Dopo il weekend inaugurale a Mogoro, la quindicesima edizione del Dromos Festival si sposta domani (lunedì 29) a Oristano per due diversi appuntamenti. Alle 19, nelle sale della Pinacoteca Comunale "Carlo Contini", si inaugurano le due mostre curate dal critico Ivo Serafino Fenu a cui Dromos affida, come da tradizione, la missione di generare le suggestioni intorno al tema su cui fa perno l’intero cartellone, che in questa edizione si riconosce sotto il titolo KRÍSIS: una personale del pittore Salvatore Garau, “Rosso Wagner e altre crisi”, e “Mattatoio”, mostra fotografica di Gianluca Vassallo.
In serata, alle 20 nel Chiostro dell’ex Asilo Sant’Antonio, secondo appuntamento con Tempo creativo, la rassegna di incontri letterari curata dall'associazione Luna Scarlatta all’interno del Dromos Festival: protagonista Simone Lenzi, scrittore, voce e autore delle canzoni del gruppo rock Virginiana Miller. Nel 2012 è uscito il suo romanzo d'esordio, La generazione (Dalai Editore), dal quale il regista Paolo Virzì ha tratto il film Tutti i santi giorni. La colonna sonora, firmata dai Virginiana Miller, ha appena vinto il Davide di Donatello come migliore canzone originale. A dialogare con Simone Lenzi sarà Cristiano Sanna Martini, giornalista attualmente nella redazione di Tiscali Notizie, e musicista. Reading sulle note di Michele Sanna alla chitarra.
Prodotte dalla Pinacoteca Comunale col contributo della Fondazione Banco di Sardegna, della Banca di Sassari e di Dromos Festival, la due personali di Salvatore Garau, “Rosso Wagner e altre crisi”, e “Mattatoio” di Gianluca Vassallo, sono unite dal tema della crisi. Un tema che, come spiega Ivo Serafino Fenu nelle sue note di presentazione del festival, "se da un lato fotografa una condizione contemporanea caratterizzante, a livello planetario, equilibri geopolitici e ambiente, economia e finanza, modelli di sviluppo e culture, famiglia, rapporti generazionali e sessualità, dall’altro fa presagire cambiamenti profondi e un futuro non necessariamente negativo, fermo restando che il termine greco Krísis, 'la crisi', è divenuto, oramai, un’imprescindibile categoria di confronto nella quotidianità di ciascuno, capace di condizionarne la percezione della realtà e le aspettative prossime venture".
Per Salvatore Garau la krísis è il motore del cambiamento, l’irrefrenabile pulsione spirituale a creare per esistere, essa tracima dalle tele di questo irrequieto e polimorfo artista-musicista-scrittore che, proprio con Rosso Wagner, è stato ospitato recentemente nello Spazio Oberdan della Provincia di Milano. Dopo il “gran nero” di alcuni anni fa, passando per gli arditi accostamenti di verde e viola, adesso, per l’artista, è il tempo del rosso, un rosso inconfondibile, assoluto, liquido o materico, a evocare imprevedibili grumi di figurazione di un mondo in disfacimento eppure in perenne.
Per Gianluca Vassallo il mattatoio è metafora della crisi, della società nella sua iperbole consumistica, dell’essere umano nella sua parabola disumanizzante, discendente ed eterodiretta. Macelleria sociale che poco ha a che fare con mode new age, animalismi vari e integralismi vegetariani, piuttosto icastica rappresentazione del potere, con i suoi riti, la sua "impersonalità" e la sua fatale serialità. Il paragone col Fassbinder più cupo, quello di Un anno di 13 lune, non è per nulla forzato. Icone perturbanti, dunque, al contempo archetipe e futuribili, funeree come un cadavere avvolto nel suo sudario e palingenetiche, come un nascituro all’interno della sua placenta.
Aperte fino al 7 settembre, le due mostre potranno essere visitate dal lunedì al sabato dalle 10.30 alle 13 e dalle 17 alle 20.45 con ingresso libero.