"Io continuo a credere che il leader debba essere Bersani con il suo governo. Se non altro perché, fra quelli che sono arrivati primi e non hanno vinto, lui è quello che è arrivato più primo degli altri". Adriano Celentano in una lettera a 'La Repubblica' si rivolge direttamente a Bersani: "Caro Pierluigi, è più probabile che Grillo smetta di insultarti piuttosto che dirti quello che tu vorresti sentirti dire. Io, invece, ti dico qualcosa: sono fermamente convinto che nessuno meglio di te può cavalcare il vento di queste ore".
"Sarebbe un errore", insiste Celentano, "cedere il posto a qualcun altro" perchè "solo tu puoi fare la mossa giusta", ovvero fare un "patto" con Grillo nel quale si dice "di fronte agli italiani" che il Pd "accetta tutti i punti del programma" del Movimento 5 Stelle "fondamentali" per il bene dell'Italia offrendo disponibilità "anche quelli che sono in totale contrasto" con le idee dei democratici.
"Quella di Renzi rientra nelle opinioni che abbiamo tutti noi: lui ha semplicemente maggiore visibilità e questo è naturale per la sua storia e per le sue caratteristiche", dice la neo senatrice del Pd, Laura Puppato, commentando Matteo Renzi ieri ha detto di fare il tifo per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, pur dichiarandosi "non ottimista" sulla nascita del governo. Parlando con i giornalisti a palazzo Madama, prima di espletare la procedura di registrazione, Puppato ha aggiunto: "Oggi siamo tutti impegnati in un'impresa niente affatto facile, ma possibile e plausibile, cioè di dare un governo stabile a questo Paese quantomeno per il prossimo anno per fare le cose urgenti che servono all'Italia. Non è possibile non capire che oggi c'è una necessità prioritaria per tutti, altro non conta".
Per Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia, presidente dell'Anci e uno dei politici più ascoltati da Matteo Renzi, se si andrà a votare a ottobre per Renzi sarà necessario calibrare la sua piattaforma politica su un profilo un po' più di sinistra.
"Renzi - dice Delrio in un'intervista al Foglio - credo che, in caso di elezioni anticipate, dovrebbe cambiare leggermente la sua piattaforma politica: il messaggio che la sua leadership sia il simbolo di una società aperta che punta al talento e non si limita a recitare ogni giorno il 'noi' triste e solitario della vecchia nomenclatura comunista, mi sembra sia passato. Adesso credo sia arrivata l'ora di chinarsi sulla pancia del paese, come si sarebbe detto un tempo, di tarare il progetto più sui
bisogni dei ceti deboli e di costruire una narrazione anche più di sinistra - su questo punto sono d'accordo con Matteo Orfini e i Giovani turchi - e più in sintonia con un paese che vive una crisi più drammatica rispetto a quella osservata durante le primarie di sei mesi fa".
"La questione dei costi e dei finanziamenti della politica è considerata prioritaria per molti elettori - dice Beppe Civati del Pd, ospite a 'Omnibus' su La7 - c'è l'opportunità di intervenire sui rimborsi elettorali e Bersani dovrebbe essere più esplicito e più dichiarato nell'abolirli e arrivare a una soluzione completamente diversa rispetto a questo regime di automatismo rispetto ai voti".
"Bersani dovrebbe essere più incalzante, non solo nel rispondere a Grillo sulla democrazia interna, perché il M5S non chiede rimborsi ma non potrebbe neanche accedervi - osserva - Noi Dobbiamo rispondere con precisione: non possiamo restare impiccati sulla questione dei rimborsi elettorali, se davvero vogliamo formare un governo". Quanto agli altri temi, Civati invita alla stessa chiarezza: "Ad esempio, sul reddito garantito o di inserimento bisogna dire quanto, come e perché, perché la
proposta del M5S secondo me non è realizzabile".
"Con tutto il rispetto per i giornali e le dichiarazioni che abbiamo letto, vorrei sentirmi dire direttamente il pensiero di ciascuno. Dobbiamo fare incontri ufficiali alla luce del sole", dice il senatore del Pd, Luigi Zanda, in un'intervista a La Stampa, in vista dell'incontro che terra oggi pomeriggio, insieme ai colleghi Calipari e Zoggia, con una delegazione del movimento 5 Stelle al Senato per mediare sulle imminenti nomine istituzionali.
"Dobbiamo contattare i gruppi parlamentari - spiega Zanda - per verificare se esistono spazi per una corresponsabilita nell'elezione delle presidenze". "Noi - prosegue - abbiamo solo un incarico di natura ricognitiva. Solo per sapere qual è la posizione degli altri gruppi, quali atteggiamenti politici intendono tenere rispetto a queste nomine".
"Può darsi" l'abbia detto ma è stato "un eccesso di ottimismo", risponde alla Stampa Dario Fo, vicino al leader 5 Stelle Beppe Grillo.
"So che il Pd si ritrova con conflitti interni grandissimi - spiega - ma la vecchia guardia che ha fatto tanti casini resiste proterva. Un accordo con questi qui? Con chi per vent'anni ha rimandato il conflitto di interessi? No, è stata una porcata imperdonabile. Ed è solo una delle tante".
"Se andiamo col compromesso - aggiunge - andiamo a rifare tutto daccapo. Troppa intransigenza? Ma è per mancanza di intransigenza che siamo arrivati a questo punto: leggi ad hoc, vendita di deputati a sei a sei". Per il Pd, conclude, c'è una possibilità d'essere credibile agli occhi dei 5 Stelle "se invece di reagire a Renzi, Fassina avesse detto: da domani il Pd rinuncia ai rimborsi integralmente. Se proponesse un taglio delle sovvenzioni alla scuola privata in favore di quella pubblica. Invece le proposte che ha fatto sono deboli. La proposta sul conflitto di interessi e' piena di scappatoie. Ci vorrebbero promesse vere, sottoscritte davanti a un notaio, magari. Non mi fido del Pd. Come fai a fidarti di un partito dove spadroneggia ancora un furbastro come D'Alema?".
"Alle 15 incontro con capigruppo Pd. Argomento: composizione uffici di presidenza Camera e Senato. Andiamo ad ascoltare. Suggerimenti?". E' quanto si legge sulla pagina facebook di Roberta Lombardi, capogruppo del M5s alla Camera. E i suggerimenti sono arrivati senza farsi attendere. La capogruppo ringrazia e aggiunge: "Mi avete confermato nella nostra idea di andare ad ascoltare e basta. Noi non facciamo scambi di poltrone ma ci aspettiamo che il voto di 8.000.000 di nostri concittadini sia tenuto da conto".
"Se c'era un modo per allontanare qualunque possibilità di confronto tra Pd e Pdl era fare ciò che è stato fatto ieri - dice invece Giorgio Tonini (Pd) intervenendo ad Agorà, su Rai Tre - è difficile per un verso richiamare al senso di responsabilità e per l'altro verso dare luogo a comportamenti ai limite dell'eversione, come cercare di entrare con la forza al Tribunale di Milano".