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Presentata da Rosanna Floris e Lina Lunesu (PdL) una proposta di legge per introdurre la doppia preferenza di genere nella legge elettorale e una premialità sullo sbarramento per liste composte al 50% fra i generi

«La battaglia per l’introduzione della doppia preferenza di genere non può fermarsi».

Così Rosanna Floris, consigliera regionale del PdL ha introdotto la conferenza stampa per presentare una proposta di legge assieme alla collega Lina Lunesu, tendente a introdurre questa opzione nella nuova legge statutaria elettorale.

«Per me si tratta di una vecchia battaglia che porta la data del 18 novembre 2010 – ha proseguito - giorno in cui risulta protocollata una proposta di legge statutaria che, sull’argomento, mi vede prima firmataria».

«Da subito abbiamo manifestato il nostro disappunto quando in aula, grazie al voto segreto, sono decaduti tutti gli emendamenti all’articolo 27 della legge statutaria, compreso quello per introdurre l’opzione della doppia preferenza di genere».

«Per questo, come altri hanno già fatto, abbiamo sentito la necessità di presentare una nostra proposta di legge che si prefigge diversi obiettivi, il primo dei quali poter correggere la stortura che si è prodotta in aula, lo scorso 20 giugno, attraverso l’utilizzo del voto segreto».

«Con la proposta di legge, intendiamo impegnare l’aula a dibattere seriamente e ampiamente, delle pari opportunità e della doppia preferenza di genere, perché, dell’argomento, se n’è parlato e si è polemizzato quasi esclusivamente sulla stampa e quasi nulla in aula»

«Sia chiaro che solo il grande senso di responsabilità per riuscire ad avere una nuova legge elettorale che superasse tutti i problemi della vecchia legge, ci ha portato a esprimere positivamente il voto finale, nonostante il disagio provato per la bocciatura dei nostri emendamenti».

«Infine – ha annunciato Rosanna Floris - questa proposta di legge introduce una vera novità che è quella di favorire una presenza equilibrata di ciascun genere già nella formazione delle liste. E lo si propone attraverso un sistema di premialità per tutti quei partiti, coalizioni e gruppi di liste presenti in tutti gli otto collegi, che, nella composizione dei candidati, presenteranno una perfetta parità del 50% di presenza fra i generi. A questi, la soglia di sbarramento sarà ridotta, dal 5 al 3% per le singole liste e dal 10 al 7% qualora si tratti di coalizioni o gruppi di liste».

Nel ribadire la volontà che l’aula si esprima compiutamente sulla doppia preferenza di genere, Lina Lunesu manda in soffitta le “quote rosa” definite preistoria, e si dichiara impegnata a creare le condizioni di effettiva parità che si fonda sulla libera scelta dell’elettore.

«Ci interessa operare per introdurre una inversione culturale rispetto a quanto predomina solamente nella politica. E in questa inversione, le donne giocano un ruolo fondamentale perché, nello status quo, anche le donne hanno la loro parte di responsabilità. Infatti, se è vero che le donne candidate sono ancora poche e spesso relegate ai margini delle liste, è anche vero che sono tantissime le donne che, purtroppo, non votano donna».

«Niente quote rosa, quindi, ma ci battiamo affinché il riconoscimento di una presenza femminile più adeguata, sia basata sulla meritocrazia.
Una parola ancora difficile da far digerire alla politica, ma che, invece, in altri campi sta radicandosi. E, manco a dirlo, sono i campi in cui la presenza femminile sta aumentando e acquisendo maggiori responsabilità».

Alla conferenza stampa erano presenti anche i consiglieri regionali del PdL, Gianfranco Bardanzellu e Renato Lai. Quest’ultimo ha espresso la volontà di sottoscrivere la proposta di legge delle colleghe, mentre il presidente del Gruppo, Pietro Pittalis, ha plaudito e sostenuto l’iniziativa della Floris e Lunesu, cogliendo l’occasione per ribadire la posizione del partito sulla doppia preferenza di genere.

«Il partito sostiene la doppia preferenza di genere – ha detto – ma alla condizione che le liste siano composte al 50% da entrambi i generi». Com