Non si sa se Pier Luigi Bersani riuscirà a portare, e far votare, in Parlamento il suo programma di governo. Ma almeno oggi il leader Pd si è tolto la soddisfazione di veder tradotto il primo punto, quello sull'Europa, nella posizione che Mario Monti rappresenterà al Consiglio Europeo del 14 marzo. Se sull'Ue premier e leader Pd hanno concordato sulla necessita' di piu' crescita e meno rigore, i due si sono reciprocamente sondati sul tentativo dei dem di un governo di minoranza.
"Io vado fino in fondo" e' la determinazione che Pier Luigi Bersani ha espresso ad un Prof alla finestra. Dopo aver incontrato Matteo Renzi, gesto poco gradito ai vertici del Pd vista la delicatezza del momento, oggi Monti, come annunciato, ha incontrato il primo, e forse l'unico, dei tre leader di partito per discutere del Consiglio Europeo. Difficile che alla fine sia Silvio Berlusconi sia Beppe Grillo accoglieranno l'invito e questo ha consentito a Bersani di ritagliarsi un ruolo di interlocutore privilegiato nelle prossime mosse del governo in Europa.
D'Altra parte, passati i toni da campagna elettorale, la necessità di riorientare le politiche Ue verso crescita, occupazione e attenzione alla crisi accomuna il premier ed il leader Pd. Sul piano interno, sul caos istituzionale uscito dal voto, Bersani, pur considerando il peso post-elettorale di Scelta Civica "non decisivo", sa che l'appoggio della pattuglia del Professore e' fondamentale per convincere il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a farli avere un mandato pieno. "Sei sicuro di farcela?", avrebbe chiesto il premier al leader Pd spiegando che il problema non e' il programma di 8 punti, molti dei quali vicini agli impegni di Scelta Civica, ma la risposta del M5s.
"Io vado fino in fondo, so che la strada è stretta ma questa proposta non è una pretesa ma un dovere per il paese", gli avrebbe risposto il segretario democratico. A dispetto di tutto, degli 'insulti' dei grillini e dello scetticismo anche dentro il suo partito, che già si divide su urne o no in caso di piani B, Bersani non ha intenzione di demordere. Oggi ha fatto mettere in rete il programma perche' "ci mettiamo davanti al Paese con riforme che ora si possono realizzare" e "chiediamo a Grillo risposte serie e non incappucciate".
E ha presentato le norme su corruzione e falso in bilancio perché "la legalità aiuta anche la crescita". Il problema principale, però, è "l'abbrivio", ammette il segretario consapevole che prima deve convincere il Colle ad avere un mandato pieno e non solo esplorativo e poi deve cercare i numeri al Senato. "Se parte ho piu' fiducia di Renzi che duri perché il cambiamento serve", ribatte ai dubbi del sindaco di Firenze che sta gia' scaldando i muscoli ma non spera in elezioni immediate e confida nelle scelte di Napolitano.