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Grillo boccia giustamente il presidenzialismo e Napolitano insiste sulle riforme istituzionali

Mentre continua il dibattito sul semipresidenzialismo, argomento spinosissimo per il Pd e ostico per la maggioranza, questa mattina il Capo dello Stato ha ricevuto al Quirinale il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, e quello per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini.

Un incontro che è servito a fare il punto sul percorso da seguire per l'avvio del cosiddetto comitato dei 40. Poco dopo Napolitano ha ricevuto anche il vicepremier Angelino Alfano.

"Sono d'accordo con Letta quando dice che la Costituzione italiana è la più bella di tutte le Costituzioni: ma una Costituzione così bella non può più sopportare il peso e i limiti dell'attuale titolo V" (quello su Regioni Province e Comuni), ha detto nel suo intervento all'assemblea di Rimini il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.

Squinzi ha sul titolo V ha aggiunto: "Bisogna metterci mano con decisione e rivederlo con lungimiranza".

Sulle parole pronunciate ieri dal presidente della Repubblica, sui 18 mesi che sarebbero un tempo congruo per fare le riforme, oggi arriva l'attacco di Beppe Grillo che sul blog scrive: "Napolitano ha detto che 'il governo Letta è un'esperienza a termine', durerà 18 mesi, quando lui sarà alla soglia dei 90 anni. Mi domando, con quale autorità il presidente della Repubblica definisce la durata di un Governo? E perché 18 mesi?".

Dopo l'apertura di Letta, infatti, molti del Pd hanno frenato a fronte invece dell'entusiasmo registrato tra gli esponenti del Pdl. Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, cerca di portare il confronto su altri problemi da risolvere come il "bicameralismo che spesso rallenta l'iter delle leggi" o la legge elettorale che "non è più in grado di assicurare maggioranze stabili".

Quindi, osserva, nessun "tabu'" sul semipresidenzialismo ma "prima bisogna discutere del fatto che un sistema di questo genere deve essere accompagnato da norme rigorosissime su incompatibilità e conflitto d'interessi".

Mentre secondo Maurizio Gasparri (Pdl), le "aperture vanno colte in maniera positiva" e spinge per l'elezione diretta a suffragio universale del Capo dello Stato dotato di poteri reali: "E' la vera svolta democratica del Paese - sostiene - in Italia già è in atto un presidenzialismo di fatto. E' tempo che ci sia un presidenzialismo di diritto".

Antonio Di Pietro invece invita a "metter giù le mani dalla Costituzione" e boccia l'idea del presidenzialismo come una "proposta oscena". Per Nichi Vendola la "destra vuole seppellire la Costituzione".

Il capogruppo 5 stelle al Senato, Vito Crimi, ironizza: "Ogni mattina un italiano disoccupato, un esodato, un invalido al quale hanno tagliato i fondi, una mamma che porta i bambini in una scuola senza il riscaldamento, un precario, uno studente universitario e tanti altri italiani si svegliano con una cosa in comune, con un chiodo fisso in testa, con quel problema che gli rende difficile dormire la notte, quel pensiero che lo accompagnerà per tutta la giornata e fino alla fine del mese: bicameralismo perfetto o una sola Camera? E poi presidenzialismo o semipresidenzialismo".

Il ministro della Giustizia ha ricordato che la riforma della geografia giudiziaria prevede comunque "che entro due anni dall'entrata in vigore, se ci sono delle cose da correggere, possono essere corrette. Con la massima onestà intellettuale noi teniamo fermo, faremo tutto ciò che dobbiamo fare per non fermarlo".

Per Cancellieri il Ddl "è come un treno in corsa e se lo fermi deraglia. Noi non possiamo deragliare, poi evidentemente se sono stati commessi degli errori li ripareremo". Sul Ddl, "la linea del governo - ha sottolineato Cancellieri - è della fermezza più assoluta. Non possiamo permetterci di fermarlo: ci creerebbe problemi all'esterno, perché è una delle cose che abbiamo richiamato per ridare fiducia al nostro Paese; ed all'interno, perché le piante organiche ormai sono state fatte, i trasferimenti sono stati effettuati".

I tempi, dunque, non possono slittare e semmai ci fossero "cose da correggere" saranno corrette successivamente. "Il provvedimento - ha spiegato il ministro - prevede che entro due anni dall'entrata in vigore" ci sia spazio per le correzioni.

"Con la massima onestà intellettuale - ha aggiunto - faremo tutto quello che dobbiamo fare per non fermare il ddl. Poi naturalmente - ha ribadito il guardasigilli - se sono stati commessi degli errori, vi porremo riparo".

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