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Roma, uno su due non vota e ballottaggio Marino-Alemanno

Ignazio Marino al 42,60%, Gianni Alemanno al 30,27. A decidere il nuovo sindaco di Roma sarà il ballottaggio fra due settimane. Staccatissimo Marcello De Vito (M5S) al 12,5% e Alfio Marchini al 9%. Ma il vero dato politico è l'astensionismo record: a votare è andato solo un elettore su due: il 52,8%, oltre venti punti in meno del 2008, quando alle urne si era recato il 73,66% dei romani.

Riconfermato il sindaco uscente a Vicenza: Achille Variati, sostenuto da Pd, Udc ed una lista civica.

Ballottaggio a Siena, dove è in testa il candidato del centrosinistra Bruno Valentini, con quasi il 40% dei consensi. A distanza il candidato del centrodestra con il 23,2%.

Al ballottaggio in pole anche i candidati PD a Treviso, Lodi, Imperia e Barletta dove ha il 42,5% l'ex portavoce del presidente Napolitano, Pasquale Cascella. Ad Ancona ballottaggio con la candidata Pd avanti, mentre sono già sindaci al primo turno i PD Alessandro Volpi a Massa, Marco Filippeschi a Pisa, Alcide Molteni a Sondrio in Lombardia, e a Isernia il candidato della lista civica sostenuta dal centrosinistra Luigi Brasiello.

"Dal voto è emerso il desiderio di voltare pagina e cambiare, c'è bisogno di far rinascere questa città - commenta Marino - E' evidente che non è finita, la corsa elettorale continua e da domani tornerò nelle periferia ad ascoltare le persone". Il candidato di centrosinistra ne approfitta per aprire ad Alfio Marchini, "molto radicato in questa città, ha fatto un'ottima campagna elettorale" ma anche al M5S: "Spero che gli elettori del Movimento Cinque stelle apprezzeranno il fatto che noi molti loro temi li consideriamo temi nostri", chiosa l'ex senatore.

Se Marchini definisce prematuro parlare di apparentamenti o appelli al voto, il candidato pentastellato Marcello De Vito lo esclude e ai giornalisti che glielo domandano, replica: "Fareste un accordo con un partito che nel 2008 ha lasciato 12 miliardi di debito di cui 12 miliardi di contratti derivati?".

Alemanno, da parte sua, perde praticamente in tutti i Municipi, a eccezione del XIV (ex XX), quello corrispondente ai quartieri-bene del Fleming, Cassia e Giustiniana, che storicamente premia il centrodestra: qui il sindaco si impone di misura col 38,5% (tre punti in più di Marino). Eppure proprio il quadrante nord è quello dove l'astensionismo ha colpito di più (48,5% dei votanti). Anche per questo Alemanno, che pure rivendica come un successo il traguardo del ballottaggio, chiama alla mobilitazione in vista del secondo turno, che "è tutta un'altra partita".

"Dobbiamo portare a votare chi non c'è stato", afferma il primo cittadino uscente, che se la prende con la campagna di diffamazione verso la giunta che avrebbe caratterizzato il quinquennio e definisce il derby Roma-Lazio "un elemento di distrazione e blocco di una parte della citta'" che potrebbe aver influito sulla  artecipazione degli elettori. Mentre secondo Andrea Augello, coordinatore del comitato Alemanno, l'astensionismo è colpa di Ignazio Marino, che con la sua campagna fatta di slogan "ha creato la convinzione che non ci fosse una vera competizione" e che ha impedito "un confronto serrato su temi reali e concreti".

II Movimento 5 Stelle, che non arriva al 13%, dimezza invece il 27,3% delle politiche. "C'è un calo" ma non "vistoso come si è sentito dire", ammette il candidato sindaco grillino Marcello De Vito, che fa riferimento piuttosto al 16,6% delle regionali. "Non è corretto confrontare questo dato con quello nazionale, il voto amministrativo è totalmente diverso". E poi, "gli altri partiti hanno messo in campo una forza non solo economica nettamente diversa e abbiamo trovato pochissimo spazio sui giornali".

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