L'allungamento dei tempi, che fanno prefigurare la pronuncia della sentenza nella giornata di domani, è dovuto al fatto che sono ancora quattro gli avvocati che devono pronunciare le rispettive arringhe: i due legali dell'imputata, Gabriella Galetto, e i due avvocati di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Franco Coppi. Quest'ultimo ha riferito che la sua arringa dovrebbe rientrare nelle due ore di tempo.
Prendo atto della vostra richiesta di stringere i tempi, ma noi non abbiamo problemi: la camera di consiglio può iniziare stasera e poi possiamo aggiornarci domani", le parole pronunciate dal presidente Esposito in aula.
I difensori di Berlusconi, dunque, dovrebbero prendere la parola solo nel pomeriggio: in particolare, dovrebbe essere molto lunga - alcune indiscrezioni parlano di quattro ore - l'arringa dell'avvocato Ghedini. "Non credo di arrivare a parlare due ore", ha invece annunciato il professor Coppi. Tempi così lunghi, dunque, non permetterebbero la chiusura della camera di consiglio in serata: non si esclude anche che l'ultimo dei difensori a parlare (dovrebbe essere il professor Coppi a svolgere l'arringa finale) possa farlo soltanto domani.
Altro nodo da sciogliere è poi quello dell'udienza pubblica che, fissata in calendario da tempo, dovrebbe impegnare domattina gli stessi magistrati del collegio del processo Mediaset. Se dovesse essere confermato lo svolgimento di questa udienza, che riguarda altri processi, certo la camera di consiglio per il caso Mediaset non si terrà domattina.
"Noi chiediamo l'annullamento e, in subordine, l'annullamento con rinvio in appello per violazione dell'articolo 4, cioè false fatturazioni", ha detto l'avvocato Franco Coppi, legale di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset in Cassazione, parlando con i giornalisti durante una pausa dell'udienza. I legali del Cavaliere puntano, quindi, a "derubricare il reato".
Chiediamo l'annullamento e, in subordine, l'annullamento con rinvio in appello per violazione dell'articolo 4, cioè false fatturazioni
"Il procuratore generale ha solo raccontato la sentenza, non mi pare abbia preso di petto i nostri motivi di ricorso", ha detto lo stesso Franco Coppi.
"L'eventuale prescrizione che dovesse venire dopo un rinvio alla Corte d'appello non sarebbe certo colpa nostra".
Sull'eventuale rideterminazione al ribasso del periodo di interdizione dai pubblici uffici per Berlusconi "dal punto di vista tecnico sarebbe più esatto che si proceda con un rinvio al giudice del merito, ma per buon senso e' meglio che decida la Cassazione", ha rpecisato Coppi.
Il pg della Suprema Corte, Antonio Mura, nella sua requisitoria di ieri, pur sollecitando la conferma della condanna a 4 anni, ha chiesto alla Corte di ridurre da 5 a 3 anni il periodo di interdizione disposto per Berlusconi dai giudici del merito.