La 'salita' di Mario Monti, come prevedibile, domina il dibattito politico: i 'montiani' del Nuovo Centro accolgono con favore l'impegno del professore e si dicono pronti lasciare che sia lui a decidere come meglio affrontare la campagna elettorale: lista unica o più liste. Il Pdl, con in testa Silvio Berlusconi - affiancato a sorpresa anche da Renato Schifani - si lancia contro il premier accusandolo di portare il Paese al "disastro". Nel Pd, invece, prevale un silenzio assordante verso il capo del governo, ma scoppia la polemica su Pietro Ichino, accusato di aver elaborato parte dell'Agenda Monti.
I protagonisti del Nuovo Centro si riuniscono in mattinata e annunciano pieno sostegno al progetto Monti. Ma soprattutto danno carta bianca al professore sulle modalità tecniche sulle candidature: un elemento non da poco, visto che il professore - come confermano i suoi collaboratori - non ha affatto abbandonato il progetto di una propria lista elettorale. Un modo per controllare le candidature, ma anche per restare vero regista dell'operazione. Ma una decisione definitiva non è ancora stata presa, ma il tempo stringe e Monti - partito ieri sera per Milano - è atteso a Roma già il 27.
Nel frattempo Silvio Berlusconi prosegue la su campagna mediatica, dedicando grande attenzione al professore. Dopo averlo accusato di seminare paura tra la gente e di portare il Paese dritto al "disastro", il Cavaliere - ospite di TgCom24, dove si lamenta perché nessuno, eccetto Santoro, lo invita ai prime time - smonta la sua Agenda, definendola lontana dalla realtà. L'ex premier smentisce il suo successore sul fatto che l'Imu non si possa togliere: "Non conosce i conti", afferma il Cavaliere. E agli italiani dice di non votare Monti o le sue liste perché sarebbe "dannoso e inutile".
Concetti ripetuti da tanti esponenti del Pdl, secondo il classico schema del fuoco di fila di dichiarazioni. Meno scontata la presa di posizione di Renato Schifani che in mattinata, da Herat, aveva fatto capire di no condividere l'intervento di Monti. "E' strana una conferenza stampa di un premier che attacca l'ex premier. Non credo sia stato un appuntamento istituzionale", ha detto il presidente del Senato. L'unico che si dissocia dalla linea del Pdl è Franco Frattini che esprime grande apprezzamento per l'attività e i risultati dei tecnici. Categorico, invece, Umberto Bossi, che definisce Monti il "re delle banalità". Su una linea analoga Antonio Di Pietro, dell'Idv, secondo il quale quella di Monti è "solo propaganda".
Nel Pd, dopo il gelo di ieri di Bersani, bocche cucite sulle mosse del professore. Ma scoppia il 'caso' Ichino. Il giuslavorista è accusato da alcuni esponenti democratici, come Matteo Orfini, di aver contribuito alla stesura dell'Agenda Monti mentre era ancora candidato alle 'parlamentarie' del Pd. Anche su Twitter non mancano le accuse. "Il documento risale a settembre, è tutto alla luce del sole" anche perché "mi sono battuto per mesi affinché l'agenda Monti fosse fatta propria dal Pd", è la difesa del giuslavorista.