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Imu alle stelle – Rispettate le peggiori previsioni di Confartigianato.

247 milioni di euro di spesa per il solo personale, 147 euro per abitante. Primo posto in assoluto nella spesa per beni e servizi con un esborso annuo risparmiabile che supera i 100 milioni di euro.

I dati sulla spesa dei Comuni della Sardegna sono preoccupanti e mostrano una burocrazia ridondante, costosa, e fuori dalle più usuali medie nazionali (anch’esse peraltro costose).

Non vi è da stupirsi allora se i primi dati forniti dall’Ufficio Studi di Confartigianato e da IlSole24Ore sulla pressione IMU confermano le peggiori previsioni di Confartigianato stessa formulate l’anno scorso, quando l’Imposta Municipale Unica è stata inventata dal Governo Berlusconi.

I Comuni infatti, per alimentare le alte spese e tamponare i mancati trasferimenti da parte dello Stato, hanno quasi tutti utilizzato la possibilità di aumentare  l’aliquota base. Nei comuni del nord Italia si è arrivati al 9,4%, ma anche in Sardegna non ci si discosta di molto.

Basti pensare che a livello nazionale sulla base delle stime formulate dal  IlSole24Ore l’introito complessivo presunto sarà superiore di 5miliardi alle più rosee (!) prospettive del Governo (+26%). Un salasso.

E per far scendere la pressione dell’IMU non c’è che una strada: rendere più efficiente e meno costoso il sistema della Pubblica Amministrazione.

Tra i 20 comuni sardi più popolosi che Confartigianato Sardegna ha preso in considerazione attraverso il portale www.anutel.it, il dato massimo lo raggiunge Alghero con l’IMU al 9,80x1000. Seguono Cagliari e Porto Torres con 9,60, Oristano con 8,60, e Sassari con 8. I restanti sono tutti al 7,60.

L’ultima fotografia scattata dall’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato sul costo della burocrazia nei Comuni e sull’”Indice di inefficienza della spesa per i Comuni” è nitidissima: l’“apparato” in Sardegna costa molto e non è efficiente. Anzi, spesso risulta essere uno dei principali freni allo sviluppo.

Confrontando le spese tra regioni e province d’Italia si nota subito che la Sardegna appare ai primi posti sia nei costi del personale che in quelli per beni e servizi. La differenza con la media di spesa delle 4 regioni più virtuose supera il 32%, certamente una soglia che difficilmente può essere giustificata con il costo dell’insularità .

Le “Spese relative al personale per le Funzioni generali di amministrazione di gestione e di controllo nei comuni” (rilevazione del 2010), infatti come la nostra regione, con 247milioni di euro, sia la settima per i costi, ben al di sopra della media nazionale (quanto???), con una spesa procapite di 147 euro per la Sardegna contro la media italiana di 123.

Nella classifica dei costi delle regioni, al primo posto la Provincia Autonoma di Trento (110milioni di spesa per il personale e 207euro per abitante). Segue la Sicilia con 925milioni e 183euro. La regione più virtuosa è la Puglia: 368milioni e per i contribuenti pugliesi solo 90euro a testa.

L’inefficienza dei comuni delle 8 province sarde, emerge invece dall’analisi realizzata dalla società SOSE (Soluzioni per il Sistema Economico) per il “Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa”; questa ha analizzato la spesa per beni e servizi effettuata dai comuni italiani attraverso un indicatore, calcolato come rapporto tra la riduzione di spesa potenziale e la spesa totale effettuata da ciascun ente considerato.

I dati del 2011 dicono che se mediamente i Comuni italiani hanno registrato un tasso di inefficienza della spesa pari al 23,4%, fra quelli sardi sardi la maggior parte superano di molto il 30%.

Per questo, a livello nazionale al primo posto troviamo i comuni della provincia di Oristano con un eccesso di spesa del 36,6%. Segue il Medio Campidano (2°) con il 33,5%, Sassari (3°) con il 33,2%, Gorizia con il 32,2%, Aosta con 30,5%, Nuoro (6°) e Carbonia-Iglesias (7°) con il 30,3%, Pordenone con il 30,2%. Seguono al nono posto Olbia-Tempio (29,77%), al 14esimo posto l’Ogliastra (28,16%) e al 15esimo Cagliari (28,11%).

Le regioni con la maggiore inefficienza di spesa dei Comuni sono la Sardegna, con un indice pari a 31,93, seguita dalla Valle d'Aosta con 30,50, dal Friuli-Venezia Giulia con 29,49, dal Molise con 26,53 dall'Abruzzo con 25,90 e dal Lazio con 24,91.

All'opposto i valori più bassi - anche se indicano possibili recuperi di inefficienze dell'ordine di un quinto della spesa - nei Comuni di Puglia con indice di 20,66 di Calabria con 20,33 e di Veneto con 19,33.

Il Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu lancia un appello ed un Patto all’ANCI: “Lavoriamo per far scendere la pressione IMU sulle imprese. Formuliamo proposte per l’efficientamento del sistema Istituzionale: accorpando funzioni, diminuendo la spesa, valutando i servizi, coinvolgendo le Associazioni d’impresa. In mancanza di ciò sarà impossibile creare sviluppo”.

Murgianu propone un semplice ragionamento: “Se la Sardegna adeguasse il costo delle “macchine burocratiche comunali” (147 euro per cittadino) alla media delle 4 migliori regioni (Puglia, Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna ovvero 99euro procapite), realizzerebbe un risparmio del 32,8% pari a 81milioni di euro (48 per ogni sardo). Ecco una cosa semplice che potrebbe allo stesso tempo ridurre la burocrazia, razionalizzare la spesa e consentire di avere anche un po’ di fondi per tagliare l’IMU al sistema produttivo e per sostenere e offrire nuovi servizi alle imprese generando così la ripresa tanto auspicata”.

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