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Zone franche, Palomba (Idv): in attesa della zona integrale si facciano funzionare quelle istituite nel 1998 e finora mai attuate

«Sono stato finora l’unico parlamentare sardo a presentare una proposta di legge costituzionale che modifichi l’articolo 119 della Costituzione per riconoscere l’insularità della Sardegna li e colmare i suoi gap sotto il profilo dell’energia e dei trasporti. Tale modifica avrebbe superato gli ostacoli che l’Unione Europea frappone all’istituzione di nuove zone franche integrali. Peccato che né il Governo Berlusconi né quello Monti abbiano dimostrato attenzione alle esigenze della nostra regione».

Lo afferma il deputato dell’Italia dei Valori Federico Palomba, ex presidente della Regione Sardegna all’epoca dell’istituzione delle zone franche nell’Isola, in merito al dibattito di questi giorni sulla zona franca integrale. «La mia proposta andrà certamente ripresa per risolvere il problema in maniera strutturale – afferma Palomba – ma nel frattempo si potrebbero iniziare ad attuare e mettere a profitto le opportunità già esistenti da 15 anni. Ricordo infatti che le zone franche in Sardegna non sono una scoperta degli ultimi giorni ma sono previste nel decreto legislativo 19 marzo 1998 n. 78 (norme di attuazione negoziate dalla Regione sarda con lo Stato), che ha istituito sei zone franche nei porti di Cagliari, Portovesme, Oristano, Porto Torres, Olbia e Arbatax.

In quella normativa - ricorda l'ex presidente della Regione - si prevedeva che la delimitazione fosse effettuata, su proposta della Regione, con separati decreti del presidente del Consiglio dei Ministri, mentre la delimitazione del porto di Cagliari era già stabilita con riferimento all'atto aggiuntivo dell'accordo di programma del 1995. Gli atti con cui sotto la mia presidenza sono state  istituite le zone franche – conclude Palomba - sono alcune delle tante cose fatte e che poi sono state lasciate morire e marcire dai governi successivi. Sarebbe giusto riconoscerlo e dopo 15 anni porre finalmente fine alle omissioni». Com