Press "Enter" to skip to content

Epifani: Berlusconi prenda atto della sentenza e si dimetta ma il Pdl gli salta addosso per aver osato dire quello che è giusto.

"Bisogna abbassare i toni. Al di là di quello che ha detto è meglio il riserbo per chi ha una funzione di giudice, anche se dall'altra parte sono arrivati attacchi non accettabili. Il gioco al massacro deve finire, per non indebolire le istituzioni". E' quanto afferma il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, in una lunga intervista al Corriere della Sera, commentando la polemica sul presidente della sezione penale della Cassazione, Antonio Esposito, che ieri, parlando con Il Mattino, ha spiegato, salvo poi smentire, che Berlusconi è stato condannato "perché sapeva" e non perché "non poteva non sapere".

Per Silvio Berlusconi "non vedo altra possibilità che prendere atto della sentenza e degli effetti che produce, non ci sono strade", dice Epifani, che aggiunge che "gira un video di Berlusconi giovane che dice che, quando uno fosse condannato per evasione fiscale, deve fare un passo indietro".
Sulla stabilità del Governo, Epifani afferma: "Il principio di legalità in uno stato democratico viene prima di qualsiasi valutazione politica".

Sul ruolo del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, Epifani taglia corto: "Non lo si tiri per il bavero". Insomma ci sono, sottolinea, "delle conseguenze di carattere sanzionatorio della sentenza. E su questo terreno non c'è via di uscita". Sul futuro dell'esecutivo, Epifani spiega che "la stragrande maggioranza della opinione pubblica e degli elettori del Pd chiedono che Letta vada avanti".

"Epifani afferma nella sua intervista al Corriere della Sera che il logoramento del governo è un rischio che il paese non può permettersi e poi contraddittoriamente con questo assunto dà un contributo proprio a questo logoramento in due modi: in primo luogo sembra ignorare che l'altro partito che sostiene il governo è il Pdl il cui leader notoriamente è Berlusconi il quale, da anni è sottoposto ad un attacco giudiziario di inusitata violenza". Così Fabrizio Cicchitto, esponente Pdl, in una nota.

"Epifani sapeva benissimo tutte queste cose anche prima di fare l'intesa, per cui adesso il suo, nel migliore dei casi, è un esercizio di ipocrisia e di rimozione. In secondo luogo sulla legge elettorale, come su molte altre cose, se c'è un governo c'è anche un vincolo di maggioranza possibilmente aperto anche al confronto con le forze disponibili dell'opposizione vista la materia di cui si discute. Invece Epifani afferma 'noi partiamo dal nostro testò e poi aggiunge, in modo apodittico, utilizzando uno slogan già lanciato da qualcun altro nel passato peraltro con scarsa fortuna: 'su quello tiriamo diritti'. Tiriamo diritti con chi? In sostanza questa sortita di Epifani ci sembra che apra molti problemi e interrogativi senza risolverne nessuno. In compenso essa non è un buon servizio reso ne al governo né alla maggioranza".

"Il segretario, sia pure transitorio, del Partito democratico ha esplicitamente messo in conto 'la fine delle larghe intese'. Oltre tutto in riferimento a una questione che non è compresa nel programma di governo e su una vicenda delicata, di cui non si può non avvertire la rilevanza democratica, a seguito della quale sia Silvio Berlusconi che il Pdl hanno già escluso riflessi sul governo, assicurando la continuazione del loro impegno". Lo scrive in una nota Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera.

"Guglielmo Epifani, con le sue parole - osserva Brunetta - non ha voluto lanciare una provocazione al centrodestra, non ha cercato la rissa con noi, ha, semmai, provato a sedare quella interna al Pd, lanciando un osso alle componenti giustizialiste ed estremiste, insofferenti del governo Letta e desiderose di liberarsi al più presto da quel vincolo. La stabilità del governo, come volevasi dimostrare, dipende dalle divisioni e dalle lotte intestine al Pd. Noi - conclude - ci limitiamo a fare il nostro dovere: incalzare l'esecutivo, che sosteniamo e sosterremo, sui temi concreti che riguardano il futuro dell'Italia".

"Difendere il principio di legalità, come ha fatto Guglielmo Epifani in un'intervista al Corriere, non è ne una provocazione, ne un calcio alla stabilità. E' solamente ribadire il principio sacrosanto di ogni moderna democrazia, secondo il quale tutti siamo uguali di fronte alla legge e alle sentenze e nessuno può invocare una sovranità speciale. In una democrazia, di fronte alla legge, non ci sono cittadini di serie A o di serie B. Credo che il Pdl sia consapevole di questa ovvietà. Penso che, in queste difficili giornate, sarebbe il caso di abbassare i toni e di cessare gli attacchi a Epifani. I principi democratici, che sono sostanza e non solo forma, valgono per tutti". Lo dice la senatrice del Pd Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali.

E' terminata la riunione della giunta per le elezioni e le immunità del Senato riunita sulle procedure di incandidabilità ed ineleggibilità di Silvio Berlusconi. I membri della giunta hanno terminato la discussione preliminare e raggiunto l'accordo di dare venti giorni di tempo a Silvio Berlusconi per preparare la propria difesa. Il Cavaliere, inoltre, potrà essere audito in giunta qualora lo vorrà, così come spiegato dal senatore Felice Casson. Sarà poi presentata la proposta del relatore, Andrea Augello, e si procederà senza limite d'orario alla nuova riunione.