Quarto giorno di consultazioni sulla formazione del nuovo Governo, oggi, per Pier Luigi Bersani, impegnato nella difficile ricerca di 'numeri certi' al Senato per la nascita del primo (e forse unico) Governo della diciasettesima legislatura. Consultate da sabato a ieri parti sociali di assai diverso ordine e grado, da oggi iniziano per Bersani gli incontri con le forze politiche. Con il via libera compatto della direzione Pd, convocata ieri sera in una riunione lampo.
Le consultazioni proseguono oggi e domani. Giovedì Bersani è atteso al Quirinale da Napolitano per fare le sue valutazioni e richieste e mettere Napolitano in condizione di tirare le somme sull'incarico: mettere la parola fine all'esplorazione, dare il via libera alla nascita di un Governo che vada la prossima settimana alle Camere a chiedere il voto di fiducia.
Nel pomeriggio la consultazione con la delegazione unitaria di Pdl e Lega senza Silvio Berlusconi, guidata da Angelino Alfano e Roberto Maroni che vanno dal leader Pd insieme - come già accaduto al Quirinale per le consultazioni di Napolitano- per far capire che non c'è margine per decisioni non concordate riguardo il comportamento di voto dei senatori del centrodestra.
Usciti loro dalla sala del Cavaliere di Montecitorio, entranno i montiani di Scelta Civica. Passaggio tutt'altro che scontato, questo, perchè un loro eventuale no al Governo Bersani senza accordo certo con altre forze potrebbe tagliare la gambe definitivamente al lavoro del leader Pd.
"Se anche Mario Monti si sfila - scrive Goffredo De Marchis su La Repubblica - non si può nemmeno tentare l'azzardo. Ieri il premier incaricato e quello uscente hanno parlato a lungo al telefono. Al Professore si chiede un appoggio pieno al governo del cambiamento, sulla base di una forte impronta europeista. Bersani ha sottolineato l'esito del dibattito di ieri alla Camera, la paradossale sintonia di Pdl e Movimento 5stelle in una critica all'Unione. Il tutto condito da attacchi feroci a Monti. Noi ci stiamo, ma vogliamo un esecutivo che non nasca sulla base di uscite dall'aula o voti sparsi, ha risposto il premier". L'esatto contrario, insomma, di quanto insegue il Movimento 5 Stelle.
Bersani chiuderà le consultazioni con gli alleati di Sel di Nichi Vendola, i capigruppo del suo partito e con il MoVimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. Non è ancora dato sapere se Grillo in persona bisserà la consultazione come con Napolitano la scorsa settimana al Quirinale, onde evitare tentazioni di voto autonomo di qualche parlamentare Cinque Stelle. E' invece certa la richiesta di diretta streaming del colloquio con Bersani venuta dai grillini, onde fugare anche solo il sospetto di 'accordi non rivelabili" fra il Movimento e il leader Pd.
Quella vera, per il Corriere della Sera, "inizierà con l'incontro tra Napolitano e Bersani. L'appuntamento al Colle si preannuncia delicato, c'e' il rischio che le tensioni gia' evidenti tra il capo dello Stato e il leader democratico possano trasformarsi in conflitto. Cosa farà allora Bersani - si chiede Francesco Verderami - tenterà di forzar la mano, chiedendo al capo dello Stato il mandato pieno per verificare in Parlamento se il suo governo può conquistare i numeri sufficienti a garantirgli la fiducia? E come si comporterà Napolitano: accoglierà la proposta del preincaricato? o si disporrà alla costruzione di un gabinetto del presidente su cui dovrebbero convergere i voti di Pd e Pdl? Perché se così fosse, se il presidente della Repubblica chiedesse a Bersani di passar la mano, la coalizione di centrosinistra ? ad appena un mese dal voto ? salterebbe e con essa andrebbe gambe all'aria anche il partito che ne e' stato il perno".
In caso di fallimento di Bersani il capo dello Stato - scrive Maria Teresa Meli - formerebbe un Governo con compito "preciso e delimitato: riforma elettorale, riforma del finanziamento pubblico dei partiti, riduzione dell'Imu per determinate fasce di cittadini e (ovviamente) approvazione della legge di stabilità".
"La mission del segretario Pd- si legge su La Repubblica - è quasi impossibile: allargare il gruppo Grandi Autonomie e Libertà (Gal) di Palazzo Madama guidato dagli uomini di Gianfranco Micciche' e Raffaele Lombardo - per radunare un manipolo di senatori di centrodestra pronti a far nascere un governo di centrosinistra. Operazione ardita, ma che alimenta speranze crescenti man mano che la crisi si avvita e le elezioni si avvicinano. Vannino Chiti, a nome del Pd, li ha sondati ancora ieri. E gli ambasciatori di Gal hanno intensificato gli sforzi per rafforzare il gruppo con nuovi innesti dal Pdl. Cinque, sei senatori sono già pronti a traslocare per evitare che la legislatura perisca di morte violenta. I nomi sono per ora top secret, ma l'identikit gia' circola: tutti meridionali, quasi tutti del Pdl".