Sotto la presidenza di Claudia Lombardo, il Consiglio regionale si è riunito nel pomeriggio per discutere il testo unificato 301 e più, teso al riordino del sistema delle Province approvato a dicembre scorso dalla Prima commissione a seguito del referendum consultivo del maggio 2012.
Considerata l’assenza della Giunta, la presidente Lombardo ha sospeso i lavori che sono ripresi alle 16.20.
Sull’ordine dei lavori il capogruppo del Pdl, Pietro Pittalis, ha detto: “Siamo arrivati in limine a questo testo, in un giorno è chiaro che non possiamo esitare un testo esaustivo. Ci preoccupa quello che accadrà dal primo luglio, cosa dovremo dire ai dipendenti delle Province e cosa accadrà nella gestione del patrimonio. Per questo chiedo all’Aula tutta se non sia il caso di stralciare l’articolo 10 del testo (norme transitorie), perché possa essere esitato in tempi rapidissimi, visto che rappresenta la parte più urgente. A quel punto avremo tutto il mese di luglio per confrontarci sul riassetto complessivo del sistema degli enti intermedi”.
Sulla proposta Pittalis hanno parlato due oratori. Contro la richiesta Pit-talis l’on. Diana (Pd) ha detto: “Ci aspettavamo una proposta per un accordo unitario che garantisca la continuità amministrativa delle Province avviando al tempo stesso la riforma. Mi pare che tutto questo non ci sia e per questo con rammarico siamo contrari alla proposta Pittalis”.
A favore della proposta, invece, si è espresso Meloni (Riformatori): “Non è possibile non comprendere la ragionevolezza della proposta Pittalis, dal primo luglio nessuno potrebbe più firmare un atto ufficiale della Provincia a sono pure a rischio gli stipendi dei dipendenti, senza una norma anche transitoria che autorizzi la prosecuzione delle Province”.
L’Aula ha votato la proposta e l’ha approvata a maggioranza
Cossa (Riformatori), relatore di maggioranza, che ha ripercorso i passi del movimento referendario che ha portato a maggio scorso a ri-mettere in discussione l’ente provincia in Sardegna. “Non è evidente-mente possibile rivalutare questo esito senza violare la Costituzionale e tutte le forze politiche sono consapevoli di questo. Le divergenze tra i partiti hanno riguardo tempi e modi di questa abrogazione e le differenti soluzioni circa il trasferimento delle competenze e dei patrimoni”. L’oratore ha ricordato le innumerevoli audizioni delle parti sociali e del Consiglio delle autonomie locali effettuate in questi mesi dalle commissioni consiliari per arrivare all’elaborazione del testo unificato in discussione, che è stato licenziato a dicembre scorso. “ Il testo di legge è composto da 12 articoli e prevede all’articolo 6 il riassetto delle nuove province e all’articolo 7 gli organi provinciali. L’articolo 8 invece disciplina le modalità di elezione di secondo livello”.
Per la minoranza ha esposto la relazione Gianvalerio Sanna (Pd), che ha detto: “Non pensavamo sinceramente che la maggioranza avesse il cinismo che ha mostrato stasera, chiedendo lo stralcio di una legge impresentabile. Questa legge è un abuso e noi non possiamo impadronirci delle istituzioni locali legittimamente elette quali sono le Province. Sono tassativamente disciplinati dalla legge i casi di scioglimento delle Province e questo caso non c’è. Voi state procedendo così soltanto per i vostri ricatti interni: altro che riforme, voi avete scelto di lottizzare tutta la politica, volete a tutti i costi altri cinque commissari da nominare. Ed è questo il collante che vi fa stare ancora assieme, realizzando un’accozzaglia politica quale siete. Chi vuole violare le norme dello Stato non è un riformatore. Noi vi faremo sudare questa legge fino alla fine, non siete i padroni del mondo. E poi, dopo le questioni giuridiche, ce ne sono altre come quelle che riguardano l’interesse personale di alcuni a sciogliere alcuni consigli provinciali per eliminare politicamente alcuni presidenti non graditi.
Diciamocelo in modo comunitario così possiamo vergognarci tutti assieme. Ma voi che credete nei referendum perché vi occupate solo delle province regionali e non vi occupate delle altre quattro province, che secondo i sardi devono essere abrogate ugualmente? Basta questo a dimostrare la vostra ipocrisia. Vi aspetta un fine settimana tribolato e una settimana molto intensa. Noi presenteremo gli emendamenti e la nostra proposta, vedremo come andrà a finire”.
Sull’ordine dei lavori Diana (Pd) ha detto: “L’articolo 10 è in realtà un articolo 1 che consta di sette commi. Dunque, chiedo che la discussione sia fatta per commi”. Aprendo la discussione generale esclusivamente sull’articolo 10, la presidente Lombardo ha spiegato che il regolamento prevede una discussione unica: “Sarebbe un’eccezione non consentita”.
L’on. Porcu (Pd) “ha chiesto una sospensione dei lavori per la redazioni di emendamenti all’articolo 10, altrimenti ci troveremmo in una fattispecie in cui non ci sarebbe consentito di esercitare le nostre prerogative”.
Il primo a intervenire in discussione generale è stato Ben Amara, che ha detto: “Nella mitologia greca cretino è chi osserva i corpi cele-sti. E di cretini ho sentito parlare prima, in quest’Aula. Non si possono cancellare in un giorno le province e non approvo i commissariamenti, sono per una proroga fino a una riforma globale, una nuova architettura dello Stato, visto che i consiglieri provinciali sono stati eletti dalla gente”.
Per Giuseppe Cuccu (Pd) “questa violenza della maggioranza non fa sorridere, è una cosa davvero seria. Voi state sovvertendo l’ordinamento delle autonomie locali perché vi piace commissariare e nominare commissari. I cittadini avevano scelto altri amministratori per le province, non i vostri commissari. Noi vi abbiamo sfidato, non abbiamo paura e non ci spaventa il lavoro”.
Per Franco Sabatini (Pd): “State procedendo con colpi di mano, per occupare le istituzioni in modo illegittimo. Il vostro non è un progetto di riforma che parta da un nuovo modello di sviluppo, che non si incentri sulla grande industria. Il vostro è un progetto di retroguardia. E chiedo ai colleghi che vivono nelle province: perché non ci mettiamo a lavorare a un progetto di riforma vero? Non potete liquidare così i consigli provinciali, eletti legittimamente dal popolo sardo”.