Non sono bastate le offese di alcuni leghisti, no. Ieri sera - a Cervia, in Romagna - la ministra era attesa per un dibattito della Festa Democratica, organizzata dal partito al quale la Kyenge appartiene. Ed è stata accolta da una doppia manifestazione di irritata ostilità.
Prima - gesto rivendicato da Forza Nuova, l'organizzazione di estrema destra - sono stati piazzati alcuni manichini vestiti con giubbotti scuri e jeans, imbrattati sul petto di vernice color rosso sangue e corredati da cartelli e volantini con la scritta "L'immigrazione uccide-No ius soli".
Poi, durante l'intervento del ministro davanti al pubblico della festa, una persona non ancora identificata ha lanciato sul palco due banane, finite tra la prima e la seconda fila della platea. "Uno schiaffo alla povertà" e "uno spreco di cibo", ha reagito la ministra dell'integrazione.
Nella rivendicazione del gesto di protesta, scriveva che "tutelare l'identità italiana deve essere di primario interesse, in quanto essa rappresenta la forza da trae linfa la vita stessa del nostro popolo".
I carabinieri della Compagnia cittadina hanno già identificato sei persone quali possibili autori del blitz, mentre il Pd di Cervia ha espresso "assoluto sdegno per l'atto di intimidazione" realizzato da "un gruppo di estremisti nei confronti del nostro partito, impegnato in questi giorni nella tradizionale Festa Democratica. Preoccupazione e stupore per la presenza nella nostra città di vergognosi fenomeni di rigurgiti fascisti".
Non c'è pace per Cecile Kyenge. Eppure è un medico, un oculista. È italiana, anche se nata in Congo. È cattolica. È una madre di famiglia, con regolare marito (calabrese) e due figlie. È anche un ministro della Repubblica, un'onorevole. Ma che cosa le manca, allora?
Forse è un po' troppo "abbronzata", come avrebbe suggerito il Cavaliere qualche tempo fa. Ecco, è vero: la ministra Kyenge ha la pelle nera. Nella nostra italietta stracolma di fobie e avvelenata dalla crisi, questo - per alcuni - è un problema.