Alle 17,28 il Presidente è uscito dal colloquio col leader del Pd per dare l'annuncio del nuovo governo: "L'incarico di oggi è il primo passo di un cammino".
Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, era al Quirinale per il colloquio con il Capo dello Stato dalle 17.
«Inizia oggi una fase decisiva per dare all'italia un nuovo governo», ha esordito il presidente, parlando davanti ai giornalisti dopo aver incontrato il leader del Partito Democratico. «L'incarico che sto per dare costituisce il primo passo di un cammino che dovrà condurci al più presto al raggiungimento dell'obiettivo».
Napolitano ha invitato ad affrontare i «problemi che esigono la nascita di un esecutivo e una normale e piena attività legislativa». «Serve un governo per un avvio normale della fase legislativa», ha poi detto Napolitano, ricordando che «la stabilità istituzionale è importante quanto quella finanziaria», e che «occorre assicurare la fecondità della nuova legislatura per contribuire al consolidamento anche delle istituzioni europee».
Compito di Pier Luigi Bersani da stasera sarà quello di trovare una maggioranza che sostenga gli otto punti «di cambiamento» presentati dal Pd nei giorni scorsi. Bersani, che ha detto di essere pronto a tentare di costituire il futuro esecutivo malgrado non sia ancora emersa a suo favore una chiara maggioranza in entrambi rami del Parlamento, si appresta dunque a prendere le redini del governo. Un mandato che potrebbe non essere pieno ma «condizionato», una sorta di «preincarico»
Pier Luigi Bersani, secondo quanto si apprende, è intenzionato a avviare subito le consultazioni, partendo, com'è prassi, dai due presidenti delle Camere. Non è ancora noto se andrà a colloquio prima dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, o da quello del Senato, Pietro Grasso. Il percorso, viene spiegato, sarà comunque concordato con il Capo dello Stato.
«Infondate le polemiche sulle lungaggini», ha detto Giorgio Napolitano. «Dalle consultazioni che ho condotto con tutte le forze politiche nei giorni scorsi ho tratto il senso di una grande condivisione». «A tutti è apparsa chiara la portata delle sfide da affrontare».
«Le difficoltà a procedere verso la grande coalizione sono apparse rilevanti, a causa di profonde divisioni riesplose con la rottura di fine 2012».
Il capo dei democratici, che finora ha escluso di poter governare insieme al Pdl di Silvio Berlusconi, ha parlato giovedì sera, a sorpresa, di un governo «di cambiamento» e «aperto a tutti i parlamentari». La strada del leader del primo partito per numero di voti alle ultime elezioni è molto stretta, perché pur avendo una maggioranza piena alla Camera non ha alcuna certezza di ottenere la fiducia al Senato. Secondo un sondaggio realizzato dall'istituto Swg per la trasmissione di Rai3 Agorà, oggi il 60% degli italiani pensa che Bersani non otterrà la fiducia.
Il Movimento 5 Stelle, intanto, ha ribadito il suo no a una «fiducia in bianco a gente come Bersani». Lo ha detto Vito Crimi intervistato dal «Fatto quotidiano tv». Il capogruppo «Stellato» a Palazzo Madama ha poi sfidato il leader Pd: a proposito della richiesta fatta al segretario di rinunciare ai rimborsi elettorali, ha detto: «Non lo farà mai. Nel caso lo facesse sarebbe il primo atto di un cambiamento vero, reale, provato. Faccia questo gesto e poi ne riparliamo».