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Bersani al Quirinale giovedì: “Serve un Governo dei miracoli”

Il premier incaricato Pier Luigi Bersani dovrebbe salire al Quirinale giovedì per riferire al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l'esito delle consultazioni.  Lo ha detto il vicesegretario del Pd Enrico Letta riferendo al gruppo parlamentare alla Camera l'andamento degli incontri che da domani saranno con le forze politiche.

Dice così, riferendosi alla crisi, il leader del Pd Pierluigi Bersani parlando con i cronisti in una pausa delle sue consultazioni. "Avete visto quello che ha detto Confindustria?", ha aggiunto spiegando che anche da parte dei sindacati che ha incontrato oggi è stata manifestata la stessa preoccupazione.

Dunque, secondo il segretario la crisi non è "ancora davanti" e per questo serve un governo: "Anzi - sorride - servirebbe un governo che fa miracoli".
"Non abbiamo mai litigato", assicura Bersani, spiegando che non c'è stato alcun problema tra lui e Matteo Renzi. La Direzione di questa sera, chiarisce il leader del Pd, non avrà all'ordine del giorno la discussione tra piani 'A' e 'B' di governo: "Parlerò agli organismi del partito, come dovrebbe fare il segretario sempre", ha spiegato Bersani. 

Bersani va avanti: "Mi rivolgo a tutti"

Il presidente Giorgio Napolitano invita a "pensare all'interesse generale del Paese", parole che vengono interpretate come una sollecitazione a Pier Luigi Bersani a non escludere forme di collaborazione con il Pdl; scenario questo proposto al segretario del Pd anche da alcune delle parti sociali che egli ha incontrato in giornata. L'interessato ha replicato evitando parole polemiche verso il Pdl, ma ribadendo il profilo della propria proposta che e' indirizzato "a tutto il Parlamento".

Di prima mattina Napolitano, a margine della commemorazione dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, ha detto che "abbiamo bisogno di unità, ma anche di pensare adesso all'interesse generale del Paese e di dare continuità alle nostre istituzioni democratiche". E nel pomeriggio, alle celebrazioni di un'altra strage nazista, quella di Sant'Anna di Stazzema, alla domanda sulle sue aspettative riguardo alla nascita del governo, il Capo dello Stato si è dichiarato "fiducioso".

Il richiamo alla responsabilità è certamente indirizzato a tutte le forze parlamentari, ma sono state lette come rivolte soprattutto a Bersani, che anche ieri aveva escluso un accordo con il Pdl che togliendo la fiducia al governo Monti, aveva "lasciato tutti con il cerino in mano". Ostilità a questa prospettiva ribadita oggi anche da Nichi Vendola: "come si può immaginare di fare un governo insieme a quel personaggio che con i suoi assedia i tribunali?".

L'alternativa sarebbe cercare il consenso di M5S. Ma proprio oggi Beppe Grillo dal suo blog ha rivolto nuovi insulti a Bersani ed anche ai presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini. Certo, sullo stesso blog i fan di Grillo che lo sollecitano ad un accordo sono altrettanto numerosi di quelli contrari. Ma lo stesso ex comico ha tagliato corto accusando i primi di essere "pagati" dai partiti. Nel Pd c'e' chi spera che la stessa divisione si verifichi tra i senatori 5 Stelle; ma cio' dovrebbe manifestarsi entro 48 ore per poter spingere Napolitano a dare a Bersani un incarico pieno.

Dopo le parole forti di ieri di Berlusconi, oggi dal Pdl sono giunti appelli a Bersani per un governo di larghe intese: "Rappresentiamo una grande parte del Paese, non possono fare a meno di noi", ha scritto su Twitter Angelino Alfano. Bersani al termine delle consultazioni ha evitato parole dure contro Pdl e Berlusconi, ed ha precisato che la sua proposta è rivolta "a tutto il Parlamento, e si basa su uno schema che consente a ciascuna forza parlamentare di riconoscervisi". Lo schema e' sempre quello del doppio registro: le riforme istituzionali ed elettorale, su cui far convergere il consenso di Pdl e "montiani" (a loro volta in subbuglio), e l'azione di governo orientata al "cambiamento". Ma per essere accettato dal Pdl, questo schema richiede la garanzia che una volta insediato il governo non approvi norme "anti Cavaliere".

D'altra parte il pdl avrebbe sempre il coltello dalla parte del manico: nel caso fossero approvati provvedimenti ostili, basterebbe presentare una mozione di sfiducia per mettere la parola fine al governo Bersani Insomma, ha ammesso ancora Bersani una "strada stretta" ma comunque "la piu sensata", perché le altre sono "più complicate". La grande coalizione sollecitata da alcuni interlocutori incontrati oggi significherebbe "un rinchiudersi dei partiti nel fortino, e a quel punto - ha detto Bersani - Grillo prenderebbe la Bastiglia".

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