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Padre Paolo Contini Portavoce del Vescovo e della diocesi di Tempio Ampurias su annuncio dimissioni del Papa

le dimissioni del Santo Padre Benedetto XVI hanno generato tantissime reazioni in tutto il mondo, ma hanno anche delle conseguenze per l'episcopato sardo che aveva in calendario un pellegrinaggio a Roma e la visita Ad limina. Riportiamo di seguito una dichiarazione di monsignor Sebastiano Sanguinetti, vescovo e segretario della Conferenza Episcopale Sarda. Scrive monsignor Sanguinetti:  « Sono molteplici, e non tutti facilmente esprimibili, i sentimenti che si accavallano nella mente davanti alla notizia, inattesa ma non imprevedibile, conoscendo la sempre lucida consapevolezza e responsabilità con cui Benedetto XVI ha vissuto il suo altissimo mandato. Sale spontanea la preghiera di lode e di implorazione a Dio per il Sommo Pontefice e per la Chiesa, perché anche noi insieme a lui sappiamo cogliere di questo momento il suo alto significato ecclesiale, e sappiamo aprire i nostri cuori ai futuri imperscrutabili disegni della sua Provvidenza.

Altrettanto spontaneo è il sentimento di grande commozione e di ancor più profonda ammirazione e gratitudine per questo grande Pontefice, umile e forte, che, con la sua decisione, frutto di una grande libertà interiore, ci consegna uno straordinario messaggio, un atto di altissimo magistero, questa volta non affidato alle parole, ma a un gesto che scombina tanti luoghi comuni e superficiali pregiudizi con cui spesso l’opinione pubblica legge la figura e il ministero del successore di Pietro. Con questo gesto egli conferma e suggella lo spirito di totale ed esclusivo servizio con il quale ha vissuto il compito di supremo magistero e di guida universale della Chiesa. Il titolo di “servo dei servi di Dio”, di cui i sommi Pontefici si sono sempre fregiati, appare in tutto il suo significato e nella sua portata. Vengono alla mente le innumerevoli volte in cui ha richiamato cardinali, vescovi e sacerdoti a non vivere il proprio mandato come esercizio di potere, ma di umile servizio.

La commozione e un certo sconcerto del primo momento, si trasformano immediatamente in un forte richiamo a tutti, fedeli e pastori, perché questo luminoso esempio di serena accettazione della propria fragilità fisica, unito a un amore sconfinato e a una dedizione totale alla Chiesa possa tradursi in un autentico movimento di rinnovamento dei cuori e in una possibilità  di ancora più decisa testimonianza al mondo di quell’unico tesoro di grazia e di salvezza che il Signore Gesù le ha affidato. Sono sicuro che, con la luce dello Spirito, grazie anche a questo luminoso esempio del Santo Padre, la Chiesa uscirà ancora più forte e decisa nel proclamare al mondo le insondabili ricchezze dell’amore di Dio.

La rinuncia del Papa al suo mandato hanno inevitabilmente, un risvolto anche nel programma immediato di noi Vescovi. Ci apprestavamo alla Visita ad Limina, per il prossimo 14 marzo, che automaticamente viene annullata. Valuteremo in sede di Conferenza Episcopale, che si terrà domani ad Oristano, se e come eventualmente svolgere il programmato pellegrinaggio regionale per l’anno della fede in concomitanza con la Visita.

Suppliremo con la preghiera e con la spirituale vicinanza al delicato passaggio che attende la Chiesa in questo tempo di Quaresima, pronti ad accogliere nella fede i nuovo Pastore Universale che ci verrà dato, presumibilmente entro la solennità della Santa Pasqua». Com-red