“Il grave provvedimento assunto dai Giudici del Tribunale dei Minori di Cagliari nei confronti di un padre privato della libertà che si era visto sospendere la potestà genitoriale perché aveva subito una condanna in primo grado a “una pena rilevante” è stato revocato”.
Lo rende noto, esprimendo soddisfazione, Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso che la sezione per i Minorenni della Corte d’Appello ha dato ragione al padre P.L. attualmente nella Colonia Penale di Isili (Cagliari). Contro l’ordinanza del 16 gennaio 2012, che introduceva nella giurisprudenza un grave precedente, aveva presentato reclamo il difensore del detenuto avvocato Carlo Amat.
“La sentenza dei Giudici della sezione minorenni della Corte d’Appello, presidente Gian Giacomo Pisotti, costituisce – sottolinea Caligaris – un importante limite a qualunque automatismo consequenziale tra l’essere detenuto, avere subito un primo grado di processo e perdere la patria potestà sui figli minori. Per i giudici insomma una sentenza non definitiva di condanna penale anche se per reati gravi, ma non direttamente pregiudizievoli per il figlio minore, non giustifica automaticamente, un provvedimento di sospensione della potestà genitoriale”.
La vicenda risale al luglio del 2009 quando la ex moglie di P.L. aveva presentato l’istanza di decadenza contro il coniuge. Il provvedimento del Tribunale dei Minori, aveva gettato l’uomo nello sconforto inducendolo in uno stato di grave prostrazione. Avverso all’ordinanza aveva presentato reclamo l’avv. Carlo Amat, sottolineando l’assenza di elementi di una violazione grave dei doveri genitoriali da parte dell’adulto o di un suo disinteresse per la vita del figlio.
“La sentenza – conclude la presidente di SdR – ha un particolare valore in quanto ribadisce che un cittadino ha diritto ai tre gradi di giudizio e fino a quel momento, salvo specifici dispositivi, può esercitare la patria potestà e continuare a rapportarsi con il figlio secondo quanto stabilito in precedenza garantendo ad entrambi e agli stretti familiari di godere dell’affettività”.