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Avaria o errore umano, la Jolly Nero sperona la torre piloti: 7 morti


"Una tragedia immane": con queste parole il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha salutato in porto a Genova il presidente dell'Autorità portuale, Luigi Merlo, e il comandante della capitaneria di porto, Felicio Angrisano. "Sono qui per esprimere solidarietà alle famiglie dei feriti e a tutte le famiglie".

"Vedremo cosa potremo fare in base a quanto verra' chiesto". Cosi' il premier Enrico Letta ha risposto, al termine della sua visita ai feriti della Torre Piloti ricoverati all'ospedale Galliera, a chi gli chiedeva se il Governo fara' qualcosa per le famiglie delle vittime.

Il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi, ha riferito poco dopo le 16 nell'Aula di Montecitorio sull'incidente di Genova: poco dopo le 23, ieri notte, la portacotainer Jolly Nero ha urtato violentemente la banchina del molo Giano provocando il crollo della Torre dei piloti. Sette i morti i accertati, 4 i feriti ricoverati in ospedale, 2 i dispersi.

"Alle 23 di ieri sera, nel corso della manovra di uscita dal porto di Genova, la nave Jolly Nero urtava la torre di controllo. L'urto ha causato il crollo della struttura - ha detto Lupi alla Camera - Al momento dell'incidente nella torre erano presenti 13 persone. A seguito del crollo si sono interrotte le comunicazioni radio del porto di Genova, ruolo poi assorbito dalle strutture del porto di Savona".

"Il mercantile che ha causato il disastro è stato posto sotto sequestro. La Jolly Nero era in manovra per uscire da Genova diretta a Napoli: è della Ignazio Messina, è stata costruita nel 1995. La Torre di controllo era alta 50 metri: la sala di controllo era all'altezza di 40 metri, la zona operativa aveva due livelli", ha ricordato Lupi.

"Il servizio di pilotaggio è obbligatorio - ha sottolineato Lupi - fermo restando che il pilota a bordo assume il ruolo di consulente per la manovra, della quale resta responsabile il comandante della nave. Il rimorchio portuale è a discrezione del comandante. Due rimorchiatori operavano in ausilio della Jolly Nero: si deve ancora verificare se dovessero essere ancora collegati alla nave" al momento dell'impatto al molo Giano.
"Il comandante tuttavia può sempre provare che il sinistro è stato causato da errate indicazioni rese dal pilota", ha specificato Lupi.

Non si possono escludere, ha detto ancora Lupi "diverse possibili cause del disastro": possibile avarie nella propulsione della nave; problemi nei cavi di trazione dei rimorchiatori; problemi o errori nelle fasi di accosto e/o nella velocità dell'operazione.

Oltre all'inchiesta penale "è in corso un'inchiesta tecnica da parte del ministero dei Trasporti, condotta da esperti di disastri marittimi".
"Nel 2012 nel porto di Genova sono transistate 6.600 navi con 14mila operazioni di manovra. Dal 2008 vi sono stati effettuati investimenti in ammodernamenti e sicurezza per 500 milioni di euro e "dalla stessa data non si erano pi· verificati incidenti", ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti durante l'informativa alla Camera sull'incidente avvenuto questa notte al porto di Genova.

In precedenza, lo stesso ministro Lupi aveva incontrato in mattinata il sottosegertario alla Difesa, Roberta Pinotti, il prefetto di Genova, Giovanni Balsamo, il sindaco, Marco Doria, gli assessori regionali al Lavoro, Enrico Vesco e al Bilancio e Formazione, Pippo Rossetti, insieme ai vertici della Capitaneria di Porto. Le autorità hanno poi visto i parenti delle vittime, fornendo alcuni elementi sulle possibili cause dell'incidente di ieri sera. Su questi si sta concentrando il lavoro della Procura genovese.

I morti - Daniele Fratantonio, 30 anni, originario di Rapallo, operatore della Guardia Costiera; Michele Robazza, pilota, 31 anni, livornese; Davide Morella, 35 anni, di Bisceglie; Marco De Candussio, 40 anni, militare del Corpo delle capitanerie di porto; Sergio Basso, 48 anni, genovese, esperto della 'Rimorchiatori Riuniti' Giuseppe Tusa, 25 anni, siciliano e Marco Decandussio, 40 anni.

I feriti - Maurizio Potenza, 50 anni, centralinista; Enea Pecchi, 40 anni; Giorgio Meo, 33 anni; Gabriele Russo, 42 anni; Raffaele Chiarlone.
Dispersi il maresciallo Francesco Cetrola, 38 anni, il sergente Gianni Jacoviello, 33 anni.

Il presidente della Commissione Lavori Pubblici e Trasporti del Senato Altero Matteoli, esprimendo cordoglio ai familiari delle vittime, si è riservato di valutare l'opportunità "di promuovere come Commissione parlamentare iniziative volte a chiarire l'origine e la dinamica dell'incidente e a esaminare eventuali provvedimenti tesi a evitare il ripetersi di altre simili tragedie".

"Ieri sera mi sono recato sul posto e sono stato diverse ore portando la mia solidarieta - ha detto il sindaco di Genova, Marco Doria - Ho ascoltato tante ipotesi ma non sono la persona tecnicamente qualificata per aggiungere la mia sulla dinamica dell'incidente".  "Aspettiamo - ha concluso Doria - chi ha le competenze tecniche, io voglio rappresentare il dolore della citta".

La prudenza del sindaco oltre che dal dolore per il lutto cittadino è motivata anche dalla gravità dell'accaduto: il comandante della nave Jolly Nero è indagato per omicidio colposo. L'ufficiale, interrogato nella notte in qualità di indagato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Scelta non inusuale in circostanze simili, quando oltre alle responsabilità individuali entrano in gioco quelle della compagnia, anche a fini di copertura assicurativa.

Lo stesso comandante, peraltro, non era al timone al momento dell'impatto. C'era, invece, un pilota del porto di Genova. E' quanto emerge da un primo sopralluogo effettuato dagli inquirenti stamani sulla Jolly Nero.

Durante la manovra effettuata dalla nave per portarsi in rotta verso Napoli, i motori sarebbero andati in avaria e la poppa della nave sarebbe stata sospinta contro lo stelo della torre di controllo, abbattendo la struttura. Il pm Walter Cotugno ha interrogato il pilota che gli ha fornito la sua versione dei fatti.

Il motore della Jolly Nero potrebbe avere avuto un'avaria che le ha impedito di seguire la giusta rotta per uscire dal porto, finendo contro la torre di controllo. E' una ipotesi su cui sta indagando la procura. "Ma al momento non siamo in grado di dare una versione ufficiale sull'accaduto", dice il procuratore Michele Di Lecce. I magistrati hanno acquisito la scatola nera della nave. Il pm Walter Cotugno ha ascoltato i membri dell'equipaggio e il comandante, in tutto una ventina di persone.

Perizie tecniche dovranno accertare se a guastarsi è stato l'inverter, che consente alla Jolly Nero di manovrare anche in retromarcia pur avendo un solo motore reversibile. Ma è anche ipotizzabile che la nave proprio mentre compiva la manovra non abbia avuto la necessaria spinta, una volta posta la prua verso l'uscita dal porto, per vincere l'inerzia che la sospingeva verso il molo.

La Jolly Nero era partita in direzione Napoli, da dove avrebbe fatto rotta per Port Said, Aqaba, Jeddah, Abu Dhabi, Gibuti, Suez, Misurata, Castellon. La portacontainer ha una stazza lorda di oltre 40mila tonnellate, è lunga quasi 240 metri e larga 30. batte bandiera itailana e fa parte della flotta della Ignazio Messina & C, importante compagnia genovese.

La Ignazio Messina si è posta "a disposizione delle autorità competenti" per far luce sulel cause dell'incidente, occorso durante "l'usuale manovra di uscita dal Porto nel previsto bacino di evoluzione che anche le navi della Linea Messina, assistite, come nel caso della Jolly Nero, dai rimorchiatori e con il pilota a bordo, compiono con regolare frequenza".

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