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Bce: il risanamento dell’Italia presenta dei rischi

Il risanamento di bilancio "più graduale" indicato nel nuovo programma di stabilità dell'Italia presenta "rischi", rappresentati da "un'evoluzione macroeconomica peggiore delle aspettative" e "un rallentamento delle entrate rispetto alle dinamiche ipotizzate nonchè maggiori spese".

L'Italia deve "attenersi con rigore al percorso di moderazione del disavanzo specificato nell'aggiornamento per il 2013" al suo programma di stabilità, affinchè "non venga di nuovo superato il valore di riferimento del 3%" di deficit/Pil, una "sfida cruciale per la politica di bilancio del nuovo governo". scrive la Bce nel bollettino.

L'Italia fa parte dei soli sei paesi dell'Eurozona il cui deficit non è salito sopra il 3% del Pil nel 2012, rispettando quindi i parametri del Patto di Stabilità Ue. E' quanto sottolinea la Bce nel suo bollettino mensile. Gli altri cinque membri del 'club dei virtuosi' sono Germania, Estonia, Lussemburgo, Austria e Finlandia.

L'Italia, ricorda Francoforte, è però anche uno dei cinque paesi che ha un debito pubblico prossimo o superiore al 100% del Pil (gli altri quattro sono Grecia, Belgio, Portogallo e Irlanda).

Bene le aste Italia-Spagna-Portogallo, tornano gli investitori esteri
Italia, Spagna, Portogallo hanno registrato nella prima parte dell'anno "un miglioramento delle condizioni del mercato primario dei titoli di Stato, come dimostrano il buon esito delle aste di titoli di Stato"e il rientro degli investitori esteri. Tuttavia - scrive la Bce - alcuni mercati vedono "un nuovo aumento dei rendimenti".

L'Italia è uno dei paesi dell'Eurozona che, nel periodo dal 1999 al 2012, hanno registrato la "flessione più cospicua delle quote di mercato delle esportazioni calcolate a livello mondiale", sottolinea la Bce.

Le economie dell'Eurozona hanno perso oltre quattro milioni di occupati dall'inizio della crisi nel 2008, e le statistiche indicano che "è probabile che l'occupazione si sia ulteriormente ridotta nei primi due trimestri del 2013". Lo scrive la Bce nel bollettino mensile.

Il Pil dell'Eurozona è destinato a calare dello 0,6% nel 2013 per poi espandersi dell'1,1% nel 2014. Sono le ultime previsioni degli esperti della Bce, contenute nel nuovo bollettino mensile di Francoforte. Rispetto alle proiezioni dello scorso marzo, il valore per il 2013 è stato rivisto leggermente al ribasso per effetto dell'integrazione degli ultimi dati sul Pil, mentre il valore per il 2014 evidenzia una lieve revisione al rialzo.

La Bce "continua a ritenere" che le prospettive conomiche per l'area dell'euro "siano soggette a rischi al ribasso, fra i quali la possibilità di una domanda interna e mondiale più debole delle attese e una lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell'area", spiega la Bce.

Le pressioni di fondo sui prezzi nell'area Euro resteranno "contenute nel medio periodo", si legge nel bollettino della Bce, secondo cui "la dinamica monetaria e in particolare quella del credito rimangono moderate" e le aspettative d'inflazione "saldamente ancorate", "in linea con l'obiettivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento".

"L'orientamento accomodante della politica monetaria, unitamente ai significativi miglioramenti osservati nei mercati finanziari dalla metà del 2012, dovrebbe - afferma la Bce - contribuire a favorire prospettive di ripresa economica nel prosieguo dell'anno".

Nel suo bollettino mensile, la Bce "esprime soddisfazione per i progressi compiuti" dai governi dell'Eurozona in campo di "risanamento delle finanze pubbliche e riforme strutturali". "E' essenziale che i paesi dell'area dell'euro non vanifichino gli sforzi profusi per ridurre i disavanzi di bilancio", prosegue Francoforte, "a tale riguardo il Consiglio Direttivo ritiene molto importante che eventuali decisioni del Consiglio dell'Ue di prorogare le scadenze per la correzione dei disavanzi eccessivi restino limitate a circostanze eccezionali".