"Siamo appena entrati in aula per la prima seduta! Operazione "fiato sul collo" già iniziata: abbiamo occupato le ultime due file in alto in modo da controllare tutto!". E' il deputato del Movimento 5 Stelle Simone Valente a chiarire così, dalla sua pagina Facebook, il significato della collocazione in nell'emiciclo, almeno per oggi, della nutrita pattuglia grillina alla Camera.
"Siamo oltre". "Stiamo per aprire la scatoletta di tonno". Si susseguono sulle pagine Facebook dei neodeputati del Movimento 5 Stelle le prime impressioni in diretta sul primo giorno della legislatura. Il riferimento è alla collocazione in Aula, per ora provvisoria. Si tratta delle ultime due file in cima all'emiciclo, da sinistra a destra. Una collocazione certo molto sparpagliata rispetto alle consuetudini d'Aula, che portano a compattare i gruppi per ovvi motivi logistici. Dispersiva, dunque, ma con un certo impatto simbolico: quella di una sorta di 'accerchiamento' degli altri partiti. "Ci chiedono dove staremo in Aula, se a destra, a sinistra, al centro. Gli staremo dietro, con il fiato sul collo", aveva del resto annunciato lo stesso Beppe Grillo nel primo messaggio dopo il risultato elettorale.
"Noi proseguiamo per la nostra strada: votiamo il nostro candidato. E' un percorso di coerenza che vogliamo mantenere. Noi voteremo il nostro candidato e se non sarà al ballottaggio, non voteremo alcun candidato", ha detto Vito Crimi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle al Senato, arrivando a Palazzo Madama.
"A poche ore dalla prima seduta delle Camere solo il Movimento 5 Stelle ha detto chiaramente ai cittadini italiani chi sono i suoi candidati. Gli altri invece sono pronti a qualunque candidato pur di giungere a chissà quale scopo". Arriva da Facebook, come da protocollo, la fotografia dell'attuale stallo politico scattata da Luis Alberto Orellana, che sarà oggi votato dal M5S come presidente del Senato.
"M5S in Parlamento: la storia ha inizio". Beppe Grillo lancia con queste parole dalle pagine del suo blog una diretta streaming sulla web tv La Cosa, per accompagnare deputati e senatori del Movimento 5 Stelle nel loro primo giorno di lavori in Aula. Una diretta video da piazza Colonna per salutare alcuni degli eletti prima dell'ingresso a Montecitorio e Palazzo Madama.
L'altro scopo a cui allude Orellana è, ormai da settimane, la definizione di una maggioranza di governo capace di votare la fiducia al premier che riceverà l'incarico dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ma in materia, si sa, il Movimento 5 Stelle respinge ogni avance di Pier Luigi Bersani. L'altro scopo, con il passare delle ore, diventa inevitabilmente anche l'elezione del Preidente della Repubblica. E anche qui la partita si annuncia complicata, perché oltre al rifiuto al negoziato dei 5 Stelle si aggiungono divisioni e dubbi interni ai partiti.
In questo clima, alle 10.30 la Camera, alle 11 il Senato, si è aperta la legislatura numero XVII, subito in salita nelle curve dell'elezione delle presidenze delle due assemblee parlamentari. I presidenti dovrebbero essere eletti domani e non oggi perché il Pd ha deciso di tenere aperto il dialogo con i 5 Stelle, votando scheda bianca. Già, ma come dialogare con chi rifiuta ogni trattativa?
Ieri sera il segretario Pier Luigi Bersani, incontrando separatamente i deputati e i senatori del Pd, ha spiegato la sua linea: "Finora la nostra proposta di corresponsabilità non è stata raccolta dalle altre forze. Propongo dunque di votare sia alla Camera, sia al Senato scheda bianca per continuare a lavorare a un accordo". Proposta accolta anche dai parlamentari che nel pomeriggio si erano incontrati nel centro congressi Cavour con Matteo Renzi esprimendo forti perplessità sulla linea che tenta l'intesa con il m5s optando invece per un "governo del presidente" in grado di affrontare la crisi economica e di tentare la riforma elettorale. Una 'visione' che irrita non poco il segretario Pd.
