Linea soft nei confronti del governo, ma barra dritta sui provvedimenti economici che devono vedere la luce quanto prima, Iva e Imu in testa. Silvio Berlusconi e i vertici del Pdl tirano le somme di una giornata concitata e scelgono di far rientrare l'allarme rosso sulla tenuta dell'esecutivo: nessuna crisi di governo nel breve orizzonte, ma il livello di guardia resta alto, in attesa di definire nel dettaglio la strategia da mettere in atto in vista dell'udienza della Cassazione fissata per fine mese.
Rientrata per il momento l'ipotesi Aventino, così come l'opzione dimissioni di massa, il Cavaliere nel vertice notturno ristretto a palazzo Grazioli torna a placare gli animi dei 'falchi', che spingono affinche' il partito di via dell'Umiltà assuma una posizione netta nei confronti dell'esecutivo.
Sostenere questo governo è l'unica alternativa che abbiamo al momento, è il ragionamento, tanto più dopo i segnali fatti pervenire dal Quirinale e da palazzo Chigi, un warning che non è passato inosservato al Cavaliere. Ma certo, viene spiegato, il Pdl non resterà con le mani in mano fino alla sentenza che, sempre più pidiellini, temono possa essere sfavorevole per l'ex premier, il quale a sua volta non nutre molte speranze. Anche se, viene spiegato, il collegio difensivo punta a dilazionare i tempi, ottenere un rinvio della decisione della Suprema corte.
Intanto, non si placano le fibrillazioni interne al partito, con chi vorrebbe tornare quanto prima alle urne e chi, invece, spinge affinché il governo vada avanti e realizzi gli impegni assunti. Per il momento, dunque, Letta può proseguire il suo lavoro, ma come 'sorvegliato speciale' del Pdl, che lo incalzerà sul fronte fisco. Allo stesso tempo, il Pdl appoggera' anche dal punto di vista organizzativo i referendum sulla giustizia dei radicali, mobilitandosi sul territorio. Nessun colpo di testa, quindi, nessun fallo di reazione, ma certo sul tavolo del vertice di questa sera il Cavaliere si è trovato un ricco dossier con tutte le ipotesi e proposte avanzate dai gruppi di Camera e Senato.
Tra queste, una grande manifestazione di piazza, una mobilitazione permanente, le dimissioni di massa - tutte opzioni in caso di conferma della condanna - fino ad arrivare a non escludere di rivolgersi direttamente al Colle per chiedere la grazia. Per ora, viene spiegato, non è ufficializzata nessuna riunione degli organismi decisionali del partito, ma i pidiellini sono preallertati e pronti ad essere convocati all'occorrenza.