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Letta dopo il vertice: triplicati i fondi per l’Italia

Una "grande vittoria" nella lotta alla disoccupazione giovanile, un risultato "di misura" sull'unione bancaria, un "pareggio" sulla Banca europei degli Investimenti. Per Enrico Letta il bilancio del vertice Ue e' nettamente in attivo. Tanto da rilanciare la palla nel campo della imprese italiane, che ora "non hanno piu' alibi" e devono usare quel miliardo e mezzo messo a disposizione dall'Europa per assumere giovani senza lavoro. "Non voglio raccontare balle o essere trionfalistico, ma credo ci sia da sorridere", premette il presidente del Consiglio incontrando i giornalisti al termine del summit.

E' vero che in tema di unione bancaria e sulla Bei il risultato lascia a desiderare: ma sul primo punto il "compromesso" trovato non pregiudica che il "pachiderma" Europa riesca a chiudere la partita entro l'anno, e sul secondo l'arretramento registrato e' compensato dalla ribadita volonta' di fare dell'istituto di Lussemburgo il braccio per il rilancio dell'economia reale. Nessuna delusione, invece, sul dossier più caro all'Italia: l'occupazione giovanile. Letta parla anzi di "passo avanti" senza paragoni nella storia recente dell'Unione, capace di rispondere al montante euroscetticismo. "Siamo riusciti a trovare 3 mld di euro in piu"' che si aggiungono ai 6 già previsti per il primo biennio, rimarca il premier.

Di questi nove miliardi, ben 1.5 andranno all'Italia: un miliardo per il periodo 2014-2015, il resto per gli anni successivi. Al di la' del piccolo giallo sulla cifra finale - gli altri leader parlano di 8 mld complessivi - lui stesso sa che si tratta di una somma analoga a quella messa in campo dal governo. Per giunta spalmata su piu' anni. Forse per questo promette che si battera' per ottenere di piu' allo scadere del biennio.

Resta pero' un risultato "molto più positivo" del previsto: all'Italia erano inizialmente destinati 500-600 milioni, ora quella cifra è "quasi triplicata" e il governo potrà varare il "secondo pacchetto" per l'occupazione. Giorgio Squinzi, tuttavia, non condivide l'entusiasmo del premier: si va nella "giusta direzione", ma la cifra è "modestina", osserva il leader di Confindustria. Parole pronunciate mentre Letta, da Bruxelles, incalza proprio le imprese: "Con la decontribuzione non hanno più alibi" per rifiutarsi di assumere giovani. L'incontro con la stampa gli offre l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

Il primo lo lancia contro Beppe Grillo. "Un sito autorevole - dice del suo blog - ha dato una notizia falsa" sulle condizioni per accedere ai contributi rischiando di far "finire in vacca" l'intero pacchetto occupazione. Con il Pdl, invece, usa l'ironia. Gli attacchi di Brunetta? "Stimoli positivi" all'azione del governo, che rispettera' gli impegni su Iva e Imu, ma senza "sfasciare i conti pubblici". Fin qui il bicchiere mezzo pieno. Resta la parte 'vuota' del summit, che Letta non tace.

Le risorse sono poche e l'anno in corso sara' "il più duro". Le cose potrebbero cambiare nel 2014, ma solo se l'Europa ripaghera' i Paesi virtuosi con "maggiore flessibilità" sui conti pubblici. L'anno prossimo il disavanzo rischia di essere superiore al 2,4 previsto. Cio' limiterebbe i margini di manovra derivanti dalla possibilità di stare sotto, ma intorno al 3% del deficit. Risorse indispensabili per realizzare il programma del governo, visto che per "aggredire la spesa pubblica" senza creare nuovi drammi come quello degli esodati è meglio usare il bisturi che l'accetta.
Per l'Italia, dunque, chi ha rispettato gli impegni dovrebbe essere "premiato". Ad esempio con lo scorporo dei cofinanziamenti ai fondi strutturali Ue. "Abbiamo le nostre idee e ne stiamo discutendo con Bruxelles", conferma il premier, facendo capire che la partita si giochera' soprattutto dopo il voto tedesco di settembre.

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