Se la mano tesa delle schede bianche non dovesse favorire l'incontro con i grillini (oggi dovrebbero esserci solo due votazioni), alla Camera il candidato del Pd per la presidenza diventerà Dario Franceschini, capogruppo uscente, ex Margherita, ex segretario Pd nel 2009 dopo le dimissioni di Walter Veltroni.
Con il Pd impegnato a rinnovare il corteggiamento, il Pdl tentato addirittura dalla mancata presenza alle prime votazioni (ma la strada scelta è quella delle schede bianche), Monti alla finestra per valutare l'opzione più conveniente a Lista civica (che potrebbe proiettarlo alla presidenza del Senato) , i 5 Stelle hanno deciso di votare i propri candidati per gli scranni più alti di Camera e Senato: Roberta Fico e Luis Alberto Orellana. Per chi coltiva illusioni, puntuali, le parole di Vito Crimi, capogruppo a Palazzo Madama: "Non ci sono trattative di nessun tipo, non pensino che rinunceremo a lottare con tutte le nostre forze per avere nostri eletti al ruolo di questori sia a Palazzo Madama che a Montecitorio. I questori gestiscono oltre 2 miliardi di euro l'anno".
Nella paralisi Pd e Pdl l'altro attore in movimento è la Lega Nord: Roberto Calderoli ha proposto uno "scambio": presidenza di Montecitorio a un esponente Pdl, e allora il Carroccio voterebbe Anna Finocchiaro, capogruppo uscente del Pd, al Senato.
Ieri da Bruxelles, dov'era impegnato nella riunione del Consiglio europeo, Mario Monti ha parlato di un "caso italiano molto seguito che interessa, impressiona e preoccupa tutto i governi" prima di annotare che Scelta civica "non è interessata a partecipare a decisioni pur condivise sull'assetto delle presidenze delle Camere, se queste non si inscrivono in una prospettiva che possa portare alla strada per il Governo dell'Italia". E per Monti non si può andare al governo con chi ritieen che l'Italia sia di fatto già fuori dall'euro.
Sull'avvio della legislatura pesa il risultato elettorale che non ha dato una maggioranza al Senato. Riaffiorano ipotesi di un ritorno alle urne. L'ala renziana del pd, che può contare su una cinquantina di parlamentari, si muove ad esempio su questa prospettiva, convinta che l' attuale sindaco di Firenze possa sostituire Bersani al vertice del partito ed essere il candidato premier di un nuovo centrosinistra che si alleerebbe con il movimento di Mario MontiPrigioniero del conflitto di Silvio Berlusconi con la magistratura il Pdl, che ha avanzato senza molta convinzione l'idea di un governo di unità nazionale, pensando che l'escalation di iniziative delle Procure nei confronti del Cavaliere avvicini l'ipotesi di un rapido ritorno alle urne nel caso di mancata intesa.
Più o meno tutte le forze politiche tuttavia sono convinte che il presidente Giorgio Napolitano farà di tutto per lasciare al proprio successore al Quirinale un Governo in carica in grado di proporre riforme istituzionali e scelte economiche ma sulla cui durata nessuno scommette un centesimo. Il che riaccende i fari sulla partita forse più importante delle prossime settimane, quella per il successore di Napolitano. Partita dalla soluzione ancora più difficile, se possibile, di quella per i presidenti delle Camere.
Il regolamento di Montecitorio prevede all'articolo 4: "Dopo gli adempimenti previsti negli articoli precedenti, la Camera procede alla elezione del proprio presidente. l'elezione del presidente ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dei componenti la Camera. Dal secondo scrutinio è richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti computando tra i voti anche le schede bianche. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti".
Più complicate le modalità previste dal regolamento del Denato che all' articolo 4 recita: "Dopo gli adempimenti previsti negli articoli precedenti, il Senato procede alla elezione del presidente con votazione a scrutinio segreto. E' eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato. Qualora non si raggiunga questa maggioranza neanche con un secondo scrutinio, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato detta maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il piu' anziano di età".