Ripresa, coraggio e soprattutto fiducia. Ecco il messaggio che lancia il presidente della Repubblica agli italiani 'benedicendo' da Monza la partenza della gara contro il tempo dell'Expo di Milano: segno della volontà del paese di non volersi 'ripiegare' su stesso. "Bisogna uscire dalla cappa dell'autolesionismo": vedrete che l'Expo di Milano sarà "il cuore" della ripresa italiana, aveva garantito pochi minuti prima il premier Enrico Letta assicurando il "totale appoggio" del suo Governo ad un appuntamento che dovrà fare da volano all'economia e all'immagine di tutta Italia.
Ma per centrare l'obiettivo - e "superare i ritardi", come ricorda Giorgio Napolitano - bisogna uscire dalle "diatribe domestiche", pensare alla grande, riprendere slancio e fiducia, perché la crisi è si reale ma rischia di andare ben oltre i dati economici per sconfinare nella patologia psichiatrica. "Diatribe domestiche" che non interessano ai cittadini ma che, essendo reiterate e quotidiane, danneggiano non poco l'immagine dell'Italia, come da giorni sottolinea il capo dello Stato.
A cui forse, come peraltro ad Enrico Letta, non sarà piaciuto l'attacco 'ad personam' partito oggi da alcuni esponenti del Pdl contro un ruolo chiave dell'esecutivo, il ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni. Ma non c'è voglia di personalizzare: oggi Napolitano e Letta, in uno studiato gioco di squadra, hanno remato insieme per scuotere l'Italia da una tremebonda visione del futuro fatta di cupa rassegnazione ad un peggio che avanza senza soluzione di continuità.
"Siamo un Paese che ha fiducia in se stesso, che deve averne anche più di quanta ne dimostri, percorso com'è‚ ancora da nervosismi destabilizzanti e da tendenze al pessimismo", ha rincarato il presidente con una chiara sferzata alle forze politiche. Si, perché il Paese è stato rimesso in linea di galleggiamento e non deve assolutamente perdere la leggera brezza della ripresa che si avverte in lontananza a causa delle continue sterili polemiche politiche.
Ed ecco l'Expo di Milano: "una chance straordinaria" per l'Italia, spiegano all'unisono sia Napolitano che Letta che con la decisione ormai irrevocabile di costruire in Italia il più grande appuntamento internazionale degli ultimi quattro anni vogliono lanciare un messaggio di fiducia sulle capacità dell'Italia di maneggiare un evento storico e, contemporaneamente, di allontanare l'immagine di un Paese stritolato dalle mafie e dalle mazzette, inceppato dalla burocrazia ed incapace di dare un'impronta di modernità. Una scommessa gigantesca che ben spiega l'impegno di Napolitano e di Letta che ora chiedono alle forze politiche "unità e coesione istituzionale" per un evento che ormai è una vera e propria priorità nazionale.
"Nonostante le tensioni politiche e istituzionali", i partiti 'responsabili" sappiano riconoscere che c'è in gioco "un'esigenza vitale del Paese". E facciano un passo indietro, per una volta. Per l'expo serve "la più larga convergenza di sforzi, un'autentica feconda coesione sociale e istituzionale", spiega Napolitano facendo ben capire come sia lui che Letta pensino ben oltre il 2014. "L'expo 2015 sarà il cuore della ripresa italiana", conferma il giovane premier da Monza spiegando che l'esposizione universale e' ormai non solo una scelta strategica ma anche simbolica.