Lutto nazionale oggi in Italia, nel giorno dei funerali questa mattina a Pozzuoli delle vittime dell'incidente del bus in Irpinia, presente il presidente del Consiglio Enrico Letta e molte autorità insieme alla centinaia di persone che con i familiari piange da ieri al palasport cittadino i propri cari.
"Non lasciamo soli questi nostri fratelli, soprattutto quanti si sono ritrovati senza più sostegni economici". E' l'appello lanciato alle istituzioni dal vescovo di Pozzuoli (Napoli), Gennaro Pascarella, durante l'omelia dei funerali delle 38 vittime della strage del bus di Monteforte Irpino. Il vescovo ha ribadito l'importanza di essere vicini ai familiari "non solo ora ma soprattutto quando i riflettori si saranno spenti".
"E' una giornata che rimarrà scolpita nella mia memoria: bare e carri funebri come in un terremoto. Una giornata di dolore collettivo, dove tutta una comunità si è raccolta a piangere le proprie vittime", ha detto il presidente della Provincia di Napoli Antonio Pentangelo, presente insieme all'assessore Filippo Monaco al palazzetto dello sport di Monteruscello.
"Ai magistrati spetterà fare chiarezza sulla dinamica dell'incidente per trovarne le cause, ad altri mettere in atto strumenti che non permettano per quanto umanamente possibile che si verifichino altri incidenti", ha aggiunto il vescovo di Pozzuoli mons. Gennaro Pascarella.
Per la tragedia ieri sono attesi i primi avvisi di garanzia, anche prima di procedere all'autopsia sul corpo dell'autista del bus turistico precipitato dal viadotto di Monteforte Irpino. Il fascicolo aperto dalla Procura sul terribile salto nel vuoto dopo un chilometro di corsa disperata non è più contro ignoti: i pm hanno individuato i nomi da iscrivere nel registro degli indagati.
Il pullman finito giù dal viadotto sulla A16 Napoli-Canosa andava a forte velocità e avrebbe avuto la porta anteriore aperta o mancante, forse a causa di un precedente contatto con il margine destro dell'autostrada. E' quanto emerso dalla ricostruzione dell'incidente che è costato finora la vita ad almeno 38 persone. Il mezzo potrebbe aver tentato di rallentare senza riuscirci. Secondo quanto emerso dalle varie ricognizioni parti del sistema di trasmissione del pullman erano a terra, oltre un km prima dell'incidente. Ciò indica l'alta probabilità che il pullman fosse già danneggiato, mentre percorreva un tratto in forte discesa.
Ci sono inoltre abrasioni sulla barriera laterale a tratti tra 600 e 800 metri prima. E ancora ci sono abrasioni anche sul muro di margine destro e le barriere metalliche di margine destro risultano spostate, così come il New Jersey in calcestruzzo di inizio viadotto. Questo, secondo quanto si apprende, potrebbe far ritenere, fatte salve ulteriore verifiche, che il pullman per problemi di controllo del mezzo stesso abbia tentato di limitare la propria velocità appoggiando il veicolo sul margine destro,
senza tuttavia riuscirci in modo apprezzabile, dal momento che la velocità segnalata e i danni provocati sul viadotto alle auto e all'infrastruttura indicano un impatto a forte velocità contro la barriera.
"La tragedia rilancia la centralità del tema della sicurezza stradale. Aspettiamo le indagini della magistratura in questo caso, ma comunque siamo convinti che sulla sicurezza stradale e sul rispetto di tutte le regole che garantiscono l'incolumità delle persone, bisogna perseverare", afferma il premier Enrico Letta in un colloquio con il Mattino.
Letta, ieri in visita ad Atene, aveva inizialmente pensato di anticipare il suo rientro in Italia per andare direttamente a Pozzuoli, poi si è deciso di rinviare l'arrivo del premier a oggi. "Ho verificato - spiega - che avrei intralciato il rientro delle bare a Pozzuoli e dunque ho soprasseduto all'idea originaria che avevo di andare in Irpinia partendo da Atene. Ho scelto, dopo aver parlato col sindaco di Pozzuoli, che conosco, di andare direttamente ai funerali".
"Ci stringiamo alla comunità di Pozzuoli, ferita da questa immane tragedia - continua Letta - Piangiamo insieme ai suoi abitanti. Conosco la laboriosità dei puteolani che si risolleveranno proprio nel nome e in memoria dei suoi morti".