E' stato consegnato alla Digos di Roma il passaporto di Silvio Berlusconi, come previsto dopo l'emissione del decreto di esecuzione della pena nei confronti dell'ex-premier per il caso Mediaset. A disporre la revoca del passaporto era stata la Questura di Milano e, secondo la procedura, il provvedimento è stato eseguito dalla Digos della Questura di Roma.
"Non mi farò chiudere la bocca da nessuno, neppure da un comunicato del Quirinale. E non accetto di essere indicato come un irresponsabile. I veri irresponsabili sono quelli che hanno fatto precipitare la situazione fino a questo punto". Arriva nel pomeriggio la replica il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi.
"So di essere una persona responsabile e ho sempre ricercato e ricerco nel mio impegno politico il confronto, la collaborazione, la conciliazione e il bene del nostro Paese. Questa mia indole tuttavia - osserva - non mi impedisce di esprimere liberamente le mie opinioni personali sulla storia d'Italia e sul rischio che, dopo la sentenza della Cassazione, in assenza di una soluzione politica che restituisca la libertà personale e l'agibilità politica al leader del più importante movimento politico italiano, tutto possa precipitare verso una nuova forma di strisciante guerra civile, che come tutti coloro che non sono ipocriti sanno è un tratto caratterizzante della storia d'Italia, dal dopoguerra in poi".
Poco prima ambienti del Quirinale avevano fatto sapere che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano giudica "irresponsabili" le parole del senatore e coordinatore del Pdl Sandro Bondi che ha paventato il rischio di "una forma di guerra civile" nel caso in cui la politica non fosse capace di trovare delle soluzioni in grado di "rendere possibile l'agibilità politica del leader del maggior partito italiano".
"O la politica è capace di trovare delle soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato e nello stesso tempo rendere possibile l'agibilità politica del leader del maggior partito italiano oppure l'Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti", aveva sostenuto questa mattina, in una nota, il senatore Pdl Sandro Bondi.
Al termine della riunione di ieri alla Camera con Berlusconi, i capigruppo del Pdl, Renato Brunetta e Renato Schifani, hanno fatto sapere di aver chiesto di essere ricevuti al Quirinale dal capo dello Stato per richiedere la grazia per il leader del Pdl.
"La richiesta di grazia al Capo dello Stato è irricevibile" così' come "irricevibile la richiesta di mettere la magistratura sotto controllo politico". D'altra parte "il Pd non si fa ricattare" e "le dichiarazioni di Bondi sul rischio di guerra civile sono al limite dell'eversivo". Il Viceministro Pd Stefano Fasssina chiede al Pdl di "assumersi davanti al Paese le proprie responsabilità rispetto al Governo del Paese".
"A questo punto - ha sottolineato fra l'altro Fassina, parlando a Skytg24- ci sono due possibilità. O il Pdl ritorna dentro l'alveo democratico, oppure i ministri del Pdl che ieri hanno rimesso ad Alfano la decisione sulle loro dimissioni, si dimettano davvero. Ed è evidente che se decidono per le dimissioni il governo Letta finisce. Ma il Pdl dovrà assumersi la responsabilità di spiegare al Paese perchè questo succede e perchè ancora una volta sceglie di anteporre l'interesse del proprio capo a quello dell'Italia".