Karima El Mahroug "non ricorda" se ha passato una notte da sola ad Arcore (senza la presenza di altre ragazze), nella residenza di Silvio Berlusconi, nel marzo 2010, quando era minorenne. Né quante volte sia stata ospite dell'allora presidente del consiglio. Ruby depone in tribunale a Milano per il secondo round della sua testimonianza nel processo a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti.
Ruby aveva già deposto nell'udienza di una settimana fa e oggi continua a rispondere alle domande dei pm e poi a quelle delle parti civili e delle difese.
Antonio Sangermano, il pm, le ha contestato di aver lasciato un numero inesistente all'agenzia di Lele Mora e le ha chiesto quale fosse il motivo. La ragazza ha risposto: "non ricordo". E alla domanda "Ha dormito ad Arcore da sola, senza altre ragazze, il 9 marzo 2010?" ruby ha risposto con un altro "non ricordo".
"La mia memoria può fallire, perché a differenza delle intercettazioni io non sono uno strumento", ha fatto notare Karima.
Sotto li profilo legale, le dichiarazioni rese oggi non potranno essere utilizzate nell'altro dibattimento, quello a carico di Berlusconi, aperto davanti a una diversa sezione dello stesso tribunale di Milano.
Ruby ha negato di aver mai raccontato alla sua conoscente e coinquilina di allora Katerina Pasquino di aver avuto rapporti con l'ex premier, come invece dichiarato dalla donna, e sostiene di non aver mai visto fuori da Arcore Nicole Minetti, l'ex consigliere regionale alla quale fu affidata dopo il suo fermo in Questura a Milano nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010.
"Nicole Minetti conosceva la sua età?", ha chiesto il pm Antonio Sangermano. "No", ha risposto convinta Ruby. "Nei suoi tanti contatti telefonici le ha poi confidato la sua vera età?", ha insisto il pm. "No, non credo", è stata la risposta di Ruby.
"Quando mi sono trovata in difficoltà - ha poi detto Ruby raccontando della famosa notte conlcusa in Questura - ho iniziato a chiamare Spinelli (il ragioniere di Silvio Berlusconi, ndr.) - chiedendo se potevo avere un aiuto visto che non potevo avere contatti con il dottor Berlusconi, che si era incavolato perché aveva saputo che gli avevo raccontato un sacco di storie e che in realtà ero minorenne".
Ruby è apparsa peraltro in difficoltà nel motivare come mai dai tabulati emerga una sua telefonata a Spinelli il giorno prima del fermo in Questura.
Sempre a proposito di soldi, i pm insistono: come spiega le sue disponibilità, i 5mila euro che aveva nella borsa quando fu scippata? Come li aveva guadagnati e come spiega il fatto che la sua coinquilina, Michelle Conceicao, nella sua rubrica telefonica aveva il suo numero registrato come "Ruby Troia"? "Bisogna chiederlo a lei. I soldi? Andavo alle serate dal presidente, a volte ci dava duemila euro, a volte tremila, e non è che li spendevo tutti. Abitando con delle ragazze, non fidandomi delle persone con cui convivevo e non avendo un conto corrente mi portavo i risparmi in borsa".
E quell'appunto sequestrato a casa sua? "4 milioni e mezzo da Berlusconi che ricevo tra due mesi, 20mila da Luca Risso 70mila da Dinoia, 170mila che ricevo da Spinelli". Risponde Karima: "Era tutto inventato, lo avevo scritto per farlo vedere alle amiche e vantarmi".
"Ha avuto una trattativa con Berlusconi o con altri per ricevere dei soldi, a prescindere dai rapporti sessuali?", chiede il pm. "Si, la richiesta di soldi per il centro estetico". E nient'altro? "No". "E allora, questo appunto cos'è?" "Una mia fantasia". "Mi permetta di non crederle", obietta il pm. "Se c'era qualcosa di vero non lo scrivevo su un biglietto", risponde Karima.
E tuttavia, obietta il pm, la stessa Karima ha messo a verbale durante le indagini dichiarazioni molto più impegnative sulle serate ad Arcore: " 'Dopo la cena Berlusconi mi ha proposto di scendere presso il bunga bunga. Quella sera mi spiegò - legge il magistrato in aula - che era un harem copiato da Gheddafi in cui le ragazze si spogliavano per dare piaceri corporei'. Come mai ha dato due versioni dei fatti?". "Prima raccontavo cavolate - risponde Karima - oggi mi dispiace di averle raccontate anche a due pm. Oggi sono chiamata a dire la verità".
Ma Sangermano e Forno non mollano la presa: altro verbale, altra versione. Nel 2010 Karima dichiarò: "Il presidente mi propose di dormire a casa sua dicendo che non mi avrebbe chiesto nulla in cambio. Io ero tranquilla perché Lele Mora mi aveva garantito la mia estraneità a qualsiasi attenzione sessuale". "Perché - chiede il pm - a cose vere aggiungeva cose non vere?". Karima: "Come ho detto, ai tempi raccontavo diverse cavolate, bugie, fandonie, panzanate. Non so perché ho raccontato certe cose. Non sapevo perché erano iniziati gli interrogatori. Non sapevo il ruolo delle due persone che avevo davanti. C'erano domande sulla mia vita sessuale, nel raccontare cavolate ho raccontato di personaggi mai visti... Era tutto solo per fare capire che non ho mai fatto la prostituta".
Il ferro è caldo, il pm stringe all'angolo la testimone: "Come spiega che due anni dopo le stesse cose le dicono alcuni testimoni? Qualcuno le aveva descritto quelle scene?". "No - risponde Karima - Ma tutte le cavolate che ho raccontato in passato hanno avuto per sfortuna delle coincidenze con la realtà".