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Pd. E’ scontro sulle regole, slitta il voto di direzione

Conclusione del congresso entro il 15 dicembre e separazione tra segretario e candidato premier, mantenendo la modifica dello Statuto fatta per le ultime primarie: sono due punti della proposta di Guglielmo Epifani alla riunione della direzione Pd. La direzione di oggi non si concluderà con un voto. Visto l'alto numero di iscritti a parlare e gli impegni dei parlamentari in commissione, si è deciso di continuare nella prossima direzione, convocata mercoledì prossimo.

"Questo era ed è un governo di servizio che non potevamo non sostenere. Alla base della nostra scelta c'è la profondità della crisi economica. Una crisi tanto lunga e pesante non l'abbiamo mai attraversata". Il segretario del Pd non nasconde le difficoltà politiche dovute al fatto, spiega, "che noi e il Pdl ci sono differenze profonde, una coalizione eterogenea che poggia su interessi sociali diversi".

Alla luce di tutto questo, il Pd deve riflettere su due punti: come rendere l'azione del governo più efficace e come farsi percepire come soggetto di proposta e sollecitazione. "In una parola, abbiamo bisogno di più forza dell'azione di governo e più forza dell'azione di partito. I nostri gruppi lavoreranno per dare seguito a tutti gli impegni che abbiamo preso".
''Tagliamo la testa al toro, anche se non mi spetta, la mia indicazione è di fare il congresso entro novembre'', ha detto il segretario Pd alla direzione del Pd convocando per il 14 settembre l'assemblea che proclamerà il congresso.

Il candidato premier dovrebbe essere scelto con primarie di coalizione aperte.

''Serve una figura di segretario rivolta all'impegno prevalente del partito''. E' l'indicazione del segretario Pd Guglielmo Epifani durante la direzione del partito. Epifani ha poi aggiunto che il congresso deve partire dai livelli locali e ''procedere rapidamente''.

 Non solo i renziani. Anche i 'giovani turchi' sono molto contrari alla proposta sulle regole avanzata in direzione in particolare sulla data per la presentazione delle candidature e sulla platea degli iscritti per decidere il segretario. ''Se non le correggono, noi votiamo contro''.

"La mia idea è che il candidato premier vada scelto con primarie aperte e senza albo, mentre credo giusto che il segretario venga eletto dagli iscritti nel modo più coinvolgente possibile",  ha detto Dario Franceschini, nel corso della direzione del partito.

Uniti non ci batte nessuno. Così il premier Enrico Letta, alla direzione Pd. ''Ci vogliono - ha affermato Letta - doveri da parte di tutti. Dobbiamo decidere insieme e poi percorrere quella strada''. Il premier ha detto di condividere ''nel profondo'' il ragionamento di Cuperlo sulla necessità di un partito che discuta ma sia unito nelle decisioni. ''Serve un segretario che faccia il segretario e che lavori a preparare un partito che quando ci saranno le nuove condizioni sia pronto a vincere'', ha detto ancora Letta.