Il Consiglio regionale ormai è sempre più distante dai sardi e da chi li ha eletti e se ne frega dei referendum del 6 maggio. I partiti non sembrano interessati alla riforma delle istituzioni in Sardegna, ma soltanto a salvare le poltrone e le clientele elettorali dei centri di potere politico delle Province. La Prima commissione ha approvato la legge per abolire le Province: cosa aspetta il Consiglio Regionale ad approvarla in Aula?"
Lo dicono in una nota congiunta il movimento Sardegna SI Cambia e Under 40, il movimento generazionale partito dai Riformatori sardi ma trasversale a sigle e partiti.
"Le forze della conservazione, anzi della restaurazione - sostengono i due movimenti - sono trasversali ai partiti e puntano solo ad allungare il brodo con discussioni infinite che, di fatto, impediscono qualsiasi cambiamento e salvano solo tanti piccoli posti di potere, sottogoverno e poltrone pagate dai tutti i sardi".
Sardegna SI Cambia e Under 40, a nome dei 525000 sardi che hanno votato i referendum chiedono il rispetto delle scelte fatte: "È indispensabile approvare subito la legge che abolisce le quattro nuove Province, trasformando quelle storiche in enti di secondo livello senza alcuna indennità per chi ne fa parte".
E, concludono i due movimenti, "si ricordi il Consiglio regionale che il lavoro non finisce qui: c'è da completare il riordino delle competenze provinciali e, soprattutto, c'è da approvare la legge per abolire l'altro centro di intollerabile sottopotere politico dei consigli di amministrazione degli Enti: i sardi urlano, chiedendo il cambiamento, il Consiglio Regionale non può fare finta di essere sordo".Com