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Bersani: Non temo Monti ma è meglio che resti neutrale

Il leader del Pd Pierluigi Bersani, a due giorni dall'appoggio del Ppe a Mario Monti, si mostra tranquillo rispetto all'ipotesi di una discesa in campo del Professore. "Io e gli altri - dice - non abbiamo nessuna preoccupazione, siamo tranquilli e aspettiamo ci siano decisioni e si esca da questa discussione un po' stucchevole". 

Il segretario, che continua a tessere la tela internazionale (oggi alla conferenza dell'Alleanza dei Progressisti, lunedì con un incontro con Abu Mazen) sulla sua candidatura a Palazzo Chigi, ribadisce la linea su Monti con il quale, però, non si è sentito negli ultimi due giorni. 

"Da mesi - sottolinea - ho espresso l'opinione che Monti possa essere più utile in una posizione di terzietà: è un'opinione, poi Monti sceglierà cosa fare". E, in ogni caso, Bersani ostenta sicurezza. "Prendo un impegno a vincere - dice dal palco della riunione dell'Alleanza dei Progressisti - molto per noi ma un pochino anche per voi". E, con una punta di ironia sulle ultime vicende si augura di festeggiare a Berlino.

"Sarei felicissimo - fa sapere - di festeggiare un bel risultato italiano in Germania, sarebbe una grandissima soddisfazione". E' "chiacchiericcio", dunque, quello che sui giornali descrive un Pd molto preoccupato delle prossime scelte di Monti. Così come i rumors su esponenti del partito di area 'montiana' o più 'moderata' dati in uscita dal partito. 

"Ma chi vuoi che vada?", si chiede sorridendo, Bersani con i cronisti. Il vero dato al quale guardare per Bersani e' quello delle primarie che il partito si appresta a fare il 29 e 30 dicembre per gli eletti in Parlamento. La consultazione verrà fatta negli stessi giorni e nelle stesse sedi del Pd anche da Sel, come fanno sapere insieme Bersani e Vendola in un appello a militanti e cittadini perché partecipino a quella che è, a tutti gli effetti, una formula di "rinnovamento".

Intanto, dopo la ripresa del dialogo nei giorni del voto sulla fiducia al dl sviluppo, si rivede un po' di freddezza con Pierferdinando Casini che, tra l'altro, torna all'attacco del rapporto del Pd con Vendola. Il Pd vuole - attacca Casini - un centro "che sia piccolo, non dia fastidio e magari si accontenti di qualche poltrona". Il leader centrista si dice, inoltre "rattristato", dall'intervista di ieri di Massimo D'Alema che detto di ritenere "moralmente discutibile" una discesa in campo di Monti.

"L'altro giorno - torna sul punto il presidente del Copasir - ho votato la fiducia su un provvedimento che poi devo spiegare al Paese, davanti a me c'era Cicchitto che si asteneva. L'idea che il leader di Cicchitto diventi domani l'uomo cui io ho votato la fiducia e lui no mi sembra quantomeno un po' strano". In attesa di capire le prossime mosse del Professore il partito è, comunque, ora alle prese con le primarie. 

Lunedì una direzione dovrà varare le regole della corsa. E restano, ancora, alcuni nodi aperti. Tra gli altri quello del 'listino' di candidati riservati alla scelta diretta del segretario e che dunque non si dovranno misurare sulle primarie. I 'giovani turchi' promettono battaglia in direzione sul punto. Matteo Orfini fa infatti sapere che chiederà, insieme a Stefano Fassina e ad alcuni segretari regionali che sia riservata "esclusivamente a persone della società civile" perché "tutti i nostri dirigenti dovrebbero sottoporsi al giudizio degli elettori".

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