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Napolitano non convince Bersani: “Nel ’76 Governo di minoranza” e poi continua affermando che “A Berlusconi dirò ‘ti conosciamo mascherina’. Noi abbiamo già dato”

"Anche io, a mio modo, ho una proposta di larga intesa. Propongo di svolgerla in un certo modo che permetta un cambiamento e non la fossilizzazione". Risponde così alle sollecitazioni del capo di Stato, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, questa mattina davanti alle telecamere di Agorà. E, aggiunge, questa proposta prevede un governo di minoranza, proprio come avvenne nel 1976.

Bersani ha rilanciato la proposta avanzata nei giorni scorsi: "Si faccia un governo di cambiamento; si istituisca una convenzione per le riforme affidata a chi non governa; si scelga assieme un presidente della Repubblica che abbia una larga base parlamentare".

Riferendosi poi alle parole di ieri di Napolitano sul governo del 1976, Bersani ha osservato: "Nel 1976 c'era uno che governava, ed altri che lo consentivano. Era una forma di governo di minoranza. Io mi sono rivolto al M5S e al Pdl e ho detto 'consentite il governo': loro hanno detto 'no', non io". "La mia idea - ha detto ancora il segretario del Pd - è che questa corresponsabilità comune sia nella direzione del cambiamento, non dell'arroccamento e della paralisi".

Bersani ha sottolineato che, come nel '76, anche nella proposta da lui ribadita c'è una forma di "riconoscimento reciproco" tra i vari poli in campo: "La mia è una forma di governo di minoranza. Nella mia formula c'è' un riconoscimento reciproco. La forma di responsabilità comune io la svolgo in un certo modo, perché un governo in cui ci sono io e Gasparri non è ciò di cui l'Italia ha bisogno". Bersani ha aggiunto anche sul programma è disposto a discutere: "E poi questo 'consentire' da parte degli altri partiti uno lo può sempre revocare; ma c'è l'urgenza di far partire la legislatura con elementi di terapia d'urto" sul campo sociale e su quello della moralizzazione della vita pubblica".

"Altre proposte non fanno per me, e io sono disposto ad un passo indietro per il mio Paese. Se c'è qualcosa al di sotto di questo ci acconceremo, ma non bastano alle esigenze del Paese". "Togliamo di mezzo questa bersanite acuta - ha poi aggiunto - io sono a disposizione: se servo bene, altrimenti mi tolgo di mezzo".

"Non ho detto che il Pd non possa arrivare a elementi di mediazione, a una di quelle soluzioni di mezzo... E tuttavia, ci sarà consentito di dire quello che secondo noi serve al Paese. Vediamo cosa succede", ha aggiunto Bersani alludendo all'elezione del presidente della Repubblica.

"Incontrerò Berlusconi, non abbiamo ancora fissato la data, cercheremo di ragionare sul tema del metodo per arrivare alla scelta del presidente della Repubblica".

Quando? "Vedremo in questi giorni qui, decideremo", ha aggiunto.
Poi rispetto all'incontro Bersani ha osservato: "E' lui, Berlusconi, che non è venuto alle consultazioni quando ero pre-incaricato, io non ho mai avuto problemi a incontrarlo nelle sedi istituzionali".

"A proposito di larghe intese, e governissimi, io ho vissuto la fase del governo Monti. Noi siamo rimasti li' e Berlusconi s'è dato tre mesi prima. E quando lo incontro glielo dico: 'ti conosciamo mascherina'... Noi abbiamo già dato".

"Che non ci venissero a proporre dei governissimi -insiste il leader Pd- Se c'è qualche altra fantasia, ce la dicessero. Ma chi può credere che con Brunetta si possa fare un governo e riusciamo a imbroccare qualcosa?', si domanda il leader del Pd.

 "Ho avuto due 'no', dal Pdl e dal Movimento 5 Stelle. Facciamo pure le commissioni, ma senza governo mi devono spiegare cosa facciamo. Hanno preso 8 milioni di voti e li hanno messi in frigorifero", ha detto il segretario del Pd. "Il Pdl - ha aggiunto - mi ha dato del golpista al mattino e al pomeriggio voleva il governissimo".

Nel Movimento 5 Stelle "c'è troppa arroganza - ha detto Bersani - e poco a poco i cittadini lo vedranno".

"Nno è andare a votare, i problemi sono molto seri. Si può cambiare la legge elettorale, ad esempio tornando al Mattarellum".

"Penso sia giusto consentire la partenza del Governo e poi affidarsi alle dinamiche parlamentari. E vero che si pone il problema di trovare i voti al Senato. Se faccio il Governissimo, di alcune cose non si parla neanche. La differenza è questa. Renzi? Noi siamo fatti così, a differenza di Grillo mandiamo lo streaming non quando ci sono gli ospiti, quando ci sono gli altri. Noi in streaming live abbiamo fatto una Direzione Pd".

"Andare a votare? Governissimo? Sono cose abbastanza diverse. Governissimo è estremizzazione dell'inciucio. Non sono per queste due cose, ok? In caso di elezioni ci sarebbero primarie, per noi sono sacre. Candidarmi alle primarie? Non lo so, ci devo pensare".

Ma ci sono 8 punti percentuali di differenza, stando a un sondaggio Swg, fra un centrosinistra guida Renzi e un centrosinistra a guida BErsani, ricorda Gerardo Greco. Per Bersani è un riflesso "della grande popolarità di Renzi, ma poi le dinamiche elettorali quando si è sotto sono diverse. Renzi può essere una risorsa enorme per il centrosinistra", ha ripetuto Bersani.

 "E quando avrebbe dovuto farlo? Qualche mese fa, quando si è dimesso Monti? Qualche giorno o settimana fa, quando c'è la preoccupazione di dare nu segnale di instabilità fuori dall'Italia. Trovo le critiche a Napolitano non giuste. Non ho chiesto di andare alle Camere, ho lasciato al presidente le valutazioni. Attenzione che finché non c'è chi può dare le carte le pretattiche possono dilagare. Dobbiamo concentrarci sulla scelta del futuro presidente della Repubblica", ha aggiunto Bersani ritenendo esaurito nell'attuale crisi il ruolo di Napolitano: "Tocca al nuovo presidente dare le carte".