo dove ieri la polizia è intervenuta per sgomberare gli "irriducibili" dei Fratelli Musulmani